lunedì 24 dicembre 2007

sabato 22 dicembre 2007

Auguri...e Muffin glassati al cioccolato e nocciole

Questo credo sarà l'ultimo post dell'anno, perchè sono in partenza (destinazione New York) e tornerò dopo Capodanno. Quindi, colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che sono passati e passeranno da queste parti per le visite, per i commenti, per l'apprezzamento dimostratomi. Mi raccomando, non mi abbandonate, io torno eh! Ci rivedremo verso la Befana...
Il mio è un blog piuttosto "giovane", eppure ho già "incontrato" tantissime persone e ne sono molto felice. Ho imparato tantissimo, sulla cucina, sull'uso del pc, sulla fotografia (anche se ancora mi avvalgo della collaborazione di mio marito); insomma, posso dire che questa esperienza mi abbia arricchita ed è anche merito di tutti gli altri bloggers che mi hanno dato consigli e suggerimenti.
Quando ho iniziato non avevo idea di quanto potesse essere bello conoscere (sia pure solo virtualmente) tante persone diverse, magari anche lontane da me (penso in modo particolare e con speciale affetto a Comida), che condividono la mia passione per la cucina. Spero di poterne incontrare ancora tante, e di poter approfondire gli affetti e la stima che stanno iniziando a nascere con qualcuno (Enza ed Elisabetta e Lenny, e Lo Zucchino d'oro, e...ma quanti siete?); spero, magari, di riuscire ad incontrare qualcuna di queste persone (penso prima di tutto a Bian, ma anche a Viviana, a Cocò, e a Claudia...), come so che è già accaduto tra altri food-bloggers.
A tutti quanti adesso, voglio augurare un sereno Natale ed un felice anno nuovo. Abbandonerò con nostalgia il 2007, che è stato davvero uno degli anni più belli di tutta la mia vita, ma se il 2008 sarà bello anche solo la metà di quest'anno, mi riterrò fortunata! E a tutti voi auguro un anno meraviglioso come è stato questo per me!
Adesso basta con i discorsi, eccovi i miei muffins! Ah, a proposito di imparare...questa foto l'ho scattata IO!!!

muffin glassato3

La ricetta base proviene dal solito "Libro d'oro del cioccolato", ma ho aggiunto le nocciole e la glassa al cioccolato, e sostituito il burro con olio e yogurt, ottenendo dei muffins morbidissimi, che si sono mantenuti tali per diversi giorni.

Ingredienti (per circa 10 muffins grandi):

150 g di farina
30 g di cacao amaro
40 g di nocciole
1 vasetto di yogurt bianco naturale
90 ml di olio
125 g di zucchero
1 uovo
1 cucchiaino e mezzo di lievito
90 ml di latte
un pizzico si sale
per la glassa:
50 g di cioccolato fondente
una noce di burro

Preparazione:

Come tutti i muffins hanno una preparazione davvero velocissima e semplice. Preriscaldate il forno a 180°. Preparate una teglia da muffins, imburrandola o mettendo i pirottini di carta.
In una citola mescolate la farina, lo zucchero, il cacao, il lievito ed il sale. In un'altra ciotola sbattete, con una frusta a mano, l'uovo, lo yogurt, l'olio ed il latte per un paio di minuti. Versate questo composto sugli ingredienti secchi e mescolate bene con un cucchiaio di legno. In ultimo, unite le nocciole tritate grossolanamente e mescolate per evitare che cadano tutte al fondo. Distribuite il composto negli stampini e cuocete a 180° per 25 minuti. Controllate la cottura con lo stuzzicadenti.
Lasciateli raffreddare per 5 minuti, poi toglieteli dagli stampini e fateli raffreddare completamente.
Preparate la glassa sciogliendo il cioccolato a bagnomaria con il burro. Fate raffreddare leggermente il composto, poi spennellatelo sui muffins (io ho usato un cucchiaino) e fate raffreddare finchè avrà acquistato consistenza.

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giovedì 20 dicembre 2007

Spezzatino di pollo alla paprika...insipida

Si, questo spezzatino avrebbe dovuto essere alla paprika, ma, avendola usata in diverse occasioni e nei modi più disparati, mi sono resa conto che quella che ho acquistato io (del tipo dolce) è TOTALMENTE INSIPIDA!!!! E allora ho deciso di conferire un po' di carattere allo spezzatino tentando un accostamento di sapori un pochino diverso dal solito; infatti ho deciso di aggiungere peperoni e mela. Il risultato è stato buono...piacevole l'accostamento frutta/verdura e nel complesso piuttosto leggero.

spezzatino mela peperone

Ingredienti (per 2-3 persone):

400 g di petto di pollo a cubetti 
1 peperone verde
1 mela golden (o verde)
1 cipolla bianca
1 carota
2-3 cucchiai di paprika
brandy
olio, sale, pepe

Preparazione:

Riducete la cipolla e la carota in un trito finissimo, meglio se usando il mixer. Scaldate un cucchiaio di olio e 3 di acqua in una padella capiente (io ho utilizzato un wok e mi sono trovata bene) e rosolate il trito di cipolla e carota per un paio di minuti; unite il peperone tagliato a dadini non troppo piccoli, rosolatelo per un minuto, poi unite un altro po' d'acqua (diciamo mezzo bicchiere) e fatelo cuocere a fiamma media per 10 minuti.
Trascorso questo tempo (il liquido dovrebbe essere quasi asciugato), mettete i cubetti di pollo, rosolateli in modo che prendano colore su tutti i lati, quindi bagnateli con un po' di brandy. Aggiungete ancora mezzo bicchiere d'acqua, la paprika, e fate cuocere per 4-5 minuti; infine, unite la mela tagliata a cubetti e terminate la cottura (occorreranno circa altri 5 minuti). Regolate di sale e di pepe e servite ben caldo.
N.B.: I tempi di cottura dipendono in gran parte dalla tenerezza del peperone  (e dal grado di cottura che preferite) e dalla dimensione dei cubetti di pollo; diciamo che, se si vuole il peperone ben cotto, il pollo va aggiunto quando il peperone è già a metà cottura.

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mercoledì 19 dicembre 2007

Scaloppine di orata e tortino di patate e pannarello

Oggi una ricettina leggera leggera, per concedere una pausa al nostro fisico provato dagli eccessi alimentari di questo periodo!

 scaloppine di orata copia

 
Questo piatto è semplicissimo, davvero nulla di nuovo, solo forse la cottura del pesce, che ho preso dal libro di Sadler, "Menù per quattro stagioni". Lì la scaloppina era di dentice e servita su dei finocchi stufati, che sarebbero stati pure più leggeri, ma io finocchi non ne avevo e ho improvvisato...
Il pesce con le patate...ho scoperto l'acqua calda, starete pensando!! Giuro, in realtà, non pensavo che avrei fotografato e presentato questo piatto. L'ho fotografato solo per provare le foto con i miei nuovi sfondi colorati (la ricetta è di un po' di tempo fa)! E diciamo che lo posto solo perchè mi piace la foto e poi perchè, in questo periodo di feste e grandi mangiate ho pensato fosse utile anche una cosa un pochino più leggera!
E dunque, eccola qui.

Ingredienti (per 2 persone):

2 filetti di orata (o dentice, branzino, ecc.)
4 patate medie
50 g di pannarello (o altro formaggio a vostra scelta)
olio, sale, pepe
una manciata di pangrattato
salvia

Preparazione:

Oggi spiegazione ultra rapida, per una volta. Dunque, tagliate le patate a fette spesse circa un centimetro; cuocetele in acqua bollente e salata per circa 5 minuti (non devono diventare tanto morbide da rompersi). Ungete due stampini usa e getta (io ne ho fatti 4, due a testa...ma avevamo particolarmente fame!) e coprite il fondo con un po' di pangrattato, poi componete i tortini alternando le fette di patata con i pezzetti di formaggio e terminate con un altra manciata di pangrattato ed un filo d'olio. Infornate per 10-15 minuti.
Per le scaloppine di pesce: preparate i filetti (o fateli preparare dal vostro pescivendolo) lasciando la pelle; praticate alcune incisioni nella carne, in modo da permettere al calore di penetrare più velocemente e spennellate i filetti di olio.
Scaldate una padella e cuocete i filetti per circa 2 minuti per parte, cominciando dal lato della pelle (un solo minuto se il filetto è piccolo), poi terminate la cottura in forno per 7-8 minuti (nel mio forno...magari nel vostro meno), aggiungendo alcune foglie di salvia fresca e, se occorre, un filino di olio. Il filetto deve restare morbido, non deve seccare.
Servite il tutto ben caldo, disponendo la scaloppina di orata sopra il tortino di patate (io non l'ho fatto ma...ripeto, non credevo avrei postato questa ricetta!!).

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lunedì 17 dicembre 2007

"S" come....

"S" come...semplici. "S" come...squisiti. "S" come...???
Sono dei biscotti semplicissimi, super veloci da preparare, friabili e dolci...una vera delizia!Il gusto ricorda molto i !"canestrelli"...ed infatti la ricetta suggeriva di servirli cosparsi di zucchero a velo (io non l'ho aggiunto perchè li trovavo già perfetti così!), proprio come i celebri biscotti. La ricetta proviene da una vecchia pubblicazione uscita in edicola a fascicoli alcuni anni fa, "Finalmente dolci".
AGGIORNAMENTO: Elisabetta mi ha fatto sapere (lo leggete nel suo commento, in fondo al post) che questi biscotti ad "s" sono tipici a Venezia e si servono con il vino dolce a fine pasto, in qualsiasi locale. Mi sembrava giusto dirlo a chi, come me fino ad un minuto fa, non lo sapesse!
SECONDO AGGIORNAMENTO: grazie al contributo de Lo Zucchino d'oro con la conferma di Elisabetta ho scoperto che questi biscotti si chiamano "buranei" (e pare siano deliziosi mangiati per le calli veneziane...ma ci accontentiamo delle ambientazioni locali per il momento! dovessi tornare a Venezia mi ricorderò di comprarli!!!)

biscotti a s

Ingredienti (per circa 25 biscotti):

100 g di burro
50 g di zucchero
2 tuorli
140 g di farina
la scorza di mezzo limone
1 albume
zucchero a velo q.b.
un pizzico di sale

Preparazione:

Vi ho accennato sopra che la preparazione di questi biscotti è veramente rapida, in più la pasta non richiede riposo, quindi vi occorrerà per prepararli praticamente il tempo che impiega il forno per raggiungere la temperatura! Mentre li preparavo pensavo che, essendo facili da formare, sarebbe divertente prepararli insieme ai vostri bambini...

Accendete il forno a 180°.
Lavorate con le fruste elettriche il burro ammorbidito, poi unite a cucchiaiate lo zucchero, continuando a sbattere finché avrete ottenuto una crema soffice e bianca. Unite i tuorli uno alla volta, poi regolate la velocità del frullatore al minimo ed incorporate la farina a cucchiaiate, a cui avrete in precedenza unito il pizzico di sale. Infine, unite la scorza di limone grattugiata.
Otterrete non proprio una pasta, quanto piuttosto un'insieme di briciole, che compatterete impastandole velocemente con le mani. Diciamo che la riuscita dell'impasto ed il procedimento per formare le "S" sono molto simili a quelli dei bretzel.
Una volta ottenuta una pasta liscia, prendetene un mucchietto grande circa come una noce, poi rigiratelo con il palmo della mano sul piano di lavoro, formando un salsicciotto (i miei erano di 15 cm, ma se li farete più grandi otterrete dei biscotti più grandi; solo abbiate cura di non farli troppo spessi, altrimenti alterereste la consistenza) spesso come un dito (circa eh!); piegatene le estremità ricavandone la "s" e disponetela sulla placca del forno rivestita di carta forno. Proseguite fino ad esaurimento dell'impasto. Non occorre distanziare molto i biscotti nella teglia, perchè non gonfiano quasi per niente. Quando tutti i biscotti saranno pronti, sbattete l'albume con una forchetta e spennelate i biscotti, quindi spolverizzateli con abbondante zucchero a velo setacciato.
Cuoceteli a 180° per 15-20 minuti (io dopo 15 minuti ne ho preso uno con una spatola e ho controllato a che punto fosse e, dato che era ancora troppo morbido, li ho lasciati altri 5 minuti).
Quando saranno pronti, dopo un paio di minuti toglieteli dalla teglia con una spatola (attenzione, sono davvero molto friabili e fragili finchè sono caldi!) e metteteli a reffreddare; l'ideale sarebbe una griglia, ma se non ne avete una va bene anche un piatto, un vassoio, insomma l'importante è toglierli dalla teglia calda!
Prima di servire, se lo desiderate, spolverizzate con altro zucchero a velo.

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domenica 16 dicembre 2007

Bretzel al cioccolato

Anche io sono stata colta dalla "biscottite" (leggasi smania di sfornare biscotti) dilagante nella blogosfera! Ho segnato almeno dieci ricette di altri foodblogger che vorrei provare (specie un paio di Cavoletto e tutte quelle di Tulip!), ma -giusto per non riproporvi biscotti già fatti da altri, di certo meglio di me!- ho deciso di provare, a partire dalla prima pagina, TUTTi (o quasi) i biscotti proposti nel mio "Libro d'oro del cioccolato", provvidenzialmente munito di un'apposita sezione dedicata interamente ai biscotti!
Ah, a proposito, se avete da suggerirmi un bel libro dedicato ai biscotti ve ne sarei molto grata; e se poi qualcuno avesse conservato il librino sui biscotti che qualche anno fa si scaricava gratuitamente dal sito (o dal forum, non so bene...) di Cucina Italiana (quello citato da ComidaDeMama, da cui ha preso le Margherite di Stresa), e me lo volesse mandare via mail, sarebbe un meraviglioso regalo di Natale!!!!

bretzel al cioccolato

Ingredienti (per circa 28 biscotti):

300 g di farina
20 g di cacao amaro
1 cucchiaino di lievito
180 g di burro
180 g di zucchero
1 uovo
50 g di mandorle
un pizzico di sale
Per decorare:
100 g di cioccolato bianco

Preparazione:

Setacciate la farina ed il cacao in una ciotola, aggiungete il lievito ed il sale. Tritate finemente le mandorle nel robot, insieme ad un paio di cucchiai di zucchero prelevati dal quantitativo pesato per i biscotti.
Lavorate il burro e lo zucchero con le fruste elettriche fino ad ottenere una crema. Unite l'uovo, poi incorporate gli ingredienti secchi e le mandorle tirtate. Facendo tutto con il frullatore (la prima volta ho usato le fruste per montare, la seconda quelle a gancio, vanno bene entrambe) alla fine otterrete un impasto molto polveroso, sabbioso direi, e non compatto, che dovrete alla fine lavorare brevemente con le mani, in modo da compattarlo e renderlo omogeneo. Dividete la pasta in due parti, formate due pallottole apppiattite, avvolgetele nella pellicola e mettetele a riposare in frigo per 30 minuti. Io, per far prima, le ho messe in freeezer per 15 minuti.
Scaldate il forno a 180°. Preparate due piastre rivestite di carta forno. Dividete la pasta in pezzetti grandi come una grossas noce, circa, poi formate con ciascuna dei rotolini piuttosto sottili e lunghi 30 cm. Non vi servirà infarinare il piano di lavoro, la pasta non attacca e si lavora molto facilmente. Date ad ogno rotolino la forma del bretzel, rigirando le due estremità, incrociandole tra loro ed attaccandole poi vicino al centro della striscia (come nella foto...lo so non è facile spiegare come si fa, l'immagine è più eloquente). Proseguite così per tutto l'impasto. Mettete i biscotti sulle piastre, a circa 2,5 cm l'uno dall'altro e cuoceteli per circa 15 minuti a 180°. Fateli raffreddare su una griglia.
Quando saranno freddi, potete decorarli a piacere con il cioccolato bianco fuso a bagnomaria; io ho formato delle linee mettendo il cioccolato fuso in un conetto di carta da forno. Ma potete anche immergere metà di ciascun biscotto.

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giovedì 13 dicembre 2007

Le ricette per S. Lucia: le arancine

Meglio tardi che mai...
Che padrona di casa negligente che sono!! Prima ho lanciato l'iniziativa e poi sono stata l'unica a non postare niente fino ad ora!!!! E ormai mi hanno battuto sul tempo anche nel raccontarvi la storia... :-(
Beh, intanto queste sono le mie arancine, alla carne e al burro.

arancine vert

Per quanto riguarda storia e tradizione...avrei voluto parlarvi della carestia e del miracolo della nave colma di frumento, ma lo ha già fatto egregiamente Bian nel suo post sulla "Cuccia per festeggiare Santa Lucia".
Avrei voluto raccontarvi della sua qualifica di protettrice della vista e degli occhi, ma lo ha fatto sempre Bian, ma anche Viviana, nel suo post "Di Santa Lucia e di Promesse..." (in cui pubblica, anche lei, le arancine!).
Avrei voluto pararvi della tradizione di altre regioni, secondo cui Santa Lucia porta doni ai bambini, aiutata da un asinello, ma ci ha già pensato Adrenalina, che ha addirittura citato le notizie presenti su Wikipedia, e ci ha raccontato che si usa lasciarle del cibo...e infatti lei ha preparato i "Dolcetti di Santa Lucia o Lussekatter".
Avrei voluto dirvi che Santa Lucia è una festa molto sentita anche in Svezia, ma anche questo l'ha detto Adrenalina.
Le arancine le ha pubblicate anche Enza in "memorandum", e ha raccontato anche lei un po' di storia...
Le arancine le aveva già postate anche Andrea Matranga nel suo post intitolato, appunto, "arancina palermitana"
Altro aggiornamento: Excalibur, di "Essenza indivisibile" ci ha portato la sua cuccìa

Che vi posso dire di nuovo io???
Sulle origini della nostra tradizione, di non mangiare pane e pasta, della cuccia, del riso e della carestia non posso aggiungere nulla.
Posso dirvi che è diventata protettrice della vista perchè, secondo la tradizione cristiana, durante il martirio si strappò gli occhi, ed infatti viene spesso raffigurata con in mano una tazza contentente i suoi occhi (ok, questo è un pochino inquietante...).
Posso dirvi che in passato si festeggiava la notte del 21 dicembre, per il solstizio di inverno, da cui l'adagio "Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia".
E posso dirvi qualcosa di più sulla tradizione nordica, per gentile concessione di una cara signora svedese che me la raccontava spesso da bambina: in ogni famiglia, la figlia maggiore si sveglia alle quattro del mattino per preparare caffè e dolci che servirà poi, vestita con tunica bianca cinta da una fascia rossa, alla propria famiglia ancora a letto; le altre figlie invece si vestiranno con tunica bianca cinta da una fascia bianca. Ed ogni anno viene scelta una ragazza che rappresenta Santa Lucia per tutta la Svezia: la ragazza viene incoronata dal vincitore del premio Nobel per la letteratura.
Infine, posso ricordarvi una bellissima canzone di Francesco De Gregori, intitolata appunto Santa Lucia, che -se non conoscete- vi suggerisco di ascoltare...

E adesso, finalmente, vi do la mia ricetta!


Ingredienti (per circa 25 arancine, in totale):

Per quelle al burro, che hanno forma allungata:
500 g di riso carnaroli o arborio
una bustina di zafferano
una cipolla
1,5 litri circa di brodo leggero
40 g di burro
olio, sale, pepe
un tuorlo (conservate l'albume)
parmigiano grattugiato a piacere
100 g di prosciutto cotto alle erbe, tagliato a dadini
100 g di scamorza bianca
pangrattato e l'albume per la panatura

Per quelle con carne, che sono rotonde:
150 g di ragù piuttosto denso di carne mista, maiale e vitello e con i pisellini
500 g di riso
mezza bustina di zafferano
20-30 g di burro
100 g di scamorza bianca
parmigiano grattugiato a piacere
un tuorlo (conservate l'albume)
pangrattato ed albume per la panatura

Preparazione:

Per quelle al burro:
Io le faccio con il risotto e non ci metto la besciamelle, nella mia famiglia non si usa. Preparate un risotto, soffriggendo la cipolla in poco olio, fate tostare il riso, poi sfumate con il brodo e portate a cottura aggiungendo man mano il brodo bollente. Fatelo cuocere un poco più del solito, non deve essere scotto, ma nemmeno troppo al dente. E ricordatevi di non mescolarlo troppo, perchè il riso perderebbe l'amido, che invece aiuta a mantenere in forma le arancine. Quasi a fine cottura unite lo zafferano, poi mantecate con il burro e il parmigiano, lasciate appena intiepidire e poi unite il tuorlo.
Appena il riso sarà freddo, preparate le arancine mettendo un primo strato di riso nel palmo della mano, che terrete concava; formate un piccolo avvallamento al centro, poi mettete i cubetti di prosciutto e scamorza (diciamo 3 e 3); quindi, prendete un altro po' di riso, appiattitelo contro il bordo della pentola e poi mettetelo sopra il condimento, lavorate leggermente il tutto, formando una grossa "polpetta" allungata, ma arrotondata alle estremità (non a punta, come i supplì per intenderci).Fate attenzione a sigillare il condimento all'interno.
Proseguite fino ad esaurimento del riso.

Per quelle alla carne:
Io queste le faccio con il riso bollito e condito successivamente e dentro metto anche la mozzarella o scamorza. La ricetta del ragù non la metto, di solito lo preparano mia madre, mia suocera o mio marito, insomma non mi sono mai cimentata! CIò che conta è che sia più denso del solito, quindi occorre usare meno pomodoro e ci vanno i pisellini. QUando il ragù è pronto, separate la carne dal sugo.
Lessate il riso il acqua bollente e salata, finchè non sarà un po' più cotto del normale (diciamo un minuto in più rispetto al tempo di cottura), mescolandolo pochissimo, quanto basta per non farlo attaccare. Quindi scolatelo e conditelo con burro, parmigiano, lo zafferano sciolto in un poco di acqua tiepida,il sugo del ragù e infine il tuorlo.
Preparate le arancine come ho descritto sopra, mettendo dentro prima un cucchiaino di carne del ragù e poi qualche cubetto di scamorza.

Per la panatura: prendete un grande foglio di carta, versatevi abbondante pangrattato. Montate gli albumi a neve. Passate le arancine prima nell'albume a neve, stendendolo con le mani su tutta la superficie, poi nel pangrattato. Questo dell'albume è un trucco che mi ha insegnato mia suocera...mia madre non lo usa, spesso le passa solo nel pangrattato eppure non le si aprono mai...e pensare che le frigge in padella! (io uso la friggitrice...gran comodità!)

Sperando di non aver dimenticato nulla ve le faccio rivedere...qui si nota meglio la differenza di forma. Per essere le mie prime arancie, sono molto orgogliosa!!!!
Che altro?? Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a questa piccola raccolta, se ho dimenticato qualcuno ditemelo!

arancine orizz

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martedì 11 dicembre 2007

"Crocchè" di latte

crocchè di latte

Lo so che dovrei lasciare in vista il post sulle ricette di S.Lucia, ma avevo ricevuto un gentile invito da Cocò al suo "PRANZO DELLE FESTE" organizzato insieme a Cuocapercaso, e non potevo esimermi dal partecipare! Ho deciso di portare queste "crocchè" (crocchette se preferite...), che a casa dei miei genitori non mancano mai durante le feste.
A dir la verità mia madre le ha sempre preparate anche per S.Lucia, ma diciamo che "barava", infatti prevedono l'uso della farina che, secondo la tradizione, nei piatti cucinati per S.Lucia, non si dovrebbe usare! Perciò, non potrò inserirla nella mia raccolta.
Si tratta di un piatto semplice e goloso, che di solito piace proprio a tutti; è un perfetto aperitivo, o antipastino, se accompagnato con delle verdurine in pastella. Un'idea in più è servirle dentro dei piccoli cartocci fatti con carta alimentare scura, come fanno nelle friggitorie qui, oppure, se non riusciste a reperirla, fatti di carta forno. Ovviamente andrebbero mangiate appena fritte, lasciandole riposare quel tanto che basta perchè non siano bollenti, ma si possono friggere anche con un paio d'ore di anticipo e poi "ravvivare" e scaldare nel forno molto caldo.


Ingredienti (per circa 25 crocchè):

100 g di farina
50 g di burro
mezzo litro di latte
un uovo
parmigiano grattugiato
sale, pepe, noce moscata

Preparazione:

La preparazione è abbastanza facile, parte da una besciamelle molto soda; uno dei segreti per una perfetta riuscita è proprio trovare la giusta consistenza della besciamelle; inoltre, bisogna lasciarla indurire per alcune ore, diciamo che va preparata a pranzo per poi fare le forme la sera, prima di cena.
Fate sciogliere il burro in un pentolino, su fuoco basso, poi unite gradualmente la farina, mescolando con una frusta e tenete sul fuoco finchè assume un bel color nocciola, quindi aggiungete lentamente il latte, "a filo", mescolando energicamente con la frusta per sciogliere tutti i grumi. Fate cuocere fino a quando prenderà il bollore e comincerà a gonfiarsi, salate, pepate e insaporite con una bella grattata di noce moscata.
Togliete dal fuoco, fate intiepidire leggermente mescolando per un paio di minuti e poi aggiungete il tuorlo dell'uovo (tenete da parte l'albume, vi servirà) e del parmigiano grattugiato; la quantità precisa non ve la so dire, mia madre va molto ad occhio, mentre io, che non lo amo, ne metto sempre pochissimo.
Lasciate raffreddare completamente.
Dopo alcune ore, prendete l'albume che avevate tenuto da parte e battetelo con una forchetta fino a renderlo leggermente schiumoso (non deve montare..basta che si gonfi un po'). Preparate un grande foglio di carta, e copritelo di pangrattato, meglio se piuttosto grossolano, al limite ricavatelo triturando nel robot del pancarrè tostato. Adesso siete pronti per preparare le crocchè.
Bagnate il palmo delle mani con l'albume sbattuto, poi prelevate un po' di composto dal pentolino e dategli una forma allungata rigirandolo tra le mani, facendolo intridere con l'albume. Non importa che la forma sia precisa, la aggiusterete quando le passerete nel pangrattato. Quando la crocchè sarà formata, lasciatela cadere nel pangrattato. Ripetete l'operazione fino ad esaurimento della besciamella, avendo cura di bagnare ogni volta le mani con l'albume, serve a dare consistenza alle forme.
Quando avrete terminato la besciamella, panate le crocchè, prima rigirandole nel pangrattato, poi prendendole in mano una per volta, insieme ad una manciata di pangrattato, per aggiustare la forma. Io le faccio allungate, grandi come un grosso pollice, all'incirca, ma immagino possano farsi anche tonde...
Friggetele in abbondante olio caldo, e scolatele con delicatezza, per non farle rompere. Questa volta io, per la prima volta, le ho fritte nella friggitrice, a 180° per 2 minuti circa.

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lunedì 10 dicembre 2007

A.A.A.: le ricette per S. Lucia. Invito ai food-bloggers siciliani (E NON...)!

Questa sarà una settimana intensissima per me, le pratiche continuano ad accumularsi sulla mia scrivania, Natale si avvicina ed io devo sbrigare moltissime commissioni e devo organizzare il necessario per la partenza (destinazione New York!). Questo per dirvi che non avrò tanto tempo per visitare i miei blog preferiti :-(
Ma oggi volevo lanciare una proposta ai (per la verità "alle", penso a Bian, a Viviana... uomini non ne conosco...ma l'invito è aperto a tutti!) food-blogger siciliani: poichè giovedì 13 dicembre è la festa di S. Lucia (sulla quale spero di fornire ai non siciliani le dovute notizie in un prossimo post, in breve non si mangiano prodotti a base di farina...pane, pasta, ecc.), ho pensato di preparare alcuni piatti tipici (arancine, "crocchè" di patate e di latte, gatò....) e di postarli per farli conoscere a tutti.
Per la verità, di solito non osservo più di tanto questa tradizione, che, come spesso accade per le feste popolari, si trasforma in un'occasione per concedersi peccati di gola, mascherandoli come atti di devozione ;-P
E poi mia madre era la regina incontrastata delle arancine e nessuno doveva disturbarla durante la preparazione!
Quest'anno, finalmente, ho una cucina tutta mia e ho voglia di cimentarmi in questi piatti più tradizionali.
Che ne dite di partecipare anche voi?? Per venire incontro ai nostri impegni, ho deciso di rimandare la pubblicazione al week end, quindi abbiamo una settimana di tempo. Sarebbe carino confrontare le ricette, vedere le varie rivisitazioni e personalizzazioni...insomma, io ho lanciato l'idea, se volete partecipare pubblicate la vostra ricetta e poi lasciatemi un commento qui!
Ci rivediamo a fine settimana con le mie ricette per S. Lucia!

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domenica 9 dicembre 2007

Tea Time

Alcune domeniche fa abbiamo organizzato un tè qui a casa con una dozzina di amici; io adoro i tè pomeridiani, sono un'occasione gradevole per stare in compagnia, non occorre troppo tempo per organizzarli e riempiono le domeniche invernali, quando piove e non si ha voglia di stare fuori. Mi piace accogliere gli ospiti con il profumo di un dolce appena sfornato...mi piace mettere nelle loro mani infreddolite (giuro, anche da noi ogni tanto fa freddo!!!) una tazza di tè bollente...insomma trovo che sia un bellissimo "rito", che spero di ripetere spesso quest'inverno.
Per accompagnare il tè, questa volta ho preparato uno strudel, servito praticamente appena sfornato (lo stesso che ho postato qui), una ciambella di pere e cioccolato e dei biscottini, dei cookies.
Cominciamo con la ciambella...

ciambella pere e cioccolato2

E questi sono i biscottini...

cookies con gocce


La ciambella è la versione "nera" di quella che ho postato qui con pere e cioccolato bianco. L'aspetto è un po' diverso, oltre che per il colore, anche perchè ho usato uno stampo diverso, in silicone...ma devo ammettere di preferire quello tradizionale!

Ingredienti (per una ciambella da 24 cm di diametro):

220 g di farina
120 g di cioccolato
mezza bustina di lievito
120 g di burro
100 g di zucchero
3 uova
1,2 dl di latte
sale
2 pere

Preparazione:

La preparazione è quasi la stessa dell'altra ciambella, tranne per il fatto che, questa volta, ho mescolato il lievito alla farina, come suggeriva la ricetta...diciamo che è meglio non farlo, non so perchè ma la lievitazione non è mai perfetta quando faccio così!
Preriscaldate il forno a 180°.
Imburrate ed infarinate lo stampo (o ungetelo leggermente se è di silicone). Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria e poi lasciatelo intiepidire. Mescolate la farina, un pizzico di sale ed il lievito (meglio aggiungerlo alla fine, dopo gli albumi). Con le fruste elettriche montate il burro con lo zucchero finchè sarà chiaro e spumoso; aggiungete i tuorli, uno alla volta, sempre lavorando con le fruste. Adesso utilizzate un cucchiaio di legno ed aggiungete il cioccolato fuso, poi, gradualmente, la farina, alternandola con il latte. Montate a neve gli albumi ed incorporateli al composto mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. Se non lo avete mescolato alla farina, aggiungete il lievito. Sbucciate le pere e tagliatele a fettine sottili. Versate metà del composto nella teglia, sovrapponete le fettine di pera e poi coprite con il restante impasto; oppure, versate tutto il composto e mettete le pere come copertura, disponendole a raggiera. Questa volta io le ho messe sopra, mettendo un po' meno latte in modo da ottenere un impasto abbastanza denso da impedire che affondassero, ma sono ottime anche messe all'interno.

Adesso passiamo ai biscottini:

COOKIES CON GOCCE DI CIOCCOLATO.

Anche questi biscotti sono presi da "Il libro d'oro del cioccolato", sono tra quelli che ho preparato più spesso; normalmente ci metto le nocciole tritate e come cioccolato uso quello in tavolette spezzettato, ma questa volta non ho messo nocciole e mi sono convertita alle gocce di cioccolato, che sono molto più carine da vedere! Certo, mi domando come siano fatte dato che, se uso pezzetti di cioccolata, in forno si sciolgono, mentre le gocce restano tutte perfettamente tonde...però non c'è niente da fare...sono più belle!

Ingredienti (per una ventina di biscotti):

150 g di farina
150 g di gocce di cioccolato
60 g di zucchero
40 g di zucchero di canna
mezzo cucchiaino di lievito
125 g di burro
1 uovo grosso
mezzo cucchiaino di essenza di vaniglia
1-2 cucchiai di latte
un pizzico di sale

Preparazione:

Preriscaldate il forno a 180°. Setacciate la farina, il lievito e un pizzico di sale in una ciotola. Lavorate il burro morbido con lo zucchero bianco e quello di canna con le fruste elettriche, fino ad ottenere un composto cremoso. Incorporate l'uovo e la vaniglia. Aggiungete il composto di farina e tanto latte quanto basta ad ottenere una pasta liscia. Infine, unite le gocce di cioccolato e mescolate bene. Distribuite la pasta su una placca coperta di carta forno, utilizzando un cucchiaino (non mettete troppo impasto, formate delle piccole noci ben distanziate tra loro, perchè cuocendo si allargano molto..). Fate cuocere per 12-15 minuti o fino a quando saranno dorati. Lasciateli intiepidire sulla piastra per 3 minuti, poi trasferiteli su una griglia e fateli rafferddare completamente.

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mercoledì 5 dicembre 2007

Pappardelle con crema di peperoni e zucchine

pasta crema peperoni e zucch

Vi sembra di aver già visto questa ricetta QUI? Sbagliato! Quella era con crema allo zafferano, qui la crema è di peperoni; si, insomma, è sempre gialla, ma il sapore è completamente diverso!
La crema di peperoni che ho usato per questa ricetta l'ho presa da un nuovo libro di cucina, "Menù per quattro stagioni" di Claudio Sadler, scritto con la collaborazione di Roberta Schira. Il libro è bellissimo e le presentazioni superbe, ma pecca nelle spiegazioni, davvero troppo sintetiche. Diciamo che devi sapere un bel po' di cose di cucina per poter seguire le sue ricette... Tuttavia, è un bellissimo libro e contiene molti spunti interessanti, che io, poi, combino in modo diverso in base alle mie esigenze.
Questa crema di peperoni (beh, non proprio questa...l'ho modificata un po'!), ad esempio, viene servita come antipasto, abbinata con broccoletti, insalata di cipolle e burrata a pezzetti (un piatto davvero scenografico e tutto sommato semplice), ma io, che sono sempre in cerca di nuovi condimenti per la pasta, l'ho utilizzata così.

Ingredienti (per due persone):

200 g di pappardelle
2 zucchine medie
1 peperone giallo carnoso
mezza cipolla bianca
mezzo bicchiere d'acqua circa
1 cucchiaino di paprika dolce
2 filetti d'acciuga sott'olio
2 formaggio cremoso (facoltativo)
olio, sale

Preparazione:

Lavate il peperone e tagliatelo a cubetti non troppo grandi. Tritate la cipolla.
Scaldate in un pentolino due cucchiai d'olio extravergine di oliva, fatevi sciogliere i filetti d'acciuga e poi rosolatevi la cipolla ed il peperone insieme (per cercare di alleggerire il soffritto...) per due minuti; aggiungete l'acqua, la paprika, salate e fate cuocere per circa 15 minuti, sorvegliando continuamente, per evitare che bruci o si attacchi. Se dovesse tendere ad attaccare, aggiungete ancora pochissima acqua; il peperone deve cuocersi, ma non deve restare troppo liquido nella pentola, altrimenti dovrete toglierlo prima di frullare, al fine di non pregiudicare la consistenza della crema. Quando il peperone sarà cotto, frullatelo con un frullatore ad immersione ed aggiungete, se volete, il formaggio cremoso. Io l'ho messo per caso, giusto per provare come stava, e per rendere un pochino più vellutata la crema.
Lavate le zucchine e tagliatele a fettine sottili, soffriggetele in una grande padella (in modo da non sovrapporle se possibile) con un velo d'olio per circa 7minuti (non devono spappolarsi).
Cuocete le pappardelle, scolatele al dente e fatele saltare nella padella delle zucchine, insieme alla crema di peperoni.
Contrariamente a quel che si dice dei peperoni, questa pasta è risultata molto delicata e la crema non aveva affatto un gusto aggressivo.
Ho provato questa pasta anche con i broccoletti al posto delle zucchine, era davvero buona e bella, con il verde dei broccoletti che si stagliava contro la pasta gialla, ma non l'ho fotografata! Il procedimento della crema, comunque, è uguale, ho solo aggiunto delle cime di broccoletti (quelli che io chiamo sparacelli) cotte a vapore.

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lunedì 3 dicembre 2007

Biscottini natalizi alle spezie (di Nightfairy)

Non resisto...ho mille ricette arretrate, ma questo fine settimana mi sono dedicata a questi biscottini e ne vado così fiera che non posso aspettare! Il merito è tutto di Nightfairy, non solo in quanto autrice delle ricette originali sia dei biscotti che della pasta di zucchero per decorarli, ma soprattutto per i suoi preziosi consigli e per le risposte alle mille domande che le ho rivolto!
Vi chiederete perchè tutto questo entusiasmo immagino..beh, vedete, io con i biscotti (e con le frolle in generale) ho sempre avuto grossi problemi: non riuscivo mai a fare dei biscotti croccanti, o che mantenessero la forma nel passaggio dal piano di lavoro alla teglia, o che non si liquefacessero durante la cottura, diventanto un'unica massa informe. E vi giuro che ne ho provate di ricette....
Ma questa volta, finalmente, ci sono riuscita (con qualche peripezia, naturalmente, mica è andato tutto liscio subito!). In più, mi sono cimentata anche nella decorazione con la pasta di zucchero, che mi ha fatto tornare bambina, facendomi ricordare quando giocavo con il pongo o il "das"! Insomma, per me è stato un sudato trionfo! Naturalmente, adesso che ho imparato a farli, ho in mente di comprare -in occasione del mio prossimo viaggio a New York- la formina per fare proprio gli omini di biscotto, come i suoi "gingerbread cookies"! E sarà dura aspettare fino a Natale e trattenermi dall'ordinarli su e-bay!
Devo suggerire a Nigthfairy di partecipare con i suoi biscotti all'iniziativa "Aspettando Natale" di Francescav, di cui trovate il logo a destra; i biscotti sono deliziosi e molto natalizi!
E dunque, dopo avervi stordito con le mie chiacchiere...eccoli!

biscotti tagliata


Rispetto alla ricetta di Nightfairy io ho ridotto le dosi, sia per i biscotti che per la pasta di zucchero, ed ho utilizzato il miele al posto del golden syrup. Unico piccolo difetto: temendo che risultassero troppo "piccanti" ho messo meno spezie di quante ve ne scriva qui sotto...ed erano troppo poche! Profumati si, ma non abbastanza!

Ingredienti (per circa 2 teglie di biscottini):

200 g di farina
100 g di zucchero
75 g di burro
100 g di miele di acacia biologico
1 tuorlo
un pizzichino di sale
mezzo cucchiaino raso di cannella
una punta di cucchiaino di noce moscata
due chiodi di garofano ridotti in polvere
mezzo cucchiaino abbondante di zenzero in polvere
quant'è metà di mezzo cucchiaino?
diciamo 1/4 di cucch.no di lievito
1/4 di cucchiaino di bicarbonato

Ingredienti per la pasta di zucchero:
(me ne è avanzata più di metà con queste dosi)

4 g di gelatina in fogli (2 fogli)
30 g di glucosio
25 g (circa) di acqua
270 g di zucchero a velo
coloranti alimentari in polvere

marmellata per attaccarla ai biscotti

Preparazione:

Per i biscotti:
Con le fruste elettriche montate il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema bianca e morbida, unite il miele, le spezie, il tuorlo ed, infine, la farina setacciata, alla quale avrete unito in precedenza il lievito ed il bicarbonato.
Quando sarà tutto amalgamato (non lavorate troppo, perchè anche le fruste riscaldano la pasta), formate una palla che avvolgerete nella pellicola e farete riposare in frigo un paio d'ore (Nightfairy suggeriva solo mezz'ora, ma con i miei precedenti volevo andare sul sicuro).
Trascorso questo tempo, prendete la pasta e stendetela con il matterello su un foglio di carta forno leggermente infarinato ottenendo una sfoglia di 3 mm di spessore (che, metro alla mano, vi dico che non sono pochissimi...infatti prima l'avevo stesa più sottile, ma i biscotti non sono sopravvissuti al trasferimento nella teglia e ho dovuto ricominciare!!!!). Tagliate i biscotti e disponeteli sulla placca forno rivestita di carta forno; ecco, questa per me è una fase drammatica, perchè già quando tolgo i ritagli di pasta e cerco di sollevare i biscotti (con una spatola sottilissima) si deformano tutti :-(
Allora ho provato un altro metodo: metto la sfoglia già nella teglia, ricavo i biscotti e tolgo solo la pasta in eccesso. Risultato: i biscotti si deformano lo stesso e nella teglia ce ne entrano si e no 10! Quindi sono passata al metodo 3: stendo la sfoglia, poi la metto 10 minuti in frigo in modo che si rassodi, e poi taglio i biscotti.
Poi dovrete impastare i ritagli (attenti, essendoci il miele nella pasta diventa un po' appiccicosa lavorandola), stendere di nuovo la pasta e ricavare altri biscotti fino ad esaurimento.
Vi giuro, per me è stato un dramma ma alla fine ce l'ho fatta! Ma ho notato che la pasta si era ammorbidita moltissimo ed allora, per non rischiare di rovinare tutto, ho deciso: HO LASCIATO LE TEGLIE CON I BISCOTTI TAGLIATI IN FRIGO TUTTA LA NOTTE!!! La mattina dopo, appena sveglia, ho acceso il forno, a 190°, e quando ha raggiunto la temperatura li ho infornati per 10 minuti. Appena sfornati li ho messi a raffreddare su una griglia. Perfetti, profumati e croccanti!

Una volta freddi (veramente il giorno dopo) li ho decorati con la pasta di zucchero che si prepara così:

Mettete in ammollo nell'acqua la gelatina, poi quando ha perso rigidità, mettete il tutto sul fuoco bassissimo e fate sciogliere la gelatina, senza farla mai bollire! Unite il glucosio, mescolate per sciogliere anch'esso e togliete dal fuoco. Mettete nel mixer lo zucchero a velo, unite il liquido precedentemente preparato ed azionate fino ad avere una pasta omogenea e lavorabile.
Per colorarla: mettete un po' di colorante il polvere sulla pasta e lavoratela con le mani fino a farlo assorbire, in modo che la pasta risulti colorata in modo uniforme. Stendetela su un foglio di carta forno, con le mani o con un matterello (preferibilmente in silicone, quello in legno si attacca) e ricavatene le decorazioni che preferite; io le ho fatte utilizzando le stesse formine usate per i biscotti.
Vi assicuro, è divertentissimo! E' un po' come giocare con il pongo!!
Per attaccare le decorazioni ai biscotti io ho utilizzato un sottilissimo velo di marmellata, steso con l'aiuto di uno stuzzicadenti.

biscotti dettaglio copia

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domenica 2 dicembre 2007

Mini Quiches con Zucca e Pannarello

Queste piccole crostatine le ho preparate in occasione di una cena improvvisata e, costretta a far presto, ho dovuto utilizzare una pasta brisè pronta(ebbene si, lo confesso)! Non è male, solo non è diventata abbastanza corccante e friabile, mi è rimasta troppo morbida. Ma forse ho solo sbagliato i tempi di cottura...Ma vi assicuro che è perfetta per le emergenze...aprite il frigo, la stendete, anche in uno stampo grande, e ci mettete dentro qualsiasi cosa vi suggerisca la vostra fantasia o il vostro frigo!
Quando le preparavo, mio marito ha sospirato con aria afflitta: "un'altra ricetta con la zucca, sigh!". QUesto per dire che io la zucca la compro quasi ogni volta che faccio la spesa, la metto ovunque (tranne nei dolci, almeno fino ad ora, ma proverò...)!!
Dato che mi sono piaciute molto, ho deciso di riproporvele con la ricetta della pasta brisè di Giallozafferano, con cui mi trovo piuttosto bene...insomma, nei limiti in cui io possa trovarmi bene con frolle e brisè...con cui ho un rapporto di amore-odio!
Il pannarello è un formaggio a pasta morbida, bianchissimo, e con superficie alveolata, dal sapore molto dolce e delicato; mio marito, che ama qualsiasi formaggio, specie se di gusto deciso, lo definisce "un formaggio inutile, di quelli praticamente senza sapore che piacciono a te"! A me comunque è piaciuto!

quichezucca


Ingredienti (per 4 piccole quiches):

per la pasta brisè:
200 g di farina
100 g di burro
70 ml di acqua molto fredda

per il ripieno:
350 g di polpa di zucca
1 cipolla
1 uovo
3 cucchiai di latte
100 g di pannarello
noce moscata
olio,sale e pepe

Preparazione:

Nel mio caso la preparazione ha saltato questa prima fase, dedicata alla pasta brisè, dato che la mia era pronta, ma vi posto il procedimento nell'ordine esatto.
Questa ricetta di pasta brisè mi piace perchè prevede l'ausilio del frullatore, il che mi aiuta a non rovinare l'impasto lavorandolo troppo!
Mettete nel frullatore la farina, il burro a pezzi freddo di frigo, un pizzico di sale e frullare il tutto fino ad ottenere un composto dall'aspetto sabbioso e farinoso. In alternativa, dovrete sfregare il burro e la farina con la punta delle dita, con un movimento simile a quello che si usa per indicare i "soldi", fino ad ottenere il predetto composto sabbioso.
A questo punto, disponete il composto ottenuto sul piano da lavoro (la ricetta consiglia di usare una superficie di metallo, vetro o marmo, basta che sia fredda, ma io non ho nessuna di queste...) nella classica forma a fontana ed impastate il tutto velocemente aggiungendo poco alla volta l'acqua fredda fino ad ottenere un impasto compatto, sodo ed abbastanza elastico.
Una volta pronta, avvolgete la vostra pasta brisè in un foglio di pellicola da cucina e lassciatela riposare in frigo per almeno 40 minuti.
Nel frattempo preparate il ripieno.
Scaldate due cucchiai di olio in una padella, soffriggete brevemente la cipolla, quindi aggiungete la polpa di zucca tagliata a dadini, fatela rosolare mescolandola per un minuto, poi bagnate con mezzo bicchierino d'acqua e fate cuocere per circa 15 minuti. Al termine della cottura, salate, pepate e profumate con una grattatina di noce moscata.
Preriscaldate il forno a 180°.
Stendete la pasta ad uno spessore di circa 3 mm e ricavatene quattro dischi, del diametro desiderato, ed usateli per rivestire gli stampi da crostatina. Bucherellate il fondo con una forchetta.
Disponete sopra il ripieno di zucca; sbattete l'uovo con il latte e versatelo nelle quiches sopra il ripieno. Avrete notato che, rispetto ad una quiche "doc", manca la panna, ma trattandosi di emergenza, non ne avevo a disposizione!
Completate con un paio di fettine di pannarello o altro formaggio a piacere e cuocete in forno caldo per 30 minuti circa, finchè la pasta apparirà dorata e crocccante.

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venerdì 30 novembre 2007

SOS Ricetta: Ravioloni con Ripieno di Zucca e Amaretti

Questo è stato il mio primo esperimento con la pasta fatta in casa, so che non è venuto perfetto, in particolare la ricetta che ho usato per la sfoglia non mi ha convinto ed i funghi che mi ha venduto il fruttivendolo si sono rivelati non proprio freschissimi...inoltre, il ripieno era un po' troppo dolce. Insomma, se dovessi dare un voto direi un 6 meno meno, ma poichè non ho mai preteso di essere perfetta voglio condividere questo mezzo pasticcio con voi, anche per capire con il vostro aiuto cosa potrei migliorare (a parte lamentarmi con il fruttivendolo, è ovvio!).
Tra l'altro, mi sono divertita un sacco a prepararli, perchè alla fine ho avuto difficoltà a fare tutto da sola e mio marito mi è venuto in soccorso, io stendevo la sfoglia con la macchinetta, quella a manovella, e lui chiudeva i ravioli (con il mio bellissimo stampo, per maxi ravioli, da circa 10 cm di diametro), mentre un nostro amico, piombato a pranzo da noi senza preavviso, tagliava i funghi...insomma, un po' di caos ma alla fine una mattinata proprio piacevole!

ravioli zucca

Per la ricetta della pasta non metto le dosi, che proprio non vanno bene secondo me; invece mi piacerebbe che mi suggeriste le dosi che ritenete più adatte per la pasta ripiena, considerando che il mio stampo è proprio molto grande (10 cm circa). La prossima volta vorrei fare questi ravioloni con uno dei miei ripieni preferiti: o ricotta e spinaci o ricotta e radicchio.
Diciamo che più che una ricetta è una richiesta di suggerimenti!


Il ripieno, invece, ve lo descrivo, perchè era buono; solo, un tantino troppo dolce, ma credo sia dipeso dal fatto che ho drasticamente ridotto il parmigiano, che avrebbe contrastato la dolcezza degli amaretti. La ricetta (del ripieno, non della sfoglia purtroppo!!) l'ho presa dal libro "Pasta Italia".

Ingredienti per il ripieno:

Le dosi della ricetta sarebbero per 4 persone, ma si trattava di tortelli. Essendo questi ravioli molto grandi alla fine ho dovuto lesinare sul ripieno per ottenerne circa 16.

1 kg di zucca gialla
30 g di amaretti
150 g di parmigiano grattugiato
100 g di burro

Preparazione:

Pulite la zucca, tagliatela a tocchetti e fatela cuocere in forno a 180° per 20 minuti. Schiacciatela poi con una forchetta e amalgamatela con gli amaretti sbriciolati il parmigiano e il burro morbido in fiocchi.
Io ho fatto tutto con il mixer. Riempite i ravioli e lasciateli riposare almeno un'ora prima di cuocerli.

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mercoledì 28 novembre 2007

Strudel Di Mele con Gelato al Pistacchio in Coupelle

Devo premettere che mio marito è un appassionato di strudel...ed è anche molto severo nei giudizi. Uno degli ospiti di quella sera, quando ho servito questo dolce e mio marito lo assaggiava con aria critica ha detto: "Guardatelo, abbiamo qui il Professor Strudel che esprime il suo giudizio"!!
Insomma, questo per dire che i miei strudel in passato non gli piacevano mai; ma questo finalmente ha riscosso la sua approvazione.
La ricetta della pasta è frutto di lunghe ricerche, ed è un mix di quella tipica dell'Alto Adige, che ho trovato grazie al forum di Cavoletto di Bruxelles, e di una che compare nello speciale dolci di "Cucina Italiana".
Per il ripieno ho usato gli ingredienti trovati in un sito di ricette tradizionali alto-atesine (che prevedeva sia il ripieno base, sia le varianti esistenti, tra cui l'uso dei pinoli), con le dosi prese dallo speciale dolci di "Cucina Italiana" (che erano assai più precise). Di mio ho aggiunto le noci, che ci stanno benissimo.
Le coupelle sono tratte dal suddetto speciale dolci, mentre il gelato...lo confesso, l'ho comprato in pasticceria, dato che non ho la gelatiera (che insieme all'impastatrice figura tra i miei prossimi acquisti per la cucina...)! Comunque, qui da noi i gelati artigianali, specie in certi posti, sono eccellenti!
Devo ammettere che fare lo strudel mi è piaciuto moltissimo (ed, infatti, l'ho rifatto poco tempo dopo per un tè pomeridiano), la pasta è meravigliosa da lavorare, io trovo rilassante impastarla a lungo (il segreto è proprio questo), torcerla e sbatterla, ed è così morbida ed elastica che è un piacere impastarla. E anche stenderla è piacevole, non è troppo dura e man mano che la vedi ingrandirsi ti senti molto soddisfatta!
AGGIORNAMENTO DEL 4.12.2007: dato che nell'ultimo numero di Cucina Italiana viene proposto uno strudel come dessert per i menù delle feste, e che questo mio strudel è stato apprezzato, ho deciso di partecipare con questa ricetta all'iniziativa di Francescav "Aspettando Natale", di cui vedete il logo qui a destra.

strudel

La ricetta tradizionale diceva che i perfezionisti stendono la sfoglia fino a renderla quasi trasparente, tanto da permettere di leggere un foglio di giornale che sia messo sotto! Ebbene, sotto la mia c'era uno strofinaccio disegnato, non un giornale, ma vi garantisco che i disegni si vedevano perfettamente! E, infatti, è venuto un maxi strudel!


Ingredienti:

per la pasta:
250 g di farina
70 g di burro fuso
un uovo
5 cucchiai di acqua tiepida
un pizzico di sale

per il ripieno:
1 kg di mele golden
100 g di zucchero
30 g di pinoli
40 g di noci
50 g di uvetta
3 fette di pane a cassetta (io uso il PanBauletto)
rum
cannella

un tuorlo d'uovo per spennellare (conservate l'albume)

per le coupelle:
Io ho usato l'albume avanzato (me ne servivano solo 4), ma comunque tutti gli ingredienti vanno messi in egual peso tranne il burro che deve essere un decimo del peso degli altri (in altre ricette invece è uguale agli altri ingredienti, ma queste son venute bene e sono più leggere). Quindi per 4 coupelle io ho usato:
35 g di albume
35 g di farina
35 g di zucchero a velo
3,5 g di burro

Preparazione:

In una ciotola mettete la farina a fontana con un pizzico di sale, ponete al centro gli altri ingredienti: l'uovo, il burro fuso e l'acqua, quindi lavorateli con una forchetta, girando in modo da incorporare gradualmente sempre più farina dai bordi. Quando sarà quasi assorbita lavorate brevemente con le mani in modo da amalgamare tutti gli ingredienti in un impasto uniforme. A questo punto trasferite la pasta sul piano di lavoro infarinato e lavoratela MOLTO A LUNGO (almeno 15 minuti) e con energia, torcendola, tirandola e battendola, ossia lanciandola con forza sul piano di lavoro. Alla fine, deve essere così elastica da poterla tirare molto senza romperla.
Datele la forma di una palla, spennellatela con olio o burro fuso, in modo che non si screpoli, quindi ponetela a riposare sotto un recipiente caldo per un'ora.

Frattanto, preparate il ripieno. Mettete l'uvetta a bagno nel rum; triturate grossolanamente le noci; tritate il pane a cassetta con il mixer, riducendolo in briciole. Pesate e tenete pronti lo zucchero e i pinoli.
In un padellino antiaderente fate sciogliere una piccola noce di burro e tostate il pangrattato ottenuto dal pane a cassetta con due cucchiai di zucchero (prelevati dai 100 g), mescolando continuamente affinchè non si bruci; dopo 5 minuti unite i pinoli, le noci e l'uvetta scolata e strizzata e tostate per altri 5 minuti o finchè non sarà leggermente dorato (ma non brustolito). Sbucciate le mele e tagliatele a fettine sottili (questo in ultimo, per non farle annerire) e mettetele in una ciotola in cui unirete tutti gli ingredienti: il pangrattato tostato, il restante zucchero e la cannella abbondante.
Accendete il forno a 180°.
Prendete la pasta e stendetela, sopra un canovaccio infarinato, con il matterello al minore spessore possibile. A questo punto, sollevatela leggermente da una parte e, partendo dal centro, passate le mani sotto la sfoglia con il dorso rivolto verso l'alto, e curvandole leggermente tirate delicatamente in modo da allargare ulteriormente la sfoglia (la ricetta tradizionale suggerisce di farsi aiutare da un'altra persona!), finchè diventerà quasi trasparente. Ripetete l'operazione da tutti i lati. Se la pasta è giustamente elastica, non dovrebbe bucarsi e comunque qualche piccolo buco non crea troppi problemi.
Ricoprite la sfoglia con il ripieno lasciando una striscia libera lungo i margini. Piegate verso l'interno prima due lati opposti (io piego quelli più corti) e poi arrotolate lo strudel con l'aiuto dello strofinaccio. Sigillate le aperture e trasferitelo sempre con l'aiuto del canovaccio sulla placca del forno ricoperta di carta forno. Piegate le estremità dando la forma di un ferro di cavallo al dolce. Spennellatelo con l'uovo sbattuto con un goccio di latte ed infornate per 40 minuti a 180°.
Servite tiepido.

Per le coupelle:
Mescolate la farina e lo zucchero in una ciotola, quindi unite il burro morbido e l'albume non montato. Mescolate il composto con la frusta a mano fino ad ottenere una crema soffice e piuttosto fluida. Disponetela a cucchiaiate sulla placca del forno coperta di carta forno allargandola con il dorso del cucchiaio in modo da ottenere dei dischi ben distanti uno dall'altro. Cuocete in forno caldo a 200° per una decina di minuti, anche meno, fino a doratura. Sfornateli ed appoggiateli ancora caldi su un bicchiere dal fondo tondeggiante e sovrapponete una ciotolina per dare la forma desiderata. Lasciate raffreddare.
Per servirle spolverizzatele di zucchero a velo e cannella e ponetevi al centro una pallina di gelato al pistacchio.

Componete il piatto con una fetta di strudel (che avrete spolverizzato con abbondante zucchero a velo e cannnella), una coupelle con dentro il gelato.
Potete servire lo strudel, se preferite, anche con una crema inglese leggera.

strudel dall'alto

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martedì 27 novembre 2007

Lonza Di Maiale In Crosta Alle Erbe

Eccomi con la ricetta della lonza in crosta. Come al solito mi tocca fare tutto di corsa, ma il tempo è tiranno e io ho cucinato fino ad un minuto fa (spaghetti con ragù di capone e filetto di capone in crosta veloce di pistacchi...prima o poi vedrete le ricette...sempre che le foto siano venute bene...in questa casa la luce non è proprio adatta per le foto purtroppo...). Ecco, già sto divagando...torniamo alla lonza.
Come vi ho anticipato è stato il secondo di una delle scorse "cene del giovedì" ed è tratta dal libro "Arrosto" di Sonia Stevenson, che, oltre a contenere moltissime ricette interessanti, è molto preciso ed accurato nelle spiegazioni.
La ricetta prevedeva un carrè di lonza pulito (cioè senza cotenna) ma con l'osso, mentre io ho utilizzato della lonza senza osso.
L'ho accompagnata con del semplice purè di patate fatto più denso in modo da poterne ricavare delle quenelle, che mi sembravano più decorative! Non credo sia necessario postare la ricetta del purè...anche perchè sono andata molto ad occhio (e me ne è avanzato una tonnellata...); se però vi interessa vedrò di ricordare le dosi.

Ho appena deciso di partecipare con questa ricetta all'iniziativa di FRANCESCAV "Aspettando Natale", che si propone di raccogliere un gran numero di ricette da proporre per le feste natalizie. Se cliccate sul link troverete tutte le informazioni. L'aspetto più interessante è che possono partecipare proprio tutti, anche chi non ha un blog: non è fantastico? Io conosco un sacco di gente che non ha un blog ma i cui piatti meriterebbero di essere condivisi, perciò....fatevi avanti!

lonza in crosta


Ingredienti (per 4 persone):

1,5 kg di carrè di lonza di maiale pulito*
6-7 fette di pancetta tesa non affumicata (facoltativo nella ricetta ed infatti io non le ho usate)
2 spicchi d'aglio
150 ml di buon vino rosso
2 cucchiai di olio d'oliva
60 g di pancarrè triturato con il mixer
1 cucchiaio di prezzemolo fresco tritato
un rametto di rosmarino fresco
qualche foglia di salvia
2 fogli di gelatina (facoltativo anche questo)
sale e pepe nero
circa 200 ml di brodo di carne
* il mio era senza osso e non so quanto pesasse, inoltre era legato per mantenere la forma durante la cottura

Preparazione:

Il bello di questo libro è che ti fornisce i tempi esatti e nella maggior parte delle ricette ti suggerisce anche la tabella di marcia da seguire, perciò vi riporto quasi pedissequamente la ricetta, con le piccole variazioni che ho fatto, anche in considerazione della mancanza d'osso nella mia carne e del fatto che non ho usato la pancetta.
Calcolate un paio d'ore di marinatura della carne e circa un'ora e trenta di cottura per un pezzo di....non ho idea, saranno stati 800 g, forse meno.
Se usate la pancetta, stendetela sul fondo di una casseruola (quelle allungate, tipiche per gli arrosti e gli stufati) o in una teglia da forno d'acciaio (mi manca, sigh!).
Fate piccole incisioni nella carne ed infilateci delle fettine di aglio (uno spicchio lasciatelo intero). Salate e pepate.
Versate il vino in un sacchetto di plastica (quelli per congelare), aggiungete un cucchiaio di olio, le spezie e gli aromi e poi mettete dentro la carne. Chiudete il sacchetto togliendo l'aria, poggiatelo su un piatto e fate marinare in frigo per almeno 2 ore. Qui ho un appunto da fare: usando il vino rosso la carne diventa scura, se volete mantenerne il colore originale usate del bianco, anche se darà meno sapore.
Togliete la carne dal frigo e accendete il forno a 250°. Mettete la carne nella teglia o casseruola (sopra l'eventuale pancetta) e bagnate con la marinata. Appena il forno sarà caldo, abbassate la temperatura a 180° ed infornate la carne. Giratela una volta dopo una quarantina di minuti.
Nel frattempo, scaldate un altro cucchiaio di olio in una padella, aggiungete l'altro spicchio d'aglio leggermente schiacciato, fatelo dorare, poi toglietelo e aggiungete il pangrattato ricavato mixando il pane a cassetta, il prezzemolo e un rametto di rosmarino fresco. Fatelo dorare mescolando continuamente, per una decina di minuti.
Dopo un'ora di cottura, togliete la carne dal forno e, se come la mia era legata, togliete lo spago (attenti a non scottarvi!), copritela con il pangrattato aromatizzato. Non preoccupatevi se cadrà in parte nella teglia, lo utilizzerete dopo, per la salsa.
Bagnate bene la carne con il fondo di cottura e rimettetela in forno per altri 30 minuti o fino a quando il termometro (che io ancora non ho!) segnerà 80°.
Togliete l'arrosto dalla teglia e ponetelo a riposare coperto su un piatto da portata.
Versate il brodo caldo nella casseruola, portate ad ebollizione sul fuoco e se non usate la pancetta aggiungete la gelatina ammollata in acqua fredda e strizzata; amalgamatela bene. Aggiustate di sale e pepe e lasciate addensare per 10 minuti (andate ad occhio, quando sarà sufficientemente densa toglietela dal fuoco; i tempi variano a seconda se usate la gelatina o meno).
Se avete usato la pancetta, dovrete frullare la salsa con un frullatore ad immersione.
Tagliate la carne a fette non troppo sottili e servitela coperta con la salsa ed accompagnata dal purè di patate, cui avrete dato la forma di quenelle con l'aiuto di due cucchiai.
Se avete la fortuna di disporre di un po' di tartufo, ho sentito dire che sarebbe perfetto aromatizzare il purè!

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domenica 25 novembre 2007

Blinis (di CoCo) con salmone e blinis con crudo e stracchino

I blinis di CoCo -di "Sale e pepe quanto basta"- naturalmente!!! Infatti è lei l'artefice di questa ricetta, che ha pubblicato sul suo bellissimo blog e precisamente QUI qualche mese fa.
Appena l'ho letta mi è piaciuta subito, per la semplicità e la versatilità di queste frittelle (vagamente somiglianti ai pan cakes ma salate), che possono essere accompagnate con moltissime cose e sono perfette da servire come antipasto nelle cene importanti (o come piatto più o meno unico per soddisfare la propria personale golosità!!!).
Io ne ho servito uno con il salmone, proprio come ha fatto CoCo, ed uno, seguendo il suo suggerimento di abbinarli con salumi e formaggi morbidi, con crudo di Parma e stracchino.
Riporto FEDELMENTE la sua ricetta alla quale non ho cambiato proprio nulla! Questa volta, infatti, ho frenato i miei impulsi "creativi" - che a volte mi fanno combinare disastri!- ed ho fatto bene perchè sono venuti perfetti!!!

blinis


Ingredienti (per circa 11 blinis):

100 g di farina 00
200 ml di latte
12,5 g di lievito di birra
1 uovo
1 cucchiaino di sale

Preparazione:

Scaldate leggermente il latte e scioglieteci dentro il lievito di birra; io per fare questa operazione ed essere sicura che il lievito si sciolga completamente, lo faccio sciogliere aiutandomi con la punta delle dita; dapprima diventerà appiccicoso, poi, quando il ievito sarà sciolto, cesserà di esserlo.
Mescolate il latte con il lievito alla farina, aggiungendolo "a filo" e mescolando con una frusta a mano, per evitare la formazione di grumi. Aggiungete il sale ed il tuorlo d'uovo (conservate l'albume) e mescolate sempre con la frusta per qualche minuto fino ad ottenere una pastella liscia.
Lasciatela lievitare per circa un'ora. Trascorso questo tempo, montate (con una frusta elettrica) l'albume a neve con un pizzico di sale ed unitelo alla pastella precedentemente preparata, mescolando fino ad ottenere un composto liscio ed uniforme.
Spennellate un padellino antiaderente con poco burro (non importa che sia più grande di quanto voi desiderate fare i blinis, perchè il composto è molto denso e non si spande sulla padella, perciò per ottenere la dimensione voluta basterà porre la pastella al centro del padellino con un cucchiaio o mestolo) e versatevi mezzo mestolo di pastella per volta. Fate cuocere la frittellina da un lato finchè sarà asciutta e dorata, poi giratela delicatamente (magari con l'aiuto di una spatola) e cuocetela dall'altra parte. Proseguite fino ad esaurimento del composto. Io li ho fatti di circa 10 cm di diametro e ne ho ottenuti 11.
Servite i blinis ancora caldi.

Come potete vedere dalla foto, questa volta ne ho servito uno aperto con del salmone affumicato precedentemente condito con limone e pepe, ed uno piegato a metà e farcito con una fettina di prosciutto crudo di Parma e una fetta di stracchino. Ma si possono abbinare davvero con mille ingredienti...scatenate la fantasia!
E, infatti, credo proprio che li riutilizzerò, soprattutto durante le feste di Natale, mi ispirano come antipasto per la cena della Vigilia ad esempio!

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Le Cene del Giovedì. Capitolo 4 - Menù

Ecco un altro menù completo, cui faranno seguito le singole ricette spiegate nel dettaglio. Questa cena risale addirittura agli inizi di novembre...all'8 novembre per la precisione (questo interessa a me, più che a voi...mi serve per ricordare esattamente quando e con chi ho cucinato determinate cose! :-P)
Ah, forse vi accorgerete che alcuni post relativi a precedenti cene, sui quali avevate lasciato dei commenti, non sono più "al loro posto"! In realtà, nel trasferirli dall'altro blog avevo sbagliato la data di pubblicazione, che ora ho corretto. Inoltre, ho deciso di dividere tutti i menù delle mie "Cene del Giovedì" in capitoli, giusto per fare un po' d'ordine!

Ma adesso torniamo al menù:

Antipasto:
Blinis (di CoCo) con salmone e con crudo e stracchino

Secondo:
Lonza di maiale in crosta alle erbe

Contorno:
Quenelle di purè di patate

Dessert:
Strudel di mele con gelato al pistacchio di Bronte in coupelle

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venerdì 23 novembre 2007

Pasta con gli "sparacelli" (broccoletti)

Giuro, da noi si chiamano proprio così! Non so se davvero li chiamino broccoletti in altre parti d'Italia, ma credo di si. Cerco di spiegarvi meglio com'è questa verdura, così forse riusciremo a capirci! Allora, da noi si vende a "mazzi", di due tipi diversi: un tipo ha un solo fiore piuttosto grande (ma non quanto un broccolo, molto più piccolo, almeno un terzo) e delle foglie che si puliscono sfilandole, cioè tirando la foglia in modo da eliminare la venatura centrale, che resta attaccata al "ramo"; un altro tipo, invece, ha diversi fiori ancora più piccoli, sempre accompagnati dalle foglie. I fiori (ma anche le foglie) sono di colore verde scuro, e ricordano i fiori dei broccoli, forse più di quelli romani. Che altro? Si dice che la parte più saporita siano proprio le foglie.
Ho cercato su Google e ho trovato un'immagine che si capisce abbastanza, benché si vedano poco le foglie, comunque è nel forum di Gennarino, precisamente qui; la ricetta invece è diversa da questa, è come la mia pasta con i broccoli in tegame, ma fatta con gli sparacelli.
Sperando di essere riuscita a spiegarvi di che verdura si tratti, adesso vi descrivo la pasta, che è davvero buona. Io ho usato delle orecchiette, ma spesso si fa con i bucatini o anche spaghetti o linguine. Insomma, come spesso accade con la pasta, dipende dai gusti!

pasta con sparacelli2


Ingredienti:

200 g di orecchiette
un mazzo di "sparacelli" (a peso non saprei, qui si vendono a mazzi)
uno spicchio di aglio
3 pomodori tondi o circa 10 pomodorini
un filetto di acciuga (facoltativo)
olio e.v.o.
sale, peperoncino

Preparazione:

Pulite gli sparacelli, tagliando i fiori (o cime) in pezzi piccoli e sfilando le foglie più tenere; io di foglie ne prendo poche, perchè sono un tantino troppo fibrose per me. Riducete anche le foglie a striscioline. Lavate MOLTO accuratamente il tutto, tenedo anche in ammollo e cambiando spesso l'acqua.
Ponete sul fuoco una pentola capiente piena d'acqua, appena arriva a bollore salate e cuocete gli sparacelli per 10 minuti. Scolateli con un mestolo forato e usate l'acqua di cottura per cuocere la pasta.
Nel frattempo, fate soffriggere l'aglio in una padella con due cucchiai di olio e un filetto di acciuga (che deve essere sciolto nell'olio caldo) per un minuto, poi unite i pomodori pelati, privati dei semi e ridotti a cubetti (o i pomodorini tagliati a metà) salate e fateli soffriggere per 4 o 5 minuti, poi, quando si sarà asciugato il loro liquido, mettete a soffriggere anche gli sparacelli lessati, aggiungete un po' di peperoncino e bagnate con un mestolino di acqua della pasta. Dovrete saltare il tutto per altri 3-4 minuti; gli sparacelli saranno diventati una specie di crema. Appena la pasta sarà cotta, versatela nella padella e saltatela con il condimento.

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giovedì 22 novembre 2007

Vinci una cena esclusiva per due. Chissà magari...

contest2

Eh si, avevo letto il post relaitvo a questo concorso in due diversi blog, uno è quello di Coco, l'altro non lo ricordo più. Alla fine, cominciando a curiosare nel sito di Elation e leggendo il regolamento del gioco, promosso da "Turismo in Italia" - "IlComuneInforma", mi son detta: "Beh,non solo tentar non nuoce, ma non tentare in questo caso sarebbe davvero sciocco"! E così eccomi qui, che vi rendo partecipi di questa bella iniziativa, di cui troverete tutti i dettagli qui. Ci sono ristoranti sparsi un po' in tutta Italia tra cui è possibile scegliere. Io ovviamente ho pensato subito a quello in Sicilia ma...non voglio porre limiti alla mia immaginazione, magari potrebbe essere l'occasione per un weekend fuori!!!
E poi con mio marito abbiamo deciso che, se non dovessimo vincere, potremmo sempre auto-regalarci la cena! Infatti, l'avevamo già adocchiata su www.elation.it tra le proposte presenti nella nostra regione che non avevano un costo proibitivo. Che altro dire? Vedremo....

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Vellutata Verde con Quenelle di Semolino

Eccomi con la prima ricetta nuova dopo il trasloco.
Da quando ho scoperto le vellutate con questa, "velluterei" qualsiasi verdura! E infatti, questo è il secondo esperimento, molto riuscito direi. In pratica, mi sono ritrovata senza sapere cosa mangiare e molto infreddolita, così ho aperto il frigo in cerca dell'occorrente per una zuppa: mi sono arrangiata con delle zucchine e delle verdure surgelate "di emergenza", che tengo sempre nel congelatore!

L'idea di partenza era abbinarla con degli gnocchi di semolino, ma...ho avuto troppa fretta ed il semolino non ha avuto tempo di rapprendere, così ho dovuto trasformare gli gnocchi in quenelle!

Vellutata verde


Ingredienti (per due persone):

per la vellutata:
350 g di zucchine
250 g di piselli (surgelati)
100 g di spinaci (sempre surgelati, se sono freschi dovrete aumentare la quantità)
2 cipollotti
100 ml di latte
400 ml di acqua
sale, pepe
olio e.v.o.

per le quenelle:
100 g di semolino
mezzo litro d'acqua
sale, pepe
15 g di burro
1 tuorlo
1 cucchiaio di parmigiano

Preparazione:

Per la vellutata:
Tritate finemente i cipollotti e fateli soffriggere in una pentola con 2 cucchiai di olio e uno di acqua; quando saranno diventati trasparenti unite le zucchine tagliate a dadini, fatele rosolare per 1 minuto, poi unite i piselli, rosolate anche questi per un minuto, quindi aggiungete il latte e l'acqua tiepidi. Salate e coprite per far prendere il bollore. Quando bollirà, unite anche gli spinaci (se surgelati, oerchè, come sapete, devono cuocersi nell'acqua già bollente). Cuocete per 20 minuti a fuoco moderato, o fino a che le verdure saranno tenere. Appena saranno pronte, frullate il tutto con un frullatore ad immersione. Naturalmente, se durante la cottura il liquido dovesse esaurirsi, aggiungete altra acqua; vice versa, se al termine dovesse sembrarvi tutto troppo acquoso, eliminate un po' di brodo prelevandolo con un mestolo prima di frullare, al fine di non pregiudicare la densità della vellutata.

Per le quenelle (o gnocchi se preferite):
Fate bollire l'acqua, salatela e stemperatevi il semolino, facendo attenzione a non far formare grumi. Cuocete a fiamma media per 4 o 5 minuti, mescolando continuamente, poi spegnete, aggiungete il tuorlo ed il parmigiano. Usando due cucchiai, formate con il semolino le quenelle (ne verranno circa 8), che adagerete nei piatti sopra la vellutata.
Se, invece, volete fare gli gnocchi, stendete la "polentina" di semolino su un tagliere o su un vassoio coperto di carta forno e fatela raffreddare. Poi con un tagliapasta rotondo (o con la forma che più vi piace) ricavate gli gnocchi e poneteli sulla placca del forno rivestita di carta forno. Spolverizzateli di parmigiano e gratinateli in forno a 200° per 5 minuti, dopo di che adagiateli sulla vellutata.

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Trasloco completato!

Finalmente ieri sera ho completato il trasferimento di TUTTI i post dall'altro blog. Una faticaccia!! Nonostante avessi aperto il blog solo a settembre, avevo già postato un bel po' di ricette!
Sono anche riuscita a trasferirle con la data di pubblicazione originale, perciò nell'archivio adesso troverete molte ricette "nuove"....se vi va di andare a dare un'occhiata!
Comunque, adesso è ufficiale: il mio blog è tutto qui!Ci vediamo più tardi con una nuova ricetta...nuova per davvero stavolta!

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martedì 20 novembre 2007

Zuppa di lenticchie e scarola

Con il freddo che c'è stato nelle scorse settimane mi sono data alle zuppe! So che molti miei amici storceranno il naso, perchè non amano(per non dire detestano!) i legumi, ma a me piacciono un sacco!
Io ho preparato questa zuppa con delle lenticchie biologiche che avevo comprato, ma l'ideale sarebbe farla con le lenticchie di Castelluccio, che però qui non si trovano facilmente!

zuppa lenticchie scarola


Ingredienti:

250 g di lenticchie
2 cipollotti
una carota
4 foglie di alloro
1 mazzetto di scarola (qui si pone un altro problema, a Palermo ce ne sono almeno 4 tipi di scarola...io ho usato quella liscia)
olio, sale, pepe nero di mulinello

Preparazione:

Mettete a bagno in acqua fredda le lenticchie per 8 ore (non se sono quelle di Castelluccio). Trascorso questo tempo, preparate un soffritto con i cipollotti, la carota tritata finissima, l'alloro e 2 cucchiai di olio extravergine di oliva. Lasciate soffriggere per 2 minuti, aggiungete le lenticchie e rosolate anche queste per circa un minuto. Coprite con un litro di acqua tiepida, unite un pizzico di bicarbonato, salate poco, pepate e fate cuocere a fuoco lento per un'ora. Nel frattempo, lavate la scarola e tagliatela a striscioline. Trascorsa un'ora di cottura delle lenticchie, unite la scarola e fate cuocere ancora per una mezz'ora.
Servite con crostini di pane ed un filo di olio a crudo. Magari in una bella zuppiera di "coccio" come questa, che fa tanto zuppa campagnola!!

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Tort(in)a di mele di Nonna Papera

Quando ho cucinato queste tortine ero stata assalita da un'irrefrenabile voglia di torta di mele ma erano le dieci di sera e io avevo in casa UNA sola mela, così ho deciso di ridurre un po' le dosi della mia torta preferita e farne delle tortine, che, avendo minor superficie disponibile, avrebbero richiesto meno fettine di mela. L'esperimento non è riuscito benissimo, perchè cuocendola negli stampini da muffin la consisitenza della pasta è venuta diversa dal solito, meno soffice; quindi vi consiglio caldamente di fare una sola torta grande e, infatti, vi riporto le dosi della mia storica ricetta.

Questa ricetta risale alla mia infanzia, fa parte di un ricettario a puntate (ricettario di Nonna Papera appunto) pubblicato dal Topolino quando ero bambina, che ho gelosamente custodito ed usato tante volte nel corso degli anni. Contiene un sacco di ricette buone e semplici, fra cui una delle migliori torte di mele che abbia mai provato, soffice ma un pochino rustica, non troppo dolce e profumata di cannella!

tortina di mele


Ingredienti (per una torta di 24 cm di diametro):

200 g di farina
100 g di zucchero
2 uova
70 g di burro
un bicchiere di latte
un limone
mezza bustina di lievito
3 mele
burro e pangrattato per lo stampo
zucchero e cannella per le mele

Preparazione:

Imburrate lo stampo e cospargetelo di pangrattato (lo so, sembra strano, ma da un certo non so che davvero speciale alla torta). Potete tagliare le mele adesso, irrorandole con il succo di limone, oppure alla fine, a patto che in quest'ultimo caso lo facciate rapidamente.

Accendete il forno a 180°. Lavorate con le fruste elettriche (o a mano se preferite) il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida, unite le uova (in alternativa, potete mettere solo i tuorli, montare a parte gli albumi ed incorporarli alla fine, prima del lievito), uno alla volta, mescolando fino al completo assorbimento prima di aggiungere il secondo. Poi unite gradualmente la farina setacciandola, alternando con il latte a temperatura ambiente. Infine, aggiungete il lievito. Versate l'impasto, che non sarà proprio liquido, ma piuttosto denso e consistente, nello stampo.

Sbucciate le mele e tagliatele a spicchi e poi a fettine sottili (se lo avete fatto prima scolatele dal succo di limone), quindi disponetele a raggera sopra la torta, inclinandole leggermente in modo che affondino parzialmente nell'impasto, e mettetele molto molto fitte. Grattugiatevi sopra la scorza di un limone, poi cospargete con 3 o 4 cucchiai di zucchero e una generosa spolverata di cannella. Infornate per 40 minuti. Io ve la consiglio ancora tiepida...è una meraviglia!.

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