martedì 26 febbraio 2008

Crostata di lamponi con crema alla vaniglia

Vi avevo già accennato della mia passione per i frutti di bosco...ebbene, i lamponi che sono a base della ricetta di oggi sono frutto dello stesso raptus che mi ha indotto ad acquistare i mirtilli finiti nel filetto di qualche giorno fa. In altre parole, nello stesso giorno ho fatto man bassa di frutti di bosco e poi mi sono dovuta ingegnare per utilizzarli rapidamente. Poichè i mirtilli sono stati protagonisti di una ricetta salata, ho deciso di usare i lamponi per un dolce speciale. Ho desiderato preparare questa crostata da quando ho acquistato il libro di Sadler, "Menù per quattro stagioni"...finalmente mi sono decisa a farlo e sono rimasta molto soddisfatta del risultato (eccezion fatta per la decorazione, che non è venuta perfetta ed elegante come avrei voluto).
Ho apportato varie modifiche alla ricetta; in particolare, come base ho utilizzato la pasta zuccherata di Christophe Felder, poichè da quando l'ho provata la prima volta è diventata la mia favorita per le crostate ripiene. Con le dosi che vi indico riuscirete a rivestire uno stampo da 24 cm di diametro, avendo l'accortezza di stendere la pasta molto sottile.

crostata_ai_lamponi

Ingredienti:

per la pasta:
125 g di farina
15 g di farina di mandorle
55 g di zucchero
75 g di burro
1 tuorlo
1 cucchiaio di acqua fredda
1 pizzico di sale

50 g di cioccolato bianco

per il ripieno:
2 o 3 cestini di lamponi (ne ho usati 2 ma me ne sarebbero serviti di più)
100 g di latte
mezza stecca di vaniglia
150 g di panna montata
50 g di zucchero
3 tuorli
2 fogli di colla di pesce (4-5 g circa)

per la gelatina:
200 g di lamponi
2 cucchiai di zucchero a velo (o di più, se la desiderate più dolce)
3 fogli di colla di pesce

per guarnire:
100 g di cioccolato bianco

Preparazione:

Cominciate a preparare la pasta zuccherata. Mettete nella planetaria o nel mixer il burro, lo zucchero, il tuorlo, la farina di mandorle, il sale ed il cucchiaio di acqua. Azionate l'apparecchio ed amalgamateli insieme, poi aggiungete la farina e continuate a lavorare fino ad ottenere una pasta liscia. Avvolgetela nella pellicola e ponetela a riposare un'ora in frigorifero.
Trascorso questo tempo, stendete la pasta molto sottile (3 mm circa) e rivestite uno stampo da 24 cm di diametro, imburrato ed infarinato, cercando di lasciare i bordi più alti possibile.
Cuocete la frolla "in bianco", cioè coprendola con un foglio di carta forno su cui porrete dei legumi secchi, per circa 20 minuti in forno caldo a 180° (nel mio viene bene solo cuocendola a 200° per 15 minuti circa). Cinque minuti prima della fine della cottura, togliete la carta forno in modo da far dorare leggermente la pasta. Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di sformarla.
Quando si sarà raffreddata, fondete il cioccolato bianco (i 50 g) a bagnomaria, quindi stendetelo uniformemente sulla pasta frolla, cercando di formare uno strato sottile. Lasciate nuovamente raffreddare finchè il cioccolato si sarà rappreso.
Disponete i lamponi freschi, interi, sul fondo della crostata, in cerchi concentrici.
Preparate la crema. Portate a bollore il latte con la stecca di vaniglia tagliata nel senso della lunghezza, dalla quale avrete estratto con la punta di un coltellino i piccoli semini profumati. Filtrate il latte. Sbattete energicamente i tuorli con lo zucchero, montandoli leggermente, quindi unitevi il latte bollente; mettete la crema sul fuoco bassissimo e portatela al punto rosa (cioè ad una temperatura di 85°, vicina all'ebollizione ma senza lasciarla mai bollire), mescolando continuamente, lasciandola addensare finchè velerà il cucchiaio di legno. A questo punto ponete la pentola con la crema in un bagnomaria di acqua e ghiaccio e stemperatevi la colla di pesce precedentemente ammollata in poca acqua fredda e strizzata. Mescolare per farla raffreddare. Quando avrà raggiunto circa 25°, unite la panna montata, mescolando dall'alto in basso, delicatamente, con una spatola.
Versate la crema sui lamponi, coprendoli in modo uniforme. Riponete la crostata in frigorifero per 30 minuti.
Nel frattempo potete preparare la gelatina di lamponi. Lavate ed asciugate i lamponi, poi frullateli con lo zucchero a velo e passate la salsa al colino cinese o al setaccio, per eliminare i semini. Ammollate la colla di pesce in poca acqua freddissima. Scaldate un paio di cucchiai di salsa ai lamponi e scioglietevi la gelatina strizzata, mescolando energicamente per evitare la formazione di grumi. Unite il resto della salsa e mescolate insieme. Versate la gelatina di lamponi sulla crostata. Lasciate rapprendere a temperatura ambiente.
Infine, preparate la decorazione. Sciogliete il restante cioccolato bianco a bagnomaria, mettetelo in un conetto di carta da forno e disegnate sulla torta una spirale partendo dal centro. Prima che il cioccolato si rapprenda, passate uno stuzzicadenti partendo dal centro e andando verso i bordi, come se voleste disegnare dei raggi.
Questa è l'unica parte che non mi è riuscita bene, la gelatina di lamponi era troppo fredda, così il cioccolato si è rappreso prima che io riuscissi a completare il decoro...ma per il resto mi pare che sia riuscita abbastanza bene!

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domenica 24 febbraio 2008

Meme: sei cose che amo. E un pizzico di New York...

Elisabetta ha deciso di "costringermi" a farvi sapere qualcosa in più sul mio conto coinvolgendomi in questo meme, perchè, dice, io non amo molto parlare di me. Anche Fiordisale mi ha invitata, perchè ha detto che le piacerebbe conoscere le mie risposte. Dato che non mi pare carino ignorare l'ennesimo invito, proverò ad elencare sei cose che amo fare o dire...ma diciamo che troverete il mio meme molto sintetico!

1) amo trovare la colazione già pronta quando mi alzo al mattino. Prima ci pensavo sempre da sola, adesso invece....ed è una piccola coccola con cui iniziare bene la giornata. 
2) amo comprare e sfogliare libri di cucina, segnando le ricette che vorrei provare...in genere quando ho un nuovo libro faccio una lista di quel che vorrei fare prima e poi cerco di pensare a chi possa offrire le varie pietanze...mi piace pensare di cucinare per gli altri! 
3) amo avere la casa piena di amici, mi piace che la nostra porta sia sempre aperta...anche se a volte mi stresso perchè non ho messo in ordine, o non ho fatto pulizia....ma sto imparando ad improvvisare una parvenza di ordine sempre più in fretta!
4) amo il weekend...la libertà di poter decidere se oziare un po', oppure fare mille cose...tutte piacevoli però...arrivando a sera stanchissima e felice (in genere scelgo la seconda opzione!) 
5) amo le passeggiate in moto, senza una meta, e fermarsi nel primo posto che sembri carino...danno un grande senso di libertà...e poi capita di scoprire posti che altrimenti non avresti mai trovato.  
6) giocare le avventure grafiche...che poi sarebbero un tipo particolare di videogiochi.

Bene, adesso che ho scritto questa stringatissima lista di cose che mi piacciono, vi mostro un piccolo assaggio di quel che abbiamo visto a New York, durante le feste.
Non ho il talento narrativo di altri blogger, per descrivere luoghi, cose e sensazioni, o forse non ho ancora trovato la giusta ispirazione, ma desideravo mostrarvi alcune foto....le trovate QUI, nell'album "New York City Capodanno 2007" (già, per qualche oscura ragione mio marito ha scritto 2007 invece che 2008 e non si è ancora deciso a correggerlo!). Ah, le foto ovviamente non le ho scattate io...ma vi assicuro che qualcuna carina l'ho fatta anch'io...al prossimo viaggio ne scatterò di più, promesso!
Una delle foto ritrae un bicchiere di vino rosso; è stata scattata in un incantevole ristorantino provenzale, Paradou, nel cuore del Meatpacking district.  Il meatpacking district è un ex distretto industriale trasformato in quartiere alla moda, con diversi ristoranti molto noti e frequentati.
Uno di questi è Pastis, reso celebre, tra le altre cose, dalla serie tv "Sex & The City" (sono stata anche lì, locale carino, gente alla moda, ma un po' troppo chiassoso, dovevamo alzare tanto la voce per parlare tra noi...e la cucina non era nulla di eccezionale, non cattiva, ma nemmeno niente di che); un altro, proprio di fronte a Pastis, è questo Paradou che è uno dei posti più carini dove abbia mangiato a NY. 
Mi è piaciuto già al primo impatto visivo: una porta azzurra, che spiccava sul muro di mattoni rossi. Il locale è piccolissimo, con sette o otto tavoli al massimo, fatti con vecchie cassette di vini francesi, così come il bancone. Le luci soffuse e la compita gentilezza del maitrè e del barman contribuiscono a conferire al locale un'aria intima, per quanto sempre connotata da un'innegabile  "charme". In attesa di sederci abbiamo bevuto un bicchiere di Bourgogne al bancone...assaporando l'atmosfera tranquilla del locale. Tutti parlano sottovoce, camerieri compresi e quasi si dimentica di trovarsi nella caotica Manhattan, a pochi passi da un chiassoso e frequentatissimo ristorante alla moda.
Il menù era particolare e quello che abbiamo ordinato mi è piaciuto molto. La cura nella composizione del piatto era tipicamente europea, gli abbinamenti di sapori originali ma non troppo e abbastanza vicini al nostro gusto. 
Certo, resto convinta che la cucina francese che viene proposta a Manhattan sia ben diversa da quella che si gusta in Francia, così come accade per la cucina italiana (o supposta tale) che viene offerta in tanti locali, anche celebri, della "grande mela", ma nel complesso ho adorato questo posto e mi andava di parlarvene....nel caso doveste trovarvi a NY... 
Adesso che ho preso l'abbrivio vorrei parlarvi di altri posti, dei Cosmopolitan che ho bevuto, di Soho...ma il tempo è tiranno ed è ora di andare a dormire! Chissà, forse un'altra volta...

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martedì 19 febbraio 2008

Pan au chocolat

La mia amica Enza sa che da qualche mese sono alla ricerca disperata della vera ricetta delle nostre brioches, quelle che (senza offesa per nessuno) si trovano soltanto in Sicilia, sfornate due volte al giorno dai panifici, oppure nei bar e nelle gelaterie, dove fungono da complemento ideale per il cappuccino, il tè freddo o la granita, quando non vengono farcite, al momento di servirle, con il nostro meraviglioso gelato.
Dopo svariati tentativi, stanca di risultati mediocri e di cocenti delusioni, ho deciso di lanciarmi in qualcosa di diverso; e così ho rispolverato questa vecchia ricetta trovata, prima ancora di pensare di aprire un blog, in rete.....e vi prego, non chiedetemi dove, non ne ho idea!! Avevo appuntato la ricetta su un foglietto, senza specificare dove l'avessi trovata...potrebbe essere un forum, coquinaria o cookaround, probabilmente. Si tratta di una pasta soffice e sfogliata, un incrocio tra la brioche e la pasta sfoglia, che si prepara seguendo appunto il procedimento previsto per quest'ultima, ma limitandosi a fare 3 "giri". La ricetta denominava la pasta come "brioche sfogliata", ma mio marito, dopo averla assaggiata, ha detto che gli ricorda moltissimo il pan au chocolat che era solito mangiare a Parigi. Ho dato un'occhiata su internet ed in effetti in molte immagini il pan au chocolat ha proprio questo aspetto. E, dunque, pan au chocolat sia...
N.B. mi sa che vi ho confuso un po' le idee parlando delle brioches siciliane... Questa ricetta non ha nulla a che vedere con le nostre brioches, il pan au chocolat è completamente diverso! Ed infatti ho deciso di provare a farlo proprio perchè le brioches NON MI RIUSCIVANO!
Dopo averlo preparato una prima volta, la scorsa settimana (e non averlo pubblicato perchè le foto non mi piacevano), l'ho rifatto domenica, perchè è davvero troppo buono! Le foto non mi soddisfano nemmeno questa volta, sarà che mio marito non si sente particolarmente ispirato alle 8 del lunedì mattina (lo so, scelgo strani giorni per sfornare dolcetti a colazione!)...ma ho deciso di pubblicare ugualmente la ricetta, perchè è una di quelle che tutti dovrebbero provare, una vera rivelazione!!


pan au chocolat 2


Ho trovato la stessa ricetta (con piccolissime varianti, tipo usare metà burro e metà margarina per sfogliare) ne "Il libro d'oro del cioccolato".
La prima volta avevo fatto dei cornetti (croissants, per chi non lo sapesse!), questa volta, invece, ho deciso di fare i veri "pan au chocolat". Come ripieno, naturalmente, ho scelto il cioccolato extra fondente (se deve essere "pan au chocolat", ci vuole appunto il "chocolat"! ma immagino si possano usare anche crema, marmellata, Nutella....).

Ingredienti (per circa 12 piccole brioches):

125 g di farina manitoba
125 g di farina 00
12,5 g di lievito di birra fresco
140 g di latte
5 g di sale
40-50 g di zucchero
12,5 g di burro (fuso)
un cucchiaino di estratto liquido di vaniglia (o 1 bustina di vanillina)
100 g circa di cioccolata extra fondente al 70%
Per "sfogliare":
125 gr di burro

un tuorlo e un po' di latte per spennellare

Preparazione:

Mescolate le farine con lo zucchero e il sale, nella ciotola della planetaria. Scaldate leggermente il latte, prelevatene un paio di cucchiai e scioglietevi il lievito; versatelo nella ciotola e iniziate ad impastare, unendo a filo il restante latte tiepido. Quando l'impasto è quasi pronto (ed appare liscio) versate i 12,5 g di burro fuso, tiepido o freddo. Impastate fino ad ottenere un impasto liscio e ben amalgamato (ci vogliono almeno 10 minuti e alla fine ho dato un'ultima impastata a mano, perchè appariva un poco appiccicoso...mi sa che devo ancora fare pratica con la planetaria!!), ponetelo in una ciotola coperto da pellicola e lasciatelo riposare in frigo per circa 40 minuti. Nel frattempo, preparate il burro che servirà per sfogliare: tagliatelo a pezzettini, che adagerete l'uno accanto all'altro su un foglio di pellicola trasparente; copritelo con un altro foglio di pellicola, chiudete bene e battetelo con il matterello, poi stendetelo, fino ad ottenere una mattonella liscia. Mettete anche questa a riposare in frigo (è importante che tutti gli ingredienti siano ben freddi quando inizierete a stendere).
Trascorsi i 40 minuti, prendete la pasta dal frigo e stendetela con il mattarello in modo da ottenere una sorta di rombo, sul quale poserete la mattonella di burro; chiudetela dentro, incrociando i lembi opposti di pasta e sigillate bene i bordi. A questo punto, cominciate a tirare la pasta secondo la procedura prevista per la sfoglia (la trovate per esempio qui). Stendetela partendo dal centro verso l'alto e poi dal centro verso il basso, esercitando sempre la stessa pressione, fino ad avere una striscia, rettangolare, lunga una quarantina di centimetri. Giratela verso sinistra in modo che sia orizzontale davanti a voi. Piegate il lato destro verso il centro, poi piegate il sinistro sul destro. Dovreste ottenere una specie di "libro", a tre strati, con l'apertura verso destra. Questo è il primo giro (a tre, si può anche piegare in 4 ma io ho fatto così). Avvolgete il panetto nella pellicola e ponetelo in freezer per 15 minuti o in frigo per 30. Prendete la pasta e, tenendo l'apertura sempre a destra, come un libro, stendetela, come prima; ottenuta la stessa lunghezza, girate la striscia a sinistra, quando sarà orizzontale davanti a voi piegatela come prima. Riponete di nuovo in frigo o freezer. Fate un terzo e ultimo giro, ripetendo tutto il procedimento. Ottenuto il panetto a forma di libro, mettetelo nuovamente a raffreddare per 30 minuti in frigo. Adesso potete stendere la pasta per fare i "panini". Raggiunto uno spessore di circa 3-4 mm, tagliate dei rettangoli 9 per 5 cm. Posate tre pezzetti di cioccolato su una delle estremità (lato corto) e avvolgete la striscia su se stessa (come se arrotolaste un tappeto...). Disponete i vostri "pan au chocolat" su una placca coperta di carta forno e ponetela in frigo (la prima volta li ho subito lasciati lievitare e poi cotti, ma sono venuti un po' troppo burrosi). A questo punto potete scegliere. 1) Lasciarli riposare mezz'oretta, poi uscirli e farli lievitare finchè raddoppieranno di volume, spennellarli con un tuorlo sbattuto con poco latte e poi cuocerli a 200 gradi in forno già caldo per quindici minuti. 2) Oppure, come ho fatto io, lasciarli in frigo un paio d'ore, magari tre (io ho iniziato a prepararli alle 7, ho finito verso le 9 e li ho tenuti in frigo fino a mezzanotte circa), poi, prima di andare a dormire, mettere la teglia nel forno spento per tutta la notte. Al mattino, prendete la teglia e accendete il forno a 200°. Spennellate i vostri pan au chocolat con un tuorlo sbattuto con poco latte prima di infornarli. Cuoceteli per 15 minuti o finchè saranno dorati.

pan au  chocolat


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giovedì 14 febbraio 2008

Filetto al balsamico con composta di mirtilli

Io ADORO i frutti di bosco, mirtilli e lamponi in modo particolare; perciò, anche se non sono esattamente prodotti locali, o di stagione, ogni tanto mi concedo il lusso di acquistarne un po' (non me ne vogliano i cultori del risparmio energetico e dei prodotti di stagione...per me sono una tentazione irresistibile!!). Sono estremamente versatili, si abbinano a meraviglia con il dolce e con il salato.....insomma tutte le volte che li compro mi vengono in mente innumerevoli ricette da sperimentare!
Questa volta, ho pensato ad una composta da abbinare con la carne, dato il successo del mio ultimo esperimento sul tema composte di frutta-carne (che avevo provato qui, dove avevo accostato delle polpette speziate con una marmellata di cipolle e una composta di mele e scalogni).

FilettoMirtilli

Ingredienti:

300 g di filetto
3-4 cucchiai di aceto balsamico
un cucchiaino raso di zucchero di canna
olio e.v.o., sale, pepe nero di mulinello

100 g di mirtilli freschi
1/2 mela golden
3 foglie di alloro fresco
1 cipollotto
1 noce di burro
1/2 bicchierino di brandy
1 cucchiaio di aceto bianco
1 o 2 cucchiai di aceto balsamico
1 cucchiaino di zucchero di canna

Preparazione:

Lavate i mirtilli e asciugateli. Lavate il cipollotto e tritatelo finemente. Prendete una casseruolina con il fondo spesso e rosolatevi il cipollotto con una noce di burro, un filo d'olio e le foglie di alloro. Dopo un minuto unite i mirtilli e la mela ridotta a piccoli cubetti e fateli rosolare bene, quindi unite il brandy, l'aceto bianco, quello balsamico e lo zucchero di canna. Salate e lasciate sobbollire per circa 10 minuti (o anche meno); schiacciate con un cucchiaio di legno i mirtilli, riducendoli in composta.
Tagliate il filetto a grossi cubetti e cuocetelo in una padella con pochissimo olio, per circa 4 minuti, girandolo spesso; deve restare ben rosato. Salate e terminate con una macinata di pepe nero, quindi toglietelo dalla padella e tenetelo in caldo. Nella padella mettete 3 o 4 cucchiai di aceto balsamico e un cucchiaino raso di zucchero di canna (io assaggio sempre per controllare che il gusto sia ben equilibrato, lo zucchero deve sentirsi appena, per bilanciare leggermente il sapore dell'aceto), fate ridurre fino ad ottenere una salsina piuttosto densa (ci vorranno un paio di minuti), nella quale farete saltare velocemente il filetto (giusto pochi istanti), per farlo insaporire.
Impiattate il filetto, sormontandolo con due cucchiai di composta di mirtilli e servite subito.

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lunedì 11 febbraio 2008

Pasticcini di limone e mandorle

Ancora biscotti lo so, ma mi sono appassionata alla produzione di biscotti, senza contare che preferisco far colazione con dei biscotti preparati da me, piuttosto che con prodotti comprati al super! La forma a cuore non è dettata dalla vicinanza di San Valentino, ma dal fatto che ho una serie di tagliabiscotti a cuore di varie misure, tra cui uno da circa 5 cm di diametro, che per me è la dimensione ideale per la maggior parte dei biscotti. E poi, diciamocelo, i cuori sono carini da vedere e anche facili da realizzare (ad esempio più facili delle stelle, le cui punte si deformano facilmente, o dei fiori con i petali...); insomma, quando voglio far presto ma non mi va di fare dei biscotti tondi, mi butto sui cuori.
Questa volta si tratta di biscotti dal gusto molto particolare, dedicati agli amanti del limone o, come ha detto una volta cavoletto, ai lemon-addicted! Cioè a me!!! 
La ricetta è tratta dal "Libro d'oro dei biscotti".

pasticcini limone e mandorle

Ingredienti (per circa 20 biscotti):

125 g di burro
150 g di zucchero
225 g di farina
100 g di farina di mandorle
succo di un limone
un pizzico di sale

Preparazione:

Lavorate il burro e lo zucchero con uno sbattitore elettrico (c'è bisogno di dire che ormai io uso sempre la planetaria?) ad alta velocità, fino ad ottenere una crema. Incorporate la farina, la farina di mandorle e un pizzico di sale, quindi aggiungete tanto succo di limone quanto basta per ottenere una pasta consistente (io ho dovuto usare un po' più di un limone, perchè era piccolino). Datele la forma di un disco, avvolgetela nella pellicola trasparente  e ponetela in frigorifero per 30 minuti (oppure 15 minuti in freezer, se volete far prima).
Scaldate il forno a 190°. Preparate 2 piastre coperte di carta forno. Stendete la pasta su una superficie leggermente infarinata fino ad uno spessore di circa mezzo cm, quindi tagliate i biscotti con uno stampino del diametro di 5 cm; unite i ritagli, stendeteli e ritagliate altri biscotti fino ad esaurimento della pasta. Man mano che li tagliate adagiate i biscotti sulle piastre, distanziandoli un po' l'uno dall'altro, diciamo 2 cm. Fateli cuocere per 15 minuti circa (o 10-12 se il vostro forno cuoce in fretta....), devono essere leggermente dorati ma non devono scurirsi. Fateli intiepidire nelle teglie e poi trasferiteli su una griglia per farli raffreddare completamente. La griglia è ideale perchè consente al'aria di circolare sia sopra sia sotto i vostri biscotti, garantendo un perfetto raffreddamento che non ne alteri la croccantezza e la fragranza. Tuttavia, se non avete una griglia abbastanza grande, poggiate i biscotti (anche con tutta la carta forno) sul piano di lavoro; ciò che conta è non lasciarli raffreddare nella teglia, perchè con il calore che questa rilascerebbe man mano, continuerebbero, sia pure in parte, a cuocere.
Un ultimo suggerimento: se non siete degli amanti del limone, potete sostituirlo con della panna liquida o del latte, in quantità sufficiente ad ottenere una pasta dura, e qualche goccia di essenza di mandorla. Otterrete dei deliziosi pasticcini profumati di mandorla.

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giovedì 7 febbraio 2008

Cuori di cioccolato alle nocciole

Dato che si avvicina San Valentino e in giro imperversano i cuori, ho deciso di postare questi biscotti, la cui preparazione risale invero a qualche tempo fa. Li ho preparati già diverse volte, sono tra i biscotti preferiti di mio marito e piacciono praticamente a tutti! Sono facili da preparare e di sicuro effetto. La ricetta viene dal Libro d'oro del cioccolato, e anche là sono realizzati a forma di cuore, ma potete tagliarli nelle forme che più gradite! Oppure potete farli a forma di cuore, metterli in una bella scatola e regalarli a qualcuno...sarà di certo un dono più significativo dei celebri cioccolatini le cui vendite subiscono un'impennata in questo periodo!
AGGIORNAMENTO: ho deciso di partecipare con questi biscotti all'iniziativa di Zorra "A HEART FOR YOUR VALENTINE". L'idea è di pubblicare, entro il 15 febbraio, piatti dolci o salati a forma di cuore o decorati con cuori. Potete vedere il banner dell'iniziativa nella mia barra laterale. Tra poco mi cimenterò con la traduzione in inglese della ricetta...aiuto!
P.S.: ora potete trovare l'intera collezione di ricette messa insieme da Zorra nel round up, che trovate qui.

cuori ciocconocciole

Ingredienti (per circa 25 biscotti):

200 g di farina
125 g di nocciole
125 g di burro
50 g di cacao amaro
120 g di zucchero di canna chiaro
2 uova
un pizzico di sale

Preparazione:

Setacciate la farina, il cacao e un pizzico di sale in una ciotola. Lavorate il burro e lo zucchero di canna con le fruste elettriche ad alta velocità fino ad ottenere una crema. Unite un uovo intero e un tuorlo (conservate l'albume, vi servirà tra poco), mescolate brevemente e poi incorporate gli ingredienti secchi e circa metà delle nocciole tritate abbastanza finemente (ma non ridotte in polvere). Mescolate velocemente fino ad ottenere una pasta liscia (io ormai faccio tutto con la planetaria). Datele la forma di un disco, poi avvolgetela nella pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigo una trentina di minuti. Nel frattempo scaldate il forno a 180° e rivestite due piastre con carta forno. Stendete la pasta su una superficie leggermente infarinata fino ad uno spessore di mezzo centimetro. Ritagliate i cuori di pasta con una formina da 4 cm di diametro. Unite i ritagli di pasta, stendetela nuovamente e ricavate altri biscotti fino ad esaurimento dell'impasto. Battete l'albume rimasto a neve (io l'ho fatto a mano, non è necessario che sia a neve fermissima...), usatelo per spennellare i biscotti e cospargeteli con le restanti nocciole spezzettate grossolanamente. Cuoceteli per circa 15-20 minuti (i tempi variano moltissimo in base al forno, nel mio ad esemipio hanno bisogno di 20 minuti ma la ricetta suggeriva di cuocerli per 10-15), quindi poneteli a raffreddare su una griglia.

English version. Chocolate hearts with hazelnuts:

Ingredients (for about 25 cookies):

200 g flour
125 g of hazelnuts
125 g of butter
50 g of bitter cocoa
120 g of cane sugar
2 eggs
A pinch of salt

Preparation:

Sieve (I'm not sure that this word is correct...if you don't understand it tou can just combine the ingredients into the bowl and don't use the sieve!) the flour, the cocoa and a pinch of salt in a bowl. Beat butter and cane sugar with electric whips until you obtain a cream. Add a whole egg and a egg yolk (preserve the white, you will soon need it), mix for a while and then add the dry ingredients and about half of hazelnuts finely chopped (but not reduced to powder). Mix quickly until you get a smooth dough. Wrap it in transparent film and put in the refrigerator for about thirty minutes. Meanwhile heat the oven to 180 degrees (Celsius). Using a rolling pin level the dough on a lightly floured surface to a thickness of half a centimeter. Cut the hearts with a heart shaped cookie cutter. Beat the egg white until soft peaks form. Put it on the cookies with a cooking brush and then spread the rest of the hazelnuts grossly chopped over the cookies (like in the picture). Bake them for about 15-20 minutes, then put on a grid until they are cool.

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mercoledì 6 febbraio 2008

Un gusto nella mente di Dio

Tutto parte da una frase tratta dal libro "Gola" di Jhon Lanchester, il quale scrive: “In altre parole la ricetta suddetta dimostra che agnello e albicocche sono una di quelle combinazioni coesistenti da sempre in un rapporto che non è di semplice complementarietà ma sembra partecipe di un più alto ordine di ineluttabilità: un gusto nella mente di Dio. Simili accostamenti possiedono la qualità di una scoperta logica: bacon e uova, riso e salsa di soia, Sauternes e foie gras, tartufi bianchi e tagliolini, steak-frites, fragole e panna, agnello e aglio, Armagnac e prugne, zuppa di pesce e rouille, pollo e funghi.”
Ne è nato un meme, adesso non so da chi sia partito ma comunque...io sono stata invitata a partecipare da Cocò. Devo ammettere che questo meme mi piace, ci permette di giocare con i nostri gusti e le nostre preferenze senza però costringerci ad andare troppo sul personale.
Bisogna accoppiare mentalmente dei cibi che secondo noi si completano a vicenda rasentando la perfezione. Sul numero di accoppiamenti da fare ci sono opinioni discordanti nei blog, ovvero, in principio dovevano essere 15, ma qualcuno è stato graziato e ne ha potuti mettere solo 10. Diciamo che io proverò ad arrivare a 15, ma se non dovessi farcela....mi auto-concedo di fermarmi a 10!!!
In fondo mica è facile trovare 15 accoppiamenti addirittura "divini"!!! Ah, un'altra cosa, poichè nulla è più soggettivo del gusto, non mi curerò di controllare se qualcuno dei miei abbinamenti sia stato già citato... :-P

1) fragole e cioccolato
2) nocciole e cioccolato
3) pollo arrosto e patate
4) cornetto e cappuccino
5) zucchero e aceto (ovvero.....l'agrodolce!)
6) cotolette e patatine fritte
7) mele e cannella
8) uvetta e pinoli
9) strudel e gelato al pistacchio
10) capperi e olive verdi
11) sarde e finocchietto
12) brioche e gelato (chi non ha assaggiato le briochine siciliane non può capire...)
13) pizza e birra
14) pesce spada e melanzane fritte
15) the freddo e granita di limone (anche qui bisogna conoscere la nostra granita per capire!)

Sapete una cosa? è stato più facile del previsto arrivare a 15...sarà che mi piacciono un sacco di cose! Ed è stato anche molto divertente! Grazie di avermi coinvolta Cocò!
Adesso vediamo, a quanti bisogna passarlo? Mi pare 5 persone....e allora Dolcetto, Elisabetta, Enza, Fior di sale e Salsadisapa.

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domenica 3 febbraio 2008

Crema di carciofi e patate

Con questa ricetta vorrei aderire all'iniziativa di Comida, ricette a lume di candela, ideata per aderire alla campagna annuale di sensibilizzazione al risparmio energetico "Mi illumino di meno", in merito alla quale troverete tutte le informazioni sul blog di Comida.
Per la verità ho dei dubbi sull'idoneità della mia ricetta in relazione ai requisiti dell'iniziativa. Infatti la ricetta deve essere se possibile consumata a lume di candela, preparata con ingredienti locali, e con il minor consumo di energia possibile. La mia ricetta è fatta con prodotti locali e la spesa l'ho fatta in bici, inoltre, rispetto ad altre verdure, più "sporche" di terra, carciofi e patate si lavano velocemente e con poca acqua, ma....beh, ho dovuto preparare il brodo...insomma, non sono sicura che vada bene, vedrò di preparare qualcosa che consumi molta meno energia!
Nel frattempo vi mostro la ricetta, che, risparmio energetico a parte, è veramente semplice e buona. L'ho trovata nel terzo volume del Dizionario enciclopedico de La cucina italiana.

crema di carciofi e patate

Ingredienti (per 3 persone):

4 carciofi
300 g di patate pelate
1 cipolla piccola
1 limone
2 foglie di alloro (del giardino dei miei)
brodo vegetale (o acqua calda)
olio, sale, pepe

Preparazione:

Pulite i carciofi e tagliateli a fettine sottili, immergendoli in acqua acidulata con il succo di mezzo limone, per evitare che anneriscano. Tagliate le patate a fette non troppo spesse.
Tritate la cipolla e soffriggetela velocemente in una casseruola con 2 cucchiai di olio e le foglie di alloro, quindi unite i carciofi e fate rosolare anch'essi. Spruzzate il tutto con il succo di mezzo limone, lasciate evaporare, aggiungete le patate e fatele rosolare bene.
Quindi coprite con brodo vegetale o acqua bollenti, in quantità doppia rispetto al volume delle verdure, salate e lasciate cuocere dolcemente senza coperchio per circa 25 minuti. Prelevate alcune fette di carciofo per guarnire, poi passate le verdure al passaverdure, aggiungendo il brodo di cottura poco per volta, in modo da controllare la densità della zuppa (deve venire piuttosto densa). Correggete di sale e mettete nelle zuppierine individuali; guarnite con le fettine di carciofo tenute da parte e una macinata di pepe nero.

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