tag:blogger.com,1999:blog-38287109018310751772024-03-14T14:45:45.150+01:00Brodo di GiuggioleLE RICETTE DEL MOSCERINOMoscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.comBlogger199125tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-87706711356580213862014-01-26T17:38:00.001+01:002014-01-27T17:05:15.970+01:00Torta allo yogurt e cioccolato<div align="justify">
Appena ho visto questa torta ho deciso immediatamente di provarla. Non sono riuscita a pensare ad altro, sono uscita dallo studio un po’ prima e sono corsa a casa a prepararla, per sfornarla in tempo per la merenda! </div>
<div align="justify">
E’ una torta golosissima, eppure non troppo grassa (cioè, insomma, meno di una tipica torta al cioccolato). Infatti è preparata senza burro, solo con yogurt e olio. La ricetta l’ho trovata su un blog che si chiama <a href="http://blog.giallozafferano.it/hovogliadidolce/torta-allo-yogurt-e-cioccolato-soffice-ricetta/" target="_blank">Ho voglia di dolce</a>. Risulta umida e sofficissima e si mantiene tale anche per più giorni. Qui è durata tre giorni ed era ancora perfetta. Penso che sia una delle migliori torte al cioccolato che abbia mai provato. Inoltre, ha una preparazione decisamente semplice e veloce (niente albumi a neve, tuorli montati a parte, burro fuso…) e, per velocizzare ancora di più il procedimento, per la prima volta ho usato il microonde per scogliere il cioccolato e devo dire che mi sono trovata benissimo.</div>
<a href="http://www.studiolicastri.it/io/Torta-allo-yogurt-e-cioccolato_E80F/torta-yogurt-e-cioccolato-scritta.jpg"><img alt="torta yogurt e cioccolato scritta" border="0" src="http://www.studiolicastri.it/io/Torta-allo-yogurt-e-cioccolato_E80F/torta-yogurt-e-cioccolato-scritta_thumb.jpg" height="620" style="background-image: none; border-bottom-width: 0px; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; margin-right: auto; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="torta yogurt e cioccolato scritta" width="420" /></a><br />
<span id="fullpost"> </span><br />
<span id="fullpost"><span style="color: red;"><strong>Ingredienti (per una tortiera da 24 cm di diametro)</strong></span></span><br />
<span id="fullpost"> <em>130 g di farina </em><a href="http://shop.farinaearte.it/" target="_blank"><em>Petra 1</em></a><br /><em>130 g di farina 00<br />3uova codice 0<br />160 g di zucchero<br />160 g di yogurt bianco naturale<br />3 cucchiai di latte<br />130 g di cioccolato fondente</em><br />
<em>100 ml di olio di semi o di oliva delicato<br />2 cucchiaini colmi di cacao amaro<br />1 bustina di lievito<br />vaniglia in polvere* <br />*(NON è vaniglina, sono baccelli interi ridotti in polvere; io uso </em><a href="http://www.soluzionenaturale.it/catalog/product_info.php?products_id=1617" target="_blank"><em>questa della Rapunzel</em></a><em>)</em><br />
<span style="color: red;"><strong>Preparazione</strong></span><br />
<div align="justify">
Tritate il cioccolato e mettetelo in un contenitore adatto per il microonde. Accendete il microonde a bassa potenza, per brevi intervalli di tempo (io ho fatto 360 w per 30 secondi), poi mescolate il cioccolato e ricominciate fino a che non si sarà sciolto perfettamente. In alternativa, potete scioglierlo a bagnomaria. Lasciate raffreddare.<br />Preriscaldate il forno a 180°. Montate le uova con lo zucchero con le fruste elettriche, fino a che non avranno triplicato il proprio volume e saranno diventate chiare, quasi bianche. Unite lo yogurt, mescolando molto delicatamente, quindi l’olio “a filo”, cioè versato poco per volta facendolo scivolare lungo il bordo della ciotola. Unite anche il latte, sempre mescolando molto delicatamente. Mescolate insieme il cacao e la farina, quindi aggiungeteli al composto poco per volta setacciandoli. Unite il lievito, rigorosamente setacciato. Infine, aggiungete il cioccolato fuso ormai freddo. Mescolate bene il tutto, quindi versate il composto nella tortiera.<br />Cuocete a 180° in forno statico per 35-40 minuti. Fate la prova stecchino.</div>
</span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com21tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-4843009983517205282014-01-23T15:47:00.001+01:002014-01-23T15:47:38.682+01:00Risotto mele, speck e scamorza<p>Questo risotto è diventato uno dei miei cavalli di battaglia ormai da più di un anno, sin da quando l’ho sperimentato la prima volta. </p> <p align="justify">L’idea di abbinare le mele a piatti salati mi è venuta utilizzando delle particolari mele, biologiche e siciliane, che da un annetto a questa parte trovo nel supermercato di fiducia. Si chiamano “<a href="http://www.melidionale.it/melidionale.htm" target="_blank">Melidionali</a>” e sono davvero deliziose. In particolare, mi sono innamorata della qualità denominata Gala. Sono mele molto piccole, con buccia bicolore di un bel giallo e rosso, croccanti e succose, dall’aroma dolce e poco aspro, che bene si abbina sia con il dolce che con il salato. A queste mele, sono allegate delle graziose ricette. Una di queste era un pollo con mele e curry che ci è piaciuto tantissimo. Vi chiederete cosa c’entri il pollo con il risotto. Beh, il fatto è che mi è venuta l’idea di preparare un’intera cena in cui ogni piatto fosse a base di mele. Come antipasto ho scelto delle sfogliatine con mele e robiola; il secondo è stato il famoso pollo al curry e, come primo, ho pensato di abbinare le mele allo speck in un risotto, cui ho deciso di aggiungere, in ultimo, la scamorza affumicata per dare un gusto più deciso al piatto. Ne è nato un risotto buonissimo, che preparo spessissimo e che propongo a tutti i nostri amici, sempre con grande successo.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Risotto-mele-speck-e-scamorza_B9EC/prova-1.jpg"><img title="prova-1" style="border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; background-image: none; border-bottom-width: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; display: block; padding-right: 0px; border-top-width: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="prova-1" src="http://www.studiolicastri.it/io/Risotto-mele-speck-e-scamorza_B9EC/prova-1_thumb.jpg" width="450" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per 2 o 3 persone)</strong></font></p> <p><em>250 g di riso arborio o carnaroli<br>4 melidionali Gala o 2 mele golden<br>50 g di speck<br>mezza cipolla<br>1 l di brodo vegetale<br>100 g di scamorza affumicata<br>vino bianco o rosso q.b.<br>olio, pepe</em></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Sbucciate una delle mele e tagliatela a cubetti. Mettete un filo d’olio in una padella, unite la mela e rosolarla per circa un minuto, quindi sfumate con il vino (nel mio caso era rosso, perciò ha dato quel bel colore rosato alla mela), salate e fate cuocere finché la mela sarà morbida ma ancora soda. Toglietela dalla padella e mettetela da parte. Servirà per completare il piatto.</p> <p align="justify">Mettete a scaldare il brodo. Mettete due cucchiai di olio in una casseruola, unite la cipolla tritata, le restanti mele a cubetti e lo speck tagliato a pezzetti piccoli; rosolate brevemente, quindi unite il riso, fatelo tostare bene, quindi sfumate con mezzo bicchiere di vino. Fate evaporare il vino, quindi unite due mestoli di brodo bollente. Proseguite la cottura del riso unendo dell’altro brodo solo quando il precedente si sarà assorbito. Fate attenzione soprattutto verso la fine, per evitare che una volta pronto il riso, sia ancora troppo brodoso. Il risotto deve essere cremoso, ma non acquoso. Durante la cottura, la fiamma deve essere sufficientemente alta da far sobbollire il riso, in modo che si muova costantemente nella pentola per effetto del bollore. C’è chi dice che il riso debba “danzare”, parlando di questo movimento, o anche “cantare”, riferendosi al suono del risotto che sobbolle. In ogni caso, io appartengo alla scuola (magari non proprio tradizionalista) che ritiene che il risotto vada mescolato spessissimo, così da permettere al riso di rilasciare il suo amido, ottenendo un risotto cremoso.<br>Io non aggiungo sale in questo risotto, perché il brodo e lo speck sono già molto saporiti. In ogni caso, assaggiatelo verso la fine della cottura ed eventualmente aggiungete poco sale se necessario. <br>Una volta pronto il riso, spegnete il fuoco e spostate la casseruola, quindi unite la scamorza tagliata a piccoli cubetti. Mescolate finchè non si sarà sciolta. <br>Dividete il riso nei piatti, mettete sopra la mela messa da parte in precedenza e servite ben caldo.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-56846813984195277192013-09-29T18:35:00.001+02:002013-09-29T18:35:16.758+02:00La torta rustica di Milena<p align="justify">Ricordate il cartone della Disney, Ratatouille? Il principio base del film, che fungeva da ispirazione al topolino (ehm…ratto a dire il vero) aspirante chef era che “chiunque può cucinare”. <br>Lo credo anche io. Con i libri giusti, o le ricette giuste, qualche attrezzo e un po’ di pazienza chiunque può realizzare piatti buoni da gustare e magari anche belli da vedere. <br>E adesso, grazie alle meraviglie della rete, chiunque può pure “foodbloggare”, se ne ha voglia. <br>Insomma, il bello della rete è che offre a tutti gli strumenti per aprire uno spazio, un blog. Non serve essere bravi per avere un foodblog. Molti non ci credono, ma è così. Bastano tanta passione ed un po’ di faccia tosta ed anche un cuoco mediocre può avere il proprio spazio di condivisione. Che ti offre anche la possibilità di confrontarti con altri più bravi di te, di imparare e migliorare grazie all’esempio di tanti appassionati e professionisti che popolano la rete. <br>Chiunque può avere un foodblog. La bravura dell’autore (non solo a cucinare e fare foto, ma anche a raccontare, insegnare, intrattenere…) ne decreta il maggiore o minore successo.<br>Quando è nato questo blog sapevo a malapena cucinare, le foto erano “improvvisate” e prive di tecnica, insomma il blog era sinceramente brutto, eppure, quando trovavo il coraggio di raccontare in giro del mio blog, tutti pensavano che fossi bravissima! In verità, il mio spazio al principio era davvero pessimo; ma poi, proprio grazie al blog e a tutto quello che ruota attorno a questo mondo, ho imparato tanto, sono cresciuta e alla fine mi sono ritagliata la mia fettina di pubblico. <br>A dirla tutta, grazie a Silvana, del blog <a href="http://www.uvaromatica.com/" target="_blank">Uvaromatica</a>, ho anche collaborato alla pubblicazione di <a href="http://www.arsenaleeditore.com/ita/libro/in-cucin----appunti-e-ricette/" target="_blank">questo libro</a>, “<a href="http://www.arsenaleeditore.com/ita/libro/in-cucin----appunti-e-ricette/" target="_blank">In cucin@ Appunti e ricette</a>”.<br>Poi ho abbandonato questo spazio per un bel po’. Perché ad un tratto ho iniziato a chiedermi se davvero valesse la pena continuare. <br>Non sono una che inventa ricette originali, mi limito più che altro a sperimentare ed, eventualmente, rivisitare le ricette di altri. Magari ci metto del mio, ma l’ispirazione viene molto spesso da altri. Guardando il mio archivio, vedevo “la torta di…”, “la pasta di…”. Ho iniziato a sentirmi un po’ un’usurpatrice. Così ho smesso, in parte anche perché, in fondo, non avevo più tanta voglia di fare “cucina da blog”.<br>Adesso, però, mi è tornata una voglia matta di cucinare, cercare ricette, comprare libri, impiattare, fotografare, assaggiare, insomma di fare tutte quelle cose che, per me, sono legate al foodblog. Perché, pur non essendo un tipo particolarmente “social” (non uso facebook, twitter, pinterest…,Instagram lo uso ma il mio album è privato), un certo tipo di cucina per me ha senso e mi dà soddisfazione solo se è destinato ad essere pubblicato. Che posso farci? Mi piace mettere in mostra il mio talento (per poco che possa essere). E così eccomi di nuovo. Anche se dovessi avere soltanto due o tre lettori credo proprio resterò qui. Cucino, dunque bloggo!!! </p> <p align="justify">A proposito di ricette altrui, ecco la mia versione della <a href="http://unafinestradifronte.blogspot.it/2013/09/torta-rustica-con-patate-zucchine-e.html" target="_blank">torta rustica</a> di Milena, del blog <a href="http://unafinestradifronte.blogspot.it/" target="_blank">Una finestra di fronte</a>. La “<font color="#9b00d3">pasta matta</font>” è stata una scoperta fantastica! Facile e veloce, è decisamente più pratica della pasta brisè o della frolla. Una mia cara amica la utilizza anche per preparare la focaccia con lo stracchino. Le patate lesse nel ripieno sono un’idea geniale. Assorbono l’eccessiva umidità di altri ingredienti e consentono di ottenere una pasta croccante; e naturalmente sono buonissime! </p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Pizza-con-poolish-a-lunga-maturazione_D996/torta-rustica_s.jpg"><img title="torta rustica_s" style="border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; background-image: none; border-bottom-width: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; display: block; padding-right: 0px; border-top-width: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="torta rustica_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Pizza-con-poolish-a-lunga-maturazione_D996/torta-rustica_s_thumb.jpg" width="484" height="484"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#c0504d"><strong>Ingredienti</strong></font></p> <p><strong><font color="#9b00d3">per la pasta matta</font></strong><br><em>200 g di semola di grano duro<br>50 g di farina 00<br>50 g di farina semi-integrale “petra 1”<br>3 cucchiai di olio<br>135 g di acqua <br>1 presa di sale</em></p> <p><font color="#9b00d3"><strong>per il ripieno<br></strong></font><em>4 patate medie<br>2 zucchine<br>mezza cipolla rossa<br>mezzo spicchio d’aglio<br>mezzo bicchiere di vino bianco<br>100 g circa di speck<br>100 g circa di scamorza affumicata</em></p> <p><font color="#c0504d"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Per questa ricetta conviene lessare le patate un po’ in anticipo, in modo che siano fredde al momento di comporre la torta. Mettete le patate lavate ma non sbucciate in una pentola, copritele con abbondante acqua fredda, unite sale grosso e fate cuocere per una mezz’ora o fin quando le patate saranno tenere. Scolatele, lasciatele intiepidire quel tanto che basta per non scottarvi, quindi pelatele e schiacciatele nello schiacciapatate. Mettetele da parte (possibilmente non in frigo).<br>Preparate la pasta matta. Mettete la farina nella ciotola (io uso sempre l’impastatrice, la mia è il Kenwood chef major), unite l’olio, il sale ed iniziate ad impastare versando l’acqua (che non va scaldata) poco a poco. Impastate con energia, fino ad ottenere una pasta soda ma elastica e vellutata. Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in luogo riparato (non in frigo!).<br>Grattugiate le zucchine in una grattugia a fori larghi e fatele saltare in padella con la cipolla tritata e l’aglio intero; salate molto poco, sfumate con il vino bianco e portate a cottura; alla fine aggiungete le patate ed amalgamate il tutto. Lasciate raffreddare.<br>Dividete la pasta in due parti, una leggermente più grande dell’altra. Stendete quella più grande su un piano ben spolverato di semola fino ad ottenere un disco molto molto sottile. Se vi pare che stia attaccandosi alla spianatoia, aggiungete altra semola. Adagiate il disco in una teglia ben unta di olio, <u>ma senza carta forno</u> (vedrete che il risultato sarà migliore) e stendetevi sopra il ripieno di patate e zucchine, lasciando un bordo bello largo tutto intorno. Adagiate lo speck e la scamorza tagliata a fettine sottili sulle verdure. Stendete ora il secondo disco di pasta, lasciandolo leggermente più piccolo del primo, in modo che il bordo del disco inferiore sporga rispetto al disco superiore e coprite il ripieno. Chiudete piegando il bordo del disco inferiore su quello superiore, avvolgendo stretto per sigillare. Praticate dei fori lungo il bordo, diciamo quattro o cinque, ed uno al centro.<br>Infornate nel forno caldo, modalità statica, temperatura 200° circa (la mia amica la cuoce a 250° per meno tempo, non ho provato ma in effetti a 200° impiega davvero tanto a cuocere). Dopo circa 15 minuti, spennellate abbondantemente la superficie con olio d’oliva. Cuocete per almeno 30 minuti, o fino a che la vostra torta salata sarà croccante e ben dorata. Servite calda o tiepida.<br>Con queste dosi, stendendo la pasta molto sottile io ho ottenuto una focaccia bella grande usando la mia teglia da pizza (40 x 40) e sarebbe bastata tranquillamente per tre o quattro persone (noi eravamo in due ed affamati, ma ne è avanzata poco meno di metà).</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-47484920038753202762013-09-22T22:26:00.001+02:002013-09-22T22:28:18.198+02:00Patatas Bravas (o almeno credo!)<p>Ed ecco la terza ed ultima ricetta. </p> <p align="justify">Benché sia stata due volte in Spagna ed abbia assaggiato le <em>tapas</em>, ossia i tipici stuzzichini caldi e freddi serviti con l’aperitivo, non ricordo se le <em>patatas bravas</em> assomigliassero a queste. Ma che siano “<em>bravas</em>” o meno, queste patate sono squisite. <br>Servite dentro una ciotolina ed infilzate con uno stecchino, sono perfette come aperitivo (secondo me, però, devono essere servite calde!). Ma se le proponete accanto ad una semplicissima fetta di carne o pollo alla griglia, trasformano un secondo banale in un piatto sorprendente. In più, sono facilissime da preparare. Difetti? Ok, sono un tantino fritte…<br>La ricetta l’ho trovata su GialloZafferano. Io, però, ho scelto di prepararle nel wok ed, inoltre, ho raddoppiato le dosi della salsina, perché la quantità proposta era davvero insufficiente per un chilo di patate.</p> <p align="justify">La foto, ancora una volta, è ritoccata con Instagram.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Patatas-Bravas-o-almeno-credo_111D6/patatas-bravas-copia.jpg"><img title="patatas bravas copia" style="border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; background-image: none; border-bottom-width: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; display: block; padding-right: 0px; border-top-width: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="patatas bravas copia" src="http://www.studiolicastri.it/io/Patatas-Bravas-o-almeno-credo_111D6/patatas-bravas-copia_thumb.jpg" width="484" height="484"></a></p><span id="fullpost"> <p><strong><u><font color="#c0504d">Ingredienti:</font></u></strong></p> <p><em><font color="#666666">1 chilo di patate<br>2 cucchiai di olio<br>sale e pepe nero macinato al momento</font></em></p> <p><font color="#666666"><strong><font color="#9b00d3">per la salsa:</font></strong><br><em>2 cucchiai di aceto di vino<br>2 cucchiai di passata di pomodoro, meglio se densa (fatta in casa, ovviamente!)<br>10 g di paprika dolce<br>1 punta di cucchiaino di peperoncino (aumentabile a piacere)<br></em></font><u><strong><font color="#c0504d"></font></strong></u></p> <p><u><strong><font color="#c0504d">Preparazione</font></strong></u></p> <p align="justify"><font color="#666666">Sbucciate le patate, lavatele, asciugatele bene e tagliatele a tocchetti, né troppo grossi, o non cuoceranno bene, né troppo piccoli, o si romperanno cuocendo.<br>Scaldate 2 cucchiai di olio nel wok e friggetevi le patate a fuoco vivace per 5 minuti. Pepate, coprite il wok con un coperchio, abbassate la fiamma e proseguite la cottura per 10 minuti, mescolando spesso ma molto delicatamente. Dovete assolutamente evitare di rompere le patate (è fondamentale anche la qualità della patata). A questo punto, salate le patate e cuocete per altri dieci minuti circa (in tutto, quindi, 5 minuti di frittura e 20 minuti a fuoco medio coperto).</font></p> <p align="justify">Mentre le patate cuociono, mescolate in una ciotolina gli ingredienti per la salsa: la passata di pomodoro, l’aceto, la paprika e il peperoncino.</p> <p align="justify">Quando le patate saranno cotte, senza toglierle dal fuoco, unite la salsina, alzate la fiamma e cuocete scoperto per uno o due minuti, in modo che le patate assorbano il condimento. Servite calde.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-80360922099709306282013-09-22T19:26:00.001+02:002013-09-22T19:26:00.064+02:00Frollini al mais con marmellata<p align="justify"><font color="#666666">Ecco la seconda delle ricette che vi avevo fatto vedere in <a href="http://moscerino.blogspot.it/2013/09/insta-ntanee-dalla-mia-cucina.html" target="_blank">questo post</a>. Sono dei biscottini delicati, con un tocco particolare dato dalla farina di mais (usatene una macinata molto fine, quella denominata “fioretto”).<br>Mi piace la frolla con l’aggiunta della farina di mais, a mio parere ne migliora molto la consistenza, la stabilità in cottura (i biscotti non perdono mai la forma) e la croccantezza. <br>L’ho scoperta grazie alla ricetta di pasta frolla di Claudio Sadler, pubblicata nel libro “<a href="http://www.lafeltrinelli.it/products/9788809060524/Sadler_Menu_per_quattro_stagioni/Sadler_Claudio.html" target="_blank">Menù per quattro stagioni</a>”. Una volta constatata l’ottima resa del mix, mi sono lanciata in varie sperimentazioni, aumentando gradualmente la percentuale di farina di mais rispetto a quella di farina bianca, e non sono mai rimasta delusa. Vi consiglio di provarla. Il prossimo tentativo cui sto pensando è mescolare farina di farro e farina di mais, omettendo del tutto la farina 00.</font></p> <p align="justify">La foto è ancora una volta ritoccata con Instagram. </p> <p><strong><font color="#333333">2) Frollini al mais con marmellata:</font></strong></p> <p><strong><a href="http://www.studiolicastri.it/io/4c2a2d31bcb3_10947/biscotti-marmellatacopia_thumb6.jpg"><img title="biscotti marmellatacopia_thumb[6]" style="border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; background-image: none; border-bottom-width: 0px; padding-top: 0px; padding-left: 0px; display: inline; padding-right: 0px; border-top-width: 0px" border="0" alt="biscotti marmellatacopia_thumb[6]" src="http://www.studiolicastri.it/io/4c2a2d31bcb3_10947/biscotti-marmellatacopia_thumb6_thumb.jpg" width="500" height="500"></a> </strong></p><span id="fullpost"> <p><strong><font color="#c0504d"><u>Ingredienti</u></font></strong></p> <p><em><strong>150 g di farina 00<br>100 g di farina di mais tipo “fioretto”<br>125 g burro freddo<br>70 g zucchero a velo<br>1 tuorlo<br>1 pizzico di lievito (facoltativo)<br>vaniglia q.b.<br>2-3 cucchiai di latte freddo</strong></em></p> <p><font color="#9b00d3">per farcire</font><font color="#9b00d3">:</font> <p><em>marmellata a piacere (per me mirtilli di bosco, </em><a href="http://www.rigonidiasiago.com/nocciolata/" target="_blank"><em>Rigoni di Asiago</em></a><em>)</em></p> <p><u><strong><font color="#c0504d">Preparazione</font></strong></u> <br></p> <p align="justify">Mettete nella ciotola (per me quella dell’impastatrice) la farina 00, la farina di mais, la vaniglia, il lievito (potete anche non metterlo, l’importante, se lo usate, è usarne poco…troppo farebbe gonfiare i biscotti che perderebbero la forma) ed il burro freddo a cubetti. Lavorate velocemente fino ad ottenere un composto bricioloso (briciole piccole, mi raccomando). Unite lo zucchero a velo e mescolare velocemente. Aggiungete il tuorlo e tanto latte quanto occorrerà per ottenere un composto sodo. Avvolgete la frolla nella pellicola e mettetela in frigo per un paio d’ore.<br>Trascorso questo tempo, stendete la frolla sottile e ritagliate i biscotti, lasciandone metà “pieni” e forando l’altra metà al centro (io ho usato questo stampo con il cuoricino al centro, ma vanno bene anche due stampi tondi di diverso diametro). Disponeteli su delle teglie rivestite di carta forno ed infornateli. <br>Cuoceteli in forno già caldo, a 180° per circa 15-20 minuti (dipende dal forno). In ogni caso, considerate che non devono scurirsi troppo, ma diventare croccanti.<br>Sfornateli e, una volta freddi, farciteli con la marmellata accoppiandoli a due a due. Dato che lo zucchero a velo rende la frolla piuttosto dolce, vi suggerisco una marmellata acidula. Io uso quella di mirtilli di bosco della Rigoni di Asiago.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-81535684055741551402013-09-22T19:22:00.001+02:002013-09-22T19:27:24.310+02:00Baiocchi (ricetta del blog Fragola e Limone)<p align="justify">Visto che alcuni di voi, vecchi affezionati followers, o new entries, hanno mostrato interesse per la mia inattesa incursione nella blogosfera. Visto che mi avete dato un così caloroso benvenuto (chi avrebbe mai detto che qualcuno si sarebbe preso la briga di venire a vedere cosa ci fosse di nuovo nel mio blog?). Visto che, in ogni caso, amiche e colleghe volevano le ricette corrispondenti alle foto dell’altro giorno. Visto che le suddette ricette sono annotate sulla mia Moleskine (quella che scorgete sotto ai biscottini con la marmellata) e che, quindi, avrei dovuto in ogni caso copiarle al computer per loro…pubblicherò velocemente le ricette relative alle foto pubblicate nello <a href="http://moscerino.blogspot.it/2013/09/insta-ntanee-dalla-mia-cucina.html" target="_blank">scorso post</a>. </p> <p align="justify">A proposito di foto: non so voi, ma io per adesso adoro usare Instagram anche per la food-photography. So di non aver scoperto nulla di nuovo, e so che puristi del foodblogging ed amanti del bianco assoluto storceranno il naso, ma mi piacciono gli effetti che riesco a creare. Insomma, visto che non riesco proprio ad ottenere la luce bianca e pura che tanto ammiro negli altri foodblog, perché non sperimentare qualcosa di diverso?</p> <p align="justify">Ma torniamo alle ricette. Ecco la prima.</p> <p align="justify"><strong><font color="#333333">1) Baiocchi (ricetta del blog </font></strong><a href="http://fragolelimone.com/2011/06/baiocchi-golosissimi-biscotti.html" target="_blank"><strong><font color="#333333">Fragola e Limone</font></strong></a><strong><font color="#333333">):</font></strong></p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Tre-ricette-per-tre-foto_D3AF/baiocchicopia.jpg"><img title="baiocchicopia" style="border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; background-image: none; border-bottom-width: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; display: block; padding-right: 0px; border-top-width: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="baiocchicopia" src="http://www.studiolicastri.it/io/Tre-ricette-per-tre-foto_D3AF/baiocchicopia_thumb.jpg" width="484" height="484"></a></p><span id="fullpost"> <p align="justify"><strong><font color="#c0504d"><u>Ingredienti (dosi per circa due teglie di biscotti)</u></font></strong></p> <p><em>230 g di farina 00<br>100 g di farina di nocciole <br>120 g di burro<br>75 g di zucchero a velo<br>1 tuorlo (e parte di albume se serve)<br>1 pizzico di sale</em> <p><font color="#9b00d3">per farcire</font><font color="#9b00d3">:</font> <p><em>crema di nocciole (per me </em><a href="http://www.rigonidiasiago.com/nocciolata/" target="_blank"><em>Rigoni di Asiago</em></a><em>)</em> <p><u><strong><font color="#c0504d">Preparazione</font></strong></u> <p align="justify">Mettete nella ciotola dell’impastatrice la farina, la farina di nocciole ed il burro freddo a pezzetti. Avviare l’apparecchio (va bene anche un mixer) ed impastare fino ad ottenere un composto formato da piccole briciole. Unite lo zucchero e mescolate ancora un po’, quindi aggiungete il tuorlo d’uovo e mescolate fino ad ottenere un composto sodo ed omogeneo. Se l’uovo non dovesse essere sufficiente per legare l’impasto, unite anche una piccola parte dell’albume, meglio se previamente sbattuto leggermente (così sarà più facile aggiungerne poco alla volta). In alternativa, è possibile aggiungere uno o due cucchiai di latte freddo. Avvolgete l’impasto nella pellicola trasparente e riponetelo in frigo per almeno un’ora.<br>Trascorso questo tempo, prelevate l’impasto dal frigo; accendete il forno a 180° in modalità statica. Stendete la pasta piuttosto sottile (3 mm circa) – ricordatevi che i biscotti andranno accoppiati due a due, quindi non fateli troppo spessi – e ritagliate i biscotti. <br>Per farlo occorreranno: un tagliabiscotti tondo a bordi lisci di circa 4 cm di diametro; uno leggermente più piccolo, per imprimere quel segno tutto attorno al bordo che renderà il vostro biscotto simile ad un bottone; una cannuccia per fare i fori centrali. <br>Tagliate i dischi con il tagliabiscotti più grande, poi premete leggermente sul dischetto ottenuto lo stampino più piccolo, senza però tagliare fino in fondo l’impasto. Dovrete lasciare solo un leggero solco. Quindi, usando la cannuccia, fate i quattro caratteristici buchi al centro di ogni dischetto. Disponeteli su delle placche rivestite di carta forno ed infornate per circa 15 minuti, sorvegliando la cottura affinché i biscotti non scuriscano troppo. Sfornate e fate raffreddare completamente, quindi spalmate sui dischetti “pieni” la crema di nocciole ed accoppiateli con i “bottoncini”. Sono deliziosi e si mantengono a lungo ben chiusi in una scatola di latta.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-61651533997375314362013-09-19T23:15:00.001+02:002013-09-19T23:15:09.875+02:00Insta-ntanee dalla mia cucina<p>Perché non se ne poteva più di vedere quei biscotti al farro!</p> <p align="justify">Negli ultimi due anni ho totalmente abbandonato la “cucina da blog”. Potrei elencare infinte scuse, il lavoro, la bambina, la stanchezza…in verità, non mi divertiva più. Ho abbandonato il blog e mi sono dedicata alla Moleskine (la mia splendida <a href="http://shop.moleskine.com/en-us/notebooks-journals/passion/passion-journal-recipe" target="_blank">Moleskine Passions Recipe Journal</a>). Le cose più carine che ho fatto, le ho immortalate in fretta e furia (e senza troppa convinzione) con il cellulare (per fortuna adesso fanno delle foto quasi più belle della mia, ormai datata, reflex) e mi sono divertita a ritoccarle con <a href="http://instagram.com/" target="_blank">Instagram</a> (il che mi ha fatto venire un’idea…). </p> <p align="justify">Comunque, poiché da un paio di giorni sono di nuovo fissatissima con la cucina, guardo blog, sfoglio libri, cerco ricette da provare e le annoto sulla predetta Moleskine, poiché ho già fatto una o due cose carine, ma soprattutto poiché non sopportavo più quella foto di biscotti…eccovi alcune immagini. Se seguiranno le ricette? Non ne ho idea!! </p> <p align="justify">Baiocchi:</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/baiocchi.jpg"><img title="baiocchi" style="border-top: 0px; border-right: 0px; background-image: none; border-bottom: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; border-left: 0px; display: block; padding-right: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="baiocchi" src="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/baiocchi_thumb.jpg" width="484" height="484"></a></p> <p>Frollini al mais con marmellata di mirtilli:</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/biscotti-marmellata.jpg"><img title="biscotti marmellata" style="border-top: 0px; border-right: 0px; background-image: none; border-bottom: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; border-left: 0px; display: block; padding-right: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="biscotti marmellata" src="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/biscotti-marmellata_thumb.jpg" width="500" height="500"></a></p> <p>Patatas bravas:</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/patatas-bravas.jpg"><img title="patatas bravas" style="border-top: 0px; border-right: 0px; background-image: none; border-bottom: 0px; float: none; padding-top: 0px; padding-left: 0px; margin-left: auto; border-left: 0px; display: block; padding-right: 0px; margin-right: auto" border="0" alt="patatas bravas" src="http://www.studiolicastri.it/io/Insta_14323/patatas-bravas_thumb.jpg" width="484" height="484"></a></p> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-53707787028791246282012-10-25T14:56:00.001+02:002012-10-25T14:56:05.276+02:00Biscotti al farro con farina integrale<p align="justify">Liberamente ispirati a <a href="http://laformuladelbiscotto.blogspot.it/2011/06/esperimento-80-biscotti-farro-e-limone.html" target="_blank">questa</a> ricetta de “<a href="http://laformuladelbiscotto.blogspot.it/" target="_blank">la formula del biscotto</a>”.</p> <p align="justify">Le mie ultime manie sono la farina di farro, sia bianca che integrale, e lo zucchero integrale di canna. Lo zucchero integrale è stato una scoperta sorprendente (ho provato quello che viene dall’Equador, e quello prodotto nelle filippine, chiamato “mascobado”).Avevo usato altri tipi di zucchero di canna, ma mai questo integrale. Ha un profumo squisito, e una consistenza “morbida”, non cristallina che mi ha conquistata. E adesso lo uso molto di più dello zucchero normale, sia nel caffè, sia in molti tipi di dolci e biscotti.E non tanto per ragioni di salute (che sarà pure integrale, ossia meno lavorato, ma pur sempre zucchero è, e contiene più o meno le stesse calorie e gli stessi principi nutritivi, come spiegato <a href="http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/04/06/miti-culinari-5-le-virtu-dello-zucchero-di-canna/" target="_blank">qui</a>), proprio per questioni di gusto. </p> <p align="justify">La farina di farro desideravo provarla da tempo, ma non sapevo bene come utilizzarla. <br>L’altro giorno l’ho comprata e ho scoperto che, specialmente quella bianca, è molto versatile ed è perfetta per frolle e biscotti. Ho letto da qualche parte che è anche un po’ più “dietetica” della farina 00 di grano tenero,poiché il farro dovrebbe essere un cereale meno calorico del grano, più povero di glutine e dotato di un <strong>elevato potere saziante</strong> (tutte queste notizie non pretendono di avere attendibilità scientifica, le ho trovate googlando “farina di farro”!!). Da quando l’ho acquistata, è diventata protagonista dei miei biscotti del mattino, in varie versioni. Anche perché, potenza della suggestione, mi sembra davvero che mi bastino solo due biscotti sentirmi sazia! Questi sono i primi che ho provato. </p> <p>La ricetta cui mi sono ispirata è indicata in testa al post; diciamo però che l’ho un bel po’ cambiata nei contenuti. Ho tolto il limone, messo il cioccolato, aggiunto la farina integrale e usato il burro appena ammorbidito invece che fuso. La forma, invece, l'’ho mantenuta, perché è comoda e velocissima da realizzare, non serve nessuno stampo, solo una forchetta!</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Biscotti-al-farro_EAD6/biscotti-al-farro_-s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="biscotti al farro_ s" border="0" alt="biscotti al farro_ s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Biscotti-al-farro_EAD6/biscotti-al-farro_-s_thumb.jpg" width="420" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per una trentina di biscotti):</strong></font></p> <p>170 g di farina di farro bianca<br>60 g di farina di farro integrale<br>80 g di zucchero di canna integrale (per me <a href="http://www.ecomarket.eu/bio-indispensabili/marmellata-miele-zucchero/zucchero-di-canna-dulcita.html#Bio_Indispensabili" target="_blank">questo</a>)<br>mezzo cucchiaino di lievito<br>1 pizzico di sale<br>1 uovo<br>100 g di burro morbido<br>35 g di gocce di cioccolato (facoltative)<br>polvere d’arancia e di vaniglia q.b.</p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione.</strong></font></p> <p align="justify">Mescolare le farine, lo zucchero, il lievito, il sale e le gocce di cioccolata. Unire gli aromi e il burro un po’ morbido ed iniziare a lavorare con il mixer o planetaria o con la punta delle dita fino ad ottenere delle piccole briciole. Unire l’uovo e lavorare velocemente fino ad ottenere la classica palla di impasto. Da quel che ho potuto constatare io, non occorre riposo in frigo. Prelevate delle porzioni di impasto e formate delle palline grandi come una piccola noce (circa 13 g). Disponetele sulla teglia rivestita di carta forno e schiacciatele leggermente con i rebbi di una forchetta. Per la cottura: la ricetta originale prevede cottura in forno a 180° statico, per 15-20 minuti. IO ho deciso di seguire le istruzioni del mio super forno e li ho cotti in modalità statico-ventilato, 170° per 10 minuti. In ogni caso, attenzione a non farli scurire troppo!</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-85174422826282148922012-10-14T10:19:00.001+02:002012-10-14T10:19:22.786+02:00Torta di ricotta, mele e uvetta<p align="justify">Dal libro <a href="http://www.guidotommasi.it/variazioni-golose/torte-di-mele.html">“Torte di mele” – Guido Tommasi Editore</a>.</p> <p align="justify">Rieccomi! <br>Mentre scrivo, Lazzaro (il mio lievito madre, così battezzato perché, dopo mesi di incuria, è inaspettatamente e miracolosamente resuscitato…ma ve ne parlerò meglio la prossima volta) si sta “scaldando” per preparare il primo pane dopo più di un anno (vi racconterò come va a finire) e, se faccio in tempo prima che M. si svegli, devo fotografare dei biscottini che ho preparato ieri, semplici, niente di sofisticato, ma buonissimi; anche di questi vi racconterò in seguito.</p> <p align="justify">Insomma, per ora ho di nuovo voglia di cucinare, compatibilmente con il pochissimo tempo che mi rimane per farlo e con i rimorsi della mia coscienza, dovuti al fatto che, in verità, avevo programmato di mettermi a dieta, per buttare giù gli ultimi chili rimasti dalla gravidanza che mi fanno sentire decisamente fuori forma (con funesti riflessi sul mio umore e sulla capacità di scegliere cosa mettermi ogni santo giorno prima di andare a lavorare…). Ma non si può avere tutto. Perciò, in attesa di trovare la forza per mettermi a dieta, mi rimetto ai fornelli, perché mi fa sentire di nuovo bene. Comincio dai dolci, che per me sono più facili, ma mi riprometto di dedicarmi un po’ anche al salato, giusto per offrire agli amici che vengono a trovarci settimanalmente qualcosa di diverso dalla pizza (che non ne potranno più…specialmente G. e B.)!!</p> <p align="justify">La ricetta di oggi sa di autunno, anche se qui, fatta eccezione per gli ultimi due giorni, sembra che l’estate non voglia andar via. <br>Il libro da cui è tratta è davvero delizioso, appartiene alla categoria dei libriccini monotematici, ma, a differenza di altri, non l’hanno riempito di ricette stravaganti per raggiungere l’adeguato numero di pagine. Tutte le ricette sono semplici, buone, come ti aspetti che debbano essere delle ricette di torta di mele, senza essere mai banali. <br>E le foto…solo per quelle meriterebbe di essere acquistato! Niente “bianchi-che-più-bianchinonsipuò” alla Donna Hay (che, per carità, io adoro, ma non si adatterebbero alle torte di mele), ma scenari eleganti e un po’ country, o “rustici”, di cui è protagonista, oltre alle torte, il legno. Ti viene da pensare alle cucine di una volta.<br>E poi, ho appena scoperto che è dei <a href="http://lacucinadicalycanthus.net/">calycanthi</a>…anzi delle <a href="http://lacucinadicalycanthus.net/">calycanthe</a>! Vi servono altre garanzie?</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Torta-di-ricotta-mele-e-uvetta_1460E/torta_mele_ricotta_s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="torta_mele_ricotta_s" border="0" alt="torta_mele_ricotta_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Torta-di-ricotta-mele-e-uvetta_1460E/torta_mele_ricotta_s_thumb.jpg" width="458" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti</strong></font></p> <p><em><strong>250 g di ricotta<br>200 g di farina <br>50 g di amido di frumento (mais per me)<br>150 g di zucchero (per me di canna semi-raffinato)<br>3 uova<br>1 bustina di lievito<br>3 mele golden<br>il succo di mezzo limone<br>3 cucchiai di uvetta</strong></em></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Lavate e sbucciate le mele,tagliatele a piccoli cubetti e raccoglietele in una ciotola con il succo di limone e l’uvetta. <br>Preriscaldate il forno a 180°. Separate i tuorli dagli albumi. Montate con le fruste elettriche la ricotta con lo zucchero, unite i tuorli, la farina e l’amido setacciati insieme (va bene anche se usate solo farina) ed il lievito, anch’esso setacciato. Infine, unite gli albumi montati a neve ben soda, avendo cura di cominciare unendone una generosa cucchiaiata mescolando per rendere simile la consistenza dei due composti, quindi proseguite unendoli poco per volta mescolando delicatamente dall’alto verso il basso per non smontarli. Versate l’impasto in una tortiera da 24 cm di diametro e cuocete a 180°, forno statico, per circa 45-50 minuti. La torta, alla prova dello stecchino, risulterà leggermente umida, ma così deve essere, quindi non fatela cuocere troppo.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-68741837536302906822012-10-07T18:57:00.001+02:002012-10-07T18:57:46.891+02:00Due torte speciali<p> </p> <p align="justify">Ehilà! C’è mica nessuno? Perchè volendo, dopo sette mesi di assenza, lo capirei pure se non passasse più nessuno da queste parti.</p> <p align="justify">Incredibile come voli il tempo. Ma tant’è. Non sto a snocciolare scuse sui motivi della mia lunga assenza. La verità nuda e cruda è piuttosto amara: <strong><font color="#666666">Moscerino ha appeso le padelle al chiodo</font></strong>, se mi passate l’eufemismo. In altre parole, qui non si cucina proprio più niente, salvo le pappe per mia figlia (che mangia da gran gourmet, con l’aiuto delle ricette tratte da un fantastico libro che mi ha regalato la mia amica G., “<a href="http://www.amazon.it/cucchiaino-dargento-pappe-piattini-golosi/dp/8872127211/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1349627109&sr=8-1">Il cucchiaino d’argento</a>”, vale a dire la versione per bebé del celeberrimo manuale di cucina). Non solo. Diciamo che Moscerino proprio non si ricorda più come si faccia a cucinare. Qualche tempo fa, mio marito mi ha chiesto di organizzare una cena per una coppia di amici con cui dovevamo sdebitarci. Non potete immaginare il mio sgomento. Non mi veniva in mente nulla da preparare e, quando finalmente ho messo insieme un menù riesumando vecchie ricette del blog, non vi dico che ansia preparare tutto e soprattutto….che ciofeche mi sono venute!!!!!!<br>L’unica cosa che mi riesca decentemente è la pizza, ma credo sia tutto merito del mio super forno. E la scorsa domenica ho preparato, dopo più di un anno, delle brioches; per qualche specie di miracolo mi sono venute bene. Diciamo che sui dolci ancora me la cavo, se non punto a ricette troppo difficili. <br>Ma se mi chiedeste di preparare un piatto salato, anche semplice, sappiate che mi procurereste settimane di incubi. Vi giuro, a volte mi dispero pensando (senza falsa modestia) a quanto ero brava. Ma che mi è successo????? Sob!!! Ormai anche mettere insieme pranzo e cena mi angoscia (anzi, si accettano suggerimenti…cose semplici però!!). </p> <p align="justify">Ho fatto solo due cose degne di nota, le due torte decorate in pasta di zucchero che sto per mostrarvi. Ci ho messo un secolo per decidermi a pubblicarle, perché si vedono i nomi delle persone per cui le ho fatte. Ma poi mi sono convinta. Non è che sia proprio bravissima con la pasta di zucchero, ma mi sono divertita un sacco a confezionarle. Ho fatto due corsi per imparare le basi della sugar art e poi mi sono cimentata. Certo, le torte, a guardarle bene, sono piene di imperfezioni, e le basi della prima sono venute un po’ asciutte (per la torta piscina ho usato un semplicissimo pan di spagna al cioccolato che si è mantenuto morbidissimo), ma hanno fatto la loro figura. </p> <p align="justify">Spero vi piacciano. Chissà, magari nei prossimi giorni ci vedremo con qualche ricetta vera.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-battesimo_s.jpg"><img style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; border-top: 0px; margin-right: auto; border-right: 0px; padding-top: 0px" title="torta battesimo_s" border="0" alt="torta battesimo_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-battesimo_s_thumb.jpg" width="378" height="620"></a></p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-piscina_v_s.jpg"><img style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; border-top: 0px; margin-right: auto; border-right: 0px; padding-top: 0px" title="torta piscina_v_s" border="0" alt="torta piscina_v_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-piscina_v_s_thumb.jpg" width="378" height="557"></a></p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-piscina_o_s.jpg"><img style="background-image: none; border-bottom: 0px; border-left: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; margin-left: auto; border-top: 0px; margin-right: auto; border-right: 0px; padding-top: 0px" title="torta piscina_o_s" border="0" alt="torta piscina_o_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/67cc8d0a25a0_FFA9/torta-piscina_o_s_thumb.jpg" width="520" height="374"></a></p> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-83601649939909967062012-03-05T16:39:00.001+01:002012-03-05T16:39:22.096+01:00Biscotti con farina integrale (tipo Digestive)<p align="justify">Dopo la sfilza di muffin e cupcakes, mi sono data ai biscotti ed, in particolare, ai biscotti preparati con farine diverse dalla solita 00. I primi sono stati questi. </p> <p align="justify">Dopo aver fatto la <a href="http://moscerino.blogspot.com/2012/02/cheesecake-classica.html">cheesecake</a>, mi sono avanzati un bel po’ di quei famosi biscotti britannici chiamati Digestive, prodotti dalla Mc Vitie’s, ed ho scoperto di trovarli deliziosi, specie per la colazione, accompagnati da un bicchiere di latte o da una tazza di cremoso cappuccino. <br>Ebbene, volevate che non provassi a prepararli in casa? Del resto, l’ossessione di riprodurre in casa i prodotti industriali è uno dei segni distintivi di un foodblogger. <br>Leggendo la lista degli ingredienti (i miei erano i classici, senza nessuna aggiunzione, ma in seguito ho provato a fare anche quelli con i fiocchi d’avena, ma ve ne parlerò la prossima volta), mi sono accorta che si tratta (almeno apparentemente!) di semplici biscotti con una parte di farina integrale. Cercando in rete, ho trovato un blog (<a href="http://cuochella.blogspot.com/2009/11/digestive.html">la cucina di Cuochella</a>), che ne proponeva la ricetta e l’ho subito provata, modificandola un po’ (seconda caratteristica di ogni foodblogger che si rispetti: la mania di modificare sempre ogni ricetta).<br>Ho ottenuto dei biscotti deliziosi, anche se non proprio uguali a quelli industriali (del resto, quello speciale retrogusto dovuto ai non meglio identificati “aromi” usati nell’industria dolciaria, secondo me è impossibile da riprodurre!). </p> <p align="justify">Secondo me, benché <a href="http://cuochella.blogspot.com/2009/11/digestive.html">Cuochella</a>, nel creare la ricetta, abbia rispettato le proporzioni tra gli ingredienti indicate sulla confezione, e nonostante io abbia già aumentato la dose di farina integrale, bisognerebbe utilizzarne ancora di più, perché conferisce ai biscotti un gusto ed una consistenza tutta particolare. La prossima volta ci proverò e vi farò sapere. Intanto, eccovi la ricetta, nella versione modificata da me; <a href="http://cuochella.blogspot.com/2009/11/digestive.html">qui</a> trovate quella originale.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Biscotti-digestive-ovvero-biscotti-integ_E0AB/digestive-copia.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="digestive copia" border="0" alt="digestive copia" src="http://www.studiolicastri.it/io/Biscotti-digestive-ovvero-biscotti-integ_E0AB/digestive-copia_thumb.jpg" width="470" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti</strong></font></p> <p><strong><em>180 g di farina 00<br>100 g di farina integrale<br>140 g di burro salato *<br>80 g di zucchero di canna<br>1 cucchiaino di lievito per dolci<br>1 pizzico di sale<br>2 cucchiai di latte</em></strong></p> <p align="justify"><em><strong>* la ricetta originale prevedeva la margarina, che ha un gusto leggermente salato. Volendola sostituire con il burro, ho preferito usare quello salato e vi consiglio di fare altrettanto, perché il burro normale finirebbe per alterare il gusto dei biscotti.</strong></em></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Miscelate in una ciotola (per me nel Kenwood) le due farine ed il lievito setacciato. Unite lo zucchero di canna ed il pizzico di sale. Aggiungete il burro salato ben freddo ed impastate fino ad ottenere delle piccole briciole. Aggiungete i due cucchiai di latte (non di più) e lavorate il tutto piuttosto velocemente, quel tanto che basta ad ottenere una pasta omogenea. Avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per circa 20 minuti.</p> <p align="justify">Accendete il forno a 160°. Stendete la pasta piuttosto sottile, diciamo 3 mm, e ritagliate i biscotti nella foggia che più vi piace. Se volete renderli simili agli originali, utilizzate un tagliapasta tondo da 7 cm. Io ne ho fatti un po’ tondi ed un po’ rettangolari, e mi sono divertita ad utilizzare lo stampino con i caratteri personalizzabili, di cui mi ero totalmente dimenticata e che è saltato fuori durante il trasloco (sorvoliamo sul fatto che per una cosa che ho “ritrovato”, ce ne sono almente dieci che mancano all’appello nella casa nuova, ma che devono pur essere da qualche parte!!)! Cuocete i biscotti per circa 20-25 minuti, finché saranno dorati (occhio a non farli bruciare però!), quindi sfornarli e lasciarli raffreddare su una gratella per dolci. Conservarli una volta freddi in una scatola di latta. Si mantengono croccanti abbastanza a lungo; non so quanto di preciso perchè qui sono finiti in un baleno!<br></p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-46604661369521092162012-02-14T17:49:00.001+01:002012-02-14T17:49:37.149+01:00Cheesecake classica<p>Ricetta di Donna Hay, dal libro <a href="http://www.guidotommasi.it/ultimi-nati/classici-moderni-vol-2/">Classici Moderni vol. 2</a>.</p> <p align="justify">Oggi è il 14 febbraio. La cosa è rimarchevole, dal mio punto di vista, non perché sia San Valentino, quanto piuttosto perché siamo già a metà febbraio; vale a dire che è passato già un mese e mezzo dall’arrivo di M. e che molto, troppo, presto dovrò organizzarmi per tornare a lavoro. L’idea mi deprime. Intendiamoci, io amo il mio lavoro e, benché adori passare del tempo con mia figlia, non ho mai pensato di fare la mamma a tempo pieno. Solo, mi sembra davvero <u>troppo, ma troppo</u> presto per ritornare alla mia vita di sempre e lasciare M. a qualcun altro!!! Purtroppo, però, in quanto libera professionista non posso permettermi il lusso di assentarmi dal lavoro per tre mesi interi, o magari di più, e non solo per ragioni economiche. <br>La cosa più strana è che non mi aspettavo che fare la mamma e la casalinga mi piacesse tanto! Abituata ad una vita iper attiva, quando sono tornata a casa con la bimba ero convinta che mi sarei annoiata presto, o che i famigerati primi mesi di vita di M. (mesi che tutti mi descrivevano come devastanti, benché, per carità, bellissimi) mi avrebbero fatto desiderare di tornare a lavoro.<br>Ed invece, io non mi sento affatto stanca, anzi, sto vivendo questi giorni come una splendida vacanza. Cucino dolci, ho del tempo per me e mi godo mia figlia. L’unica cosa che mi secca è il freddo, che mi impedisce di andare in giro con M. tanto quanto vorrei.<br>Capite bene perché non abbia la minima voglia di tornare a lavorare! Mi sento come un bambino all’approssimarsi della fine delle vacanze estive! </p> <p align="justify">Va beh, torniamo alla cheesecake. E’ già la terza ricetta provata da questo libro ed è il terzo successo. Entusiasta delle precedenti ricette che avevo sperimentato, ho deciso di abbandonare la mia solita ricetta di cheesecake (che trovate <a href="http://moscerino.blogspot.com/2007/11/cheese-cake.html">qui</a>) e di affidarmi, ancora una volta, a Donna Hay. <br>Mi incuriosiva soprattutto la presenza della ricotta in una ricetta di cheesecake definita dall’autrice “classica”; secondo la mia esperienza, infatti, le classiche cheesecake sono preparate con il Philadelphia e/o la panna acida!<br>Ebbene, classica o no, questa cheesecake, grazie alla ricotta, che rende il gusto più…”morbido”, è piaciuta proprio a tutti, sia agli appassionati delle cheesecakes, sia a chi, come mio marito, proprio non l’avevano mai gradita.</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Cheesecake-classica_DA3D/cheesecake.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="cheesecake" border="0" alt="cheesecake" src="http://www.studiolicastri.it/io/Cheesecake-classica_DA3D/cheesecake_thumb.jpg" width="420" height="620"></a></p> <p>Con questa ricetta partecipo al contest "<a href="http://www.polveredipeperoncino.com/2012/02/il-mio-primo-contest-foodbook-il-libro.html">The Foodbook - il libro è servito" di Polvere di Peperoncino</a> in collaborazione con <a href="http://www.bibliothecaculinaria.it/">Bibliotheca Culinaria</a>.</p><a title="The Foodbook" href="http://www.polveredipeperoncino.com/2012/02/il-mio-primo-contest-foodbook-il-libro.html"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJhxtuN02w6Pgu4uKOy-x689YJor93FzxCqA-TuYCUApWCQeKCaB-gig11IVERmW-htRlIisG82tK7gfquAj5t_jO5uXl3V7GnzUSytXXVFGGCvZXM08zSE4Azm9McpDtVJoorFsYZYJoZ/s1600/thefoodbook200x133.jpg"> </a><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per uno stampo da 24 cm di diametro)</strong></font></p> <p align="justify"><strong><font color="#9b00d3">per la base<br></font><em>110 g di biscotti secchi (per me i Digestive, e ne ho messi 150 g)<br>75 g di farina di mandorle<br>60 g di burro fuso<br></em></strong></p> <p><font color="#9b00d3"><strong>per il ripieno</strong></font><br><em><strong>1 cucchiaio e mezzo di maizena<br>1 cucchiaio e mezzo di acqua (ne ho messi 3)<br>330 g di philadelphia<br>460 g di ricotta (per me di pecora)<br>4 uova<br>330 g di zucchero<br>1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata finemente<br>60 ml di succo di limone (per me 50 ml)<br></strong></em></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Preparate la base. Rivestite uno stampo a cerniera con carta forno, bagnata e strizzata per farla aderire meglio alle pareti della tortiera. Tritate finemente i biscotti nel mixer, unitevi la farina di mandorle ed il burro fuso e mescolate per amalgamare il tutto. Rivestite con questo composto il fondo della tortiera, schiacciando con il dorso di un cucchiaio o con le mani per livellarlo bene. Mettete lo stampo in frigorifero.</p> <p align="justify">Scaldate il forno a 160°. Mescolate la maizena con l’acqua; otterrete un composto liscio e “colloso”. Secondo me con solo un cucchiaio e mezzo d’acqua risultava eccessivamente denso e, temendo che non si amalgamasse alla crema, ho aggiunto altra acqua (in totale ne ho usati circa 3 cucchiai). Frullate il formaggio morbido nel mixer (io ho usato la frusta a K del Kenwood) per un paio di minuti, unite la ricotta e seguitate a frullare fino ad ottenere un composto omogeneo e cremoso. Aggiungete il composto di maizena ed acqua, le uova, lo zucchero, il succo e la scorza del limone e continuate a frullare finché il composto è perfettamente liscio. Versatelo sulla base di biscotti, livellate bene e cuocete per un’ora e 10 minuti o fino a quando la crema si sarà rassodata. Per maggior sicurezza, potete fare la prova stecchino in un angolino (perché rimane il buco!); dovrà uscire pulito, non appiccicoso. Sfornate e lasciate raffreddare nello stampo. Raffreddando, il dolce si “siederà” al centro. Tranquilli, è normale, persino nella foto del libro appare così. Una volta fredda, mettete la cheesecake in frigo fino al momento di servirla. Servitela ricoperta da una salsa a vostra scelta (cioccolato, come nella foto, caramello o frutti di bosco).</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-41774049312914687132012-02-07T18:12:00.001+01:002012-02-08T15:42:01.742+01:00Muffins ai mirtilli<p align="justify">Ricetta di Donna Hay, ancora dal libro <a href="http://www.guidotommasi.it/ultimi-nati/classici-moderni-vol-2/">Classici Moderni vol. 2</a>.</p> <p align="justify">Questa volta vi propongo dei muffins, i più classici che si possano immaginare, quelli ai mirtilli, nella versione proposta da Donna Hay nel libro di cui sopra. </p> <p align="justify">Spero non vi stanchiate di vedere ricette dolci, perché per ora, dopo quasi un anno di “astinenza” (leggasi mancanza di voglia e di ispirazione) e con la scusa delle visite per la casa nuova e la bimba, preparo praticamente un dolce diverso al giorno! E tutti meritano di essere pubblicati! <br>In effetti, ho anche un bel po’ di ricette salate che giacciono in archivio (pensate che di alcuni piatti che ho fotografato non riesco più nemmeno a ricordare la ricetta…..), ma al momento non mi ispirano quanto i dolci appena sfornati, quindi rassegnatevi ad una overdose di zuccheri!</p> <p align="justify">Torniamo alla ricetta, ancora tratta dal libro <a href="http://www.guidotommasi.it/ultimi-nati/classici-moderni-vol-2/">Classici Moderni vol. 2</a>, che mi sta dando grandissime soddisfazioni. Vi si prevede l’uso della panna acida, davvero introvabile in questo periodo di autotrasportatori in agitazione, quindi l’ho sostituita con un mix di panna fresca, yogurt naturale compatto e qualche goccia di limone. Credo che la panna acida, con la sua consistenza densa e cremosa, dia un risultato diverso e probabilmente migliore, ma anche così i muffins sono ottimi, provare per credere.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Muffins-ai-mirtilli_F6D1/muffins_mirtilli.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="muffins_mirtilli" border="0" alt="muffins_mirtilli" src="http://www.studiolicastri.it/io/Muffins-ai-mirtilli_F6D1/muffins_mirtilli_thumb.jpg" width="470" height="620"></a></p> <p align="justify">Per una volta, come vi dicevo <a href="http://moscerino.blogspot.com/2012/02/cupcakes-con-panna-ai-lamponi.html">nello scorso post</a>, ho trovato ed utilizzato mirtilli freschi (e qualche lampone avanzato dall’ultima ricetta), ma vanno benissimo anche quelli surgelati (comunque difficili da trovare qui dalle mie parti) e persino i mix di frutti di bosco surgelati.</p> <p align="justify">Con questa ricetta partecipo al contest "<a href="http://www.polveredipeperoncino.com/2012/02/il-mio-primo-contest-foodbook-il-libro.html">The Foodbook - il libro è servito" di Polvere di Peperoncino</a> in collaborazione con <a href="http://www.bibliothecaculinaria.it/">Bibliotheca Culinaria</a>.</p><a title="The Foodbook" href="http://www.polveredipeperoncino.com/2012/02/il-mio-primo-contest-foodbook-il-libro.html"><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJhxtuN02w6Pgu4uKOy-x689YJor93FzxCqA-TuYCUApWCQeKCaB-gig11IVERmW-htRlIisG82tK7gfquAj5t_jO5uXl3V7GnzUSytXXVFGGCvZXM08zSE4Azm9McpDtVJoorFsYZYJoZ/s1600/thefoodbook200x133.jpg"> </a> <p align="justify"> </p><span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per circa 12 muffins medi)</strong></font></p> <p align="justify"><strong><em>270 g di farina<br>2 cucchiaini di lievito<br>170 g di zucchero<br>250 ml di panna acida (o di miscela panna e yogurt)<br>2 uova<br>1 cucchiaino di scorza di limone<br>vaniglia q.b.<br>80 ml di olio<br>150 g di mirtilli freschi o surgelati</em></strong></p> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Scaldate il forno a 180°. Setacciate insieme la farina ed il lievito. Unite lo zucchero ed un pizzico di vaniglia e mescolate il tutto. Mettete in un’altra ciotola la panna acida (o il mix di panna e yogurt), le uova, la scorza di limone e l’olio e sbattete con una frusta a mano finchè il composto è omogeneo. Incorporatelo agli ingredienti secchi e mescolate il tutto, ma solo fino a che gli ingredienti si saranno amalgamati, senza lavorare troppo l’impasto. Unite i mirtilli e date un’ultima mescolata. Dividete il composto in 12 stampi da muffins da 125 ml di capacità riempiendoli fino a circa un dito dal bordo. Infornate per circa 20 minuti, verificando la cottura con uno stecchino. Una volta freddi, spolverizzate a piacere con zucchero a velo.<br></p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-6336909652793873022012-02-01T15:46:00.001+01:002012-02-01T15:46:25.022+01:00Cupcakes con panna ai lamponi<p>Ricetta di Donna Hay, tratta dal libro <a href="http://www.guidotommasi.it/ultimi-nati/classici-moderni-vol-2/">Classici Moderni volume 2</a>.</p> <p align="justify">Ancora un dolcino, ancora cupcakes, la mia ultima ossessione. Da quando è nata la piccola M. non faccio altro che cucinare (e mangiare anche, purtroppo!!!) dolci, specie muffins e cupcakes, che si preparano in un attimo e mettono allegria.<br>La scelta è caduta su questi dolcetti con i lamponi poiché l’altro giorno, pur nel corso del famigerato sciopero degli autotrasportatori, al mio supermercato ho trovato degli splendidi lamponi e mirtilli freschi<br>Questa volta la ricetta è di Donna Hay, dal suo libro forse più celebre, “<a href="http://www.guidotommasi.it/ultimi-nati/classici-moderni-vol-2/">Classici Moderni vol. 2</a>”, un libro davvero stupendo, pieno di ricette splendide, che giaceva abbandonato nella mia libreria da almeno nove mesi, in attesa di essere utilizzato.<br>Ho deciso di modificare un poco la ricetta, aggiungendo i lamponi anche dentro l’impasto (che invece, Donna lasciava neutro) e modificando la lavorazione.<br>Non sto nemmeno a precisare che i cupcakes sono favolosi, soffici e profumati, con quel ricciolo di panna condita con i lamponi in cima che li rende assolutamente irresistibili! D’altronde si sa che Donna Hay è una garanzia. E vogliamo parlare delle sue foto? Adoro quella luminosità un po’ azzurrina che riesce a dare. Io ho provato a ricrearla, ma la mia foto tende assai più al grigio, sigh! Ma confido di migliorare, devo ancora imparare a conoscere la luce della mia nuova casa e trovare l’angolo migliore per allestire il “set”.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Cupcakes-con-panna-ai-lamponi_D338/cupcakes-lamponi.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="cupcakes lamponi" border="0" alt="cupcakes lamponi" src="http://www.studiolicastri.it/io/Cupcakes-con-panna-ai-lamponi_D338/cupcakes-lamponi_thumb.jpg" width="420" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per circa 6 cupcakes medi)</strong></font></p> <p align="justify"><strong><em>84 g di burro morbido<br>2 uova<br>133 g di farina 00<br>1 cucchiaino di lievito<br>100 g di zucchero<br>40 g di latte<br>vaniglia q.b.<br>100 g di lamponi (freschi o surgelati)</em></strong></p> <p align="justify"><font color="#9b00d3"><strong>per la panna ai lamponi</strong></font></p> <p align="justify"><em><strong>125 ml di panna da montare<br>150 g di lamponi<br>zucchero a velo q.b.</strong></em></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Questo è il procedimento che ho seguito io, ma, come vi accennavo sopra, quello indicato nel libro è diverso (fondamentalmente, mette tutti gli ingredienti insieme nel mixer). </p> <p align="justify">Preriscaldate il forno a 180° in modalità statica. Setacciate la farina ed il lievito insieme ed unite un pizzico di sale. Sbattete con le fruste elettriche il burro morbido con lo zucchero ed i semi della vaniglia, fino a che sarà spumoso. Unite le uova e sbattete ancora, fino a che saranno ben incorporate. Aggiungete la farina setacciata con il lievito, mescolando con un cucchiaio di legno, quindi unite il latte. Infine, aggiungete i lamponi (o frutti di bosco misti, freschi o surgelati), mescolando delicatamente per non spappolarli.</p> <p align="justify">Distribuite l’impasto in stampi da muffins da 125 ml di capacità e cuoceteli in forno statico per circa 20 minuti. Sfornateli e lasciateli raffreddare.<br>Nel frattempo, montate la panna con lo zucchero a velo, quindi mescolatela con i lamponi leggermente schiacciati con un cucchiaio. Io ho montato la panna ben densa, perché volevo si mantenesse in frigo, ma lasciandola leggermente più morbida (non liquida, solo più…cremosa) otterrete una decorazione esteticamente più gradevole.<br>Quando i cupcakes saranno freddi, rimuovete la calottina usando un coltellino affilato, riempite la cavità con la panna ai lamponi e ricoprite con la calottina precedentemente rimossa. Decorate infine con un lampone fresco.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-74769810463179017672012-01-24T10:55:00.001+01:002012-01-24T10:57:30.736+01:00Cupcakes alla carota<p align="justify">Nella mia nuova (provvisoria) vita di mamma e casalinga, trovo di nuovo il tempo e la voglia di cucinare qualche dolcino.</p> <p align="justify">Come questi cupcakes alla carota, visti sul sito del <a href="http://www.cilieginasullatorta.it/2011/04/carrot-cupcakes.html">La Ciliegina Sulla Torta</a> un milione di anni fa, appuntati tra le ricette da provare e preparati soltanto ieri, con delle modifiche, fatte un po’ per renderli più vicini al mio gusto ed un po’ per sopperire alla mancanza di alcuni ingredienti nella mia dispensa. Essenzialmente, <u>ho sostituito il cocco con la farina di mandorle e le noci con le nocciole</u>. Non ho provato la versione originale, ma con queste varianti sono deliziosi, sia con la crema che senza. Anzi, per la verità io li preferisco senza frosting, ed infatti ne ho messo solo un ciuffetto, con il risultato che me ne è avanzato tantissimo. La prossima volta, farò metà dose.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/ef3049091d03_114A4/Cupcakes.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="Cupcakes" border="0" alt="Cupcakes" src="http://www.studiolicastri.it/io/ef3049091d03_114A4/Cupcakes_thumb.jpg" width="440" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong><u>Ingredienti (per circa 12 cupcakes medi)</u></strong></font></p> <p align="justify"><font color="#9b00d3"><strong>per i cupcakes</strong></font></p> <p align="justify"><strong><em>100 g di uova pesate senza guscio (circa 2)<br>100 g di zucchero di canna<br>75 g di olio di semi<br>100 g di farina 00<br>100 g di carote grattugiate<br>10 g di lievito<br>50 g di farina di mandorle * <br>50 g di nocciole tritate **<br>un cucchiaino raso di cannella<br>un pizzico di sale</em></strong></p><em>*cocco nella ricetta originale<br>**noci nella ricetta originale</em><br><br> <p align="justify"><font color="#9b00d3"><strong>per il frosting</strong></font></p> <p align="justify"><strong><em>100 g di philadelphia a temperatura ambiente<br>50 g di burro morbido<br>25 g di zucchero a velo</em></strong></p> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong><u>Preparazione</u></strong></font></p> <p align="justify">Per prima cosa, preparate gli ingredienti. Le uova devono essere a temperatura ambiente e, come ho scritto negli ingredienti, vanno pesate senza guscio. Poiché 100g corrispondono a meno di due uova, io ho sbattuto con una forchetta due uova e poi ne ho versate in una ciotola 100 grammi. Per quanto concerne le carote, se le pesate prima di grattugiarle, calcolatene un po’ di più, diciamo 120 g, e poi ripesatele una volta che le avrete mondate e grattugiate.</p> <p align="justify">Mescolate insieme la farina setacciata, il lievito, la farina di mandorle e la cannella. Sbattete con le fruste elettriche le uova con lo zucchero, l’olio ed il pizzico di sale, fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Incorporatevi delicatamente, con un cucchiaio di legno o una spatola, gli ingredienti secchi precedentemente preparati. Unite, infine, le carote grattugiate e le nocciole. </p> <p align="justify">Dividete l’impasto nei pirottini, riempiendoli fino a 3/4. Infornate in forno preriscaldato a 170° per 20 minuti (fate la prova stecchino). Sfornate e lasciate raffreddare.</p> <p align="justify">Nel frattempo, preparate il frosting. Sbattete il burro morbido e lo zucchero, fino a che saranno soffici e ben montati, quindi aggiungete il philadelphia e continuate a montare fino ad ottenere un composto omogeneo e spumoso. Decorate i cupcakes ormai freddi, con l’aiuto di una sac a poche o magari di un cucchiaino.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-30280525468484128732012-01-23T19:50:00.001+01:002012-01-23T19:50:08.622+01:00Nuova vita…<p align="justify">Ecco colei che da qualche settimana occupa tutte le mie giornate, la mia piccola M., che ha salutato il mondo con gli occhi ben aperti ed un sorriso (e lo so che i neonati non dovrebbero sorridere, ma credetemi, lei lo faceva, ho anche una foto che lo dimostra!).</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/So-sweet_47D/M_blog-1.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="M_blog-1" border="0" alt="M_blog-1" src="http://www.studiolicastri.it/io/So-sweet_47D/M_blog-1_thumb.jpg" width="520" height="185"></a></p> <p align="justify">A seguire anche una nuova ricetta. Lei mi fa venir voglia di cucinare dolci, in attesa del momento in cui potrò cucinare per lei e con lei!! <img style="border-bottom-style: none; border-left-style: none; border-top-style: none; border-right-style: none" class="wlEmoticon wlEmoticon-smile" alt="Sorriso" src="http://www.studiolicastri.it/io/So-sweet_47D/wlEmoticon-smile.png"></p> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com19tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-48415477366559638742011-12-12T22:29:00.001+01:002011-12-12T22:29:08.802+01:00In Cucin@…ci sono anch’io!<p align="justify">Torno dopo una lunga assenza per un fine parzialmente egoistico, ossia <font color="#ff0000"><strong>promuovere l’uscita del libro che mi ha vista coinvolta</strong></font> insieme a tantissimi altri foodblogger italiani. So che non è carino ritornare solo per farmi pubblicità, ma vi prego di essere comprensivi…in fondo quale foodblogger non sarebbe orgoglioso di aver dato il proprio contributo alla stesura di un libro di ricette??? </p> <p align="justify">Il libro si chiama <a href="http://www.arsenaleeditore.com/">“In Cucin@”, Appunti e Ricette</a>. E’ concepito un po’ come un diario di cucina, suddiviso per stagioni e per argomenti, e raccoglie le ricette di numerosi blogger di varie regioni italiane. Il merito di tutto ciò va a Silvana, alias <a href="http://www.uvaromatica.com/">Uvetta</a>, del blog <a href="http://www.uvaromatica.com/">Uvaromatica</a>, oltre che ovviamente alla casa editrice, <a href="http://www.arsenaleeditore.com/ita/home/">Arsenale editore</a>, che ha creduto nel suo progetto e ci ha dato l’opportunità di realizzare il libro. E visto che sto facendo una clamorosa pubblicità, permettetemi di dire che costa anche davvero poco e potrebbe essere un perfetto regalino di Natale!!! Potete trovarlo direttamente sul sito dell’<a href="http://www.arsenaleeditore.com/">Arsenale Editore</a>, oppure nelle librerie (se non lo trovaste, potrete sempre richiederlo).</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/In-Cucinci-sono-anchio_133D0/copertina.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="copertina" border="0" alt="copertina" src="http://www.studiolicastri.it/io/In-Cucinci-sono-anchio_133D0/copertina_thumb.jpg" width="328" height="420"></a></p> <p align="justify">Ancora non riesco a credere di essere stata invitata a partecipare, specie considerando che nell’ultimo anno il mio blog è rimasto praticamente inattivo; per questo, voglio ringraziare pubblicamente <a href="http://www.uvaromatica.com/">Uvetta/Silvana</a> per avermi coinvolta in questo progetto.</p> <p align="justify">Che altro dire? Beh, se vi interessasse sapere che fine ho fatto, potrei dirvi che casa mia sembra un campo profughi, perché venerdì trasloco e che entro un paio di settimane <font color="#ff80c0">una micro-moscerina</font> arriverà a far compagnia a me ed a mio marito. <br>Ammiro profondamente le numerose foodblogger (come <a href="http://www.ilricettariodianna.com/">Anna</a>, o <a href="http://www.kitchenqb.it/2011/12/lemozione-la-presentazione-e-il-video.html">Silvia</a> – che, peraltro, ha delle novità interessanti in tema di libri-) che hanno continuato a cucinare e a scrivere nei mesi della gravidanza, o subito dopo la nascita del pargolo/a. Io proprio non ce l’ho fatta, benché abbia avuto una gravidanza splendida. Semplicemente, ho smesso di cucinare cose particolari, ho mangiato molto sano e, tra il lavoro, che ho abbandonato solo oggi, ed i lavori per la casa nuova, non ho proprio più avuto voglia di dedicarmi al blog. <br>Poiché voglio essere realista e credo a tutti coloro che mi dicono che i primi tre mesi siano una specie di tunnel in cui tutte le proprie forze ed attenzioni sono risucchiate dal nuovo arrivato, non faccio promesse sulla data del mio ritorno, ma…vi assicuro che tornerò. Fino ad allora, spero compriate il libro e, leggendolo, pensiate un pochino a me!!</p> <p align="justify">Tanti auguri a tutti!</p> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-39822883051827532082011-06-29T17:01:00.001+02:002011-06-29T17:01:05.315+02:00Crostatine ciliegie e mandorle<p>Ricetta tratta (con modifiche) da Sale & Pepe giugno 2011.</p> <p align="justify">Questa ricettina è frutto della mia ultima settimana di rinnovato estro culinario…purtroppo già miseramente conclusa, ma che mi ha lasciato ancora un paio di ricette da mostrarvi.</p> <p align="justify">La voglia di cucinare è di nuovo scarsina, troppo caldo, troppe cose da fare, troppa stanchezza. Eppure la sento che è lì, pronta a riemergere… <br>Sono nuovamente attratta da libri e riviste di cucina, e, ogni volta che apro il frigo, il mio lievito madre fa capolino dal suo barattolo come per dirmi “<em>guarda come sono vivo e pimpante per ora, posso fare meraviglie se mi usi</em>”! <br>Se il prossimo fine settimana riuscirò a ritagliarmi una mezza giornata, ho già in mente due ricette con il lievito madre che voglio assolutamente provare.</p> <p align="justify">Ma torniamo alle crostatine. Le ho preparate per S. e S., ma (senza nulla togliere loro) in realtà desideravo solo una scusa per provarle, perché dopo aver visto l’originale sul numero di giugno di Sale & Pepe (si trattava, in effetti, di una crostata grande, anzi una pie, preparata con la pasta brisee….) non vedevo l’ora di provare questa versione monoporzione che mi era subito venuta in mente. Infatti, a prescindere dai cambiamenti che ho apportato alla ricetta, l’idea delle ciliegie che spuntavano dal reticolo della crostata mi aveva conquistato, e gli stampini in carta forno che vedete in foto giacevano nel mio armadietto da troppo tempo in attesa di essere usati! <br>A proposito, concedetemi una piccola parentesi su questi stampini: sono comodissimi! Io non sono brava con le frolle e prima di scoprirli odiavo fare le crostatine…nonostante imburrassi ogni singolo anfratto degli stampi metallici, mi si attaccavano sempre facendomi ammattire al momento di sformarle. Adesso, invece, preparare crostatine è un gioco da ragazzi. Gli stampi usa e getta li ho trovati in un unico negozio a Palermo (che, peraltro, in realtà vende elettrodomestici…), perciò se qualcuno di voi li avesse visti altrove me lo dica per favore, ho il terrore di esaurirne la scorta e non trovarli più!!!</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/46a7436a76f2_E531/crostatine-ciliegie.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="crostatine ciliegie" border="0" alt="crostatine ciliegie" src="http://www.studiolicastri.it/io/46a7436a76f2_E531/crostatine-ciliegie_thumb.jpg" width="448" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p align="justify">Della ricetta originale ho mantenuto molto poco, essenzialmente l’aggiunzione delle mandorle nel ripieno, per il resto ho fatto un bel po’ di cambiamenti. Vi scrivo qui la mia versione, tanto sapete dove procurarvi l’originale!</p> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti per circa 6 crostatine da 10 cm di diametro</strong></font></p> <p><strong><font color="#9b00d3">per la frolla:</font></strong> <p>250 g di farina 00 <br>120 g di burro <br>120 g di zucchero <br>1 uovo e 1 tuorlo<br>1 pizzico di sale<br>1 pizzico di bicarbonato <p><strong><font color="#9b00d3">per il ripieno</font></strong> <p>500 g di ciliegie nere <br>una manciata di mandorle tostate<br>due cucchiai di zucchero<br>una mela golden<br>un limone bio<br>marmellata di ciliegie (la mia fatta in casa) <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione </strong></font> <p align="justify">Preparate la pasta frolla. Mettete in una ciotola la farina setacciata, il sale ed il bicarbonato. Aggiungete il burro a pezzetti e mescolate con le punte delle dita o con un mixer fino ad ottenere un composto bricioloso. Unite le uova e, dopo poco, lo zucchero; mescolate velocemente fino ad amalgamare tutti gli ingredienti. Avvolgete la pasta nella pellicola e mettetela in frigo per una mezz’ora. <p align="justify">Nel frattempo, preparate il ripieno. Lavate e snocciolate le ciliegie con l’apposito attrezzo, in modo da lasciarle intere (la mia cucina, al termine di questa operazione, sembrava la scena di un film horror…era tutta schizzata di rosso!!). Tritate grossolanamente nel mixer le mandorle con i due cucchiai di zucchero; dovrete ottenere una granella, non una farina. Lavate e sbucciate la mela e tagliatela a fettine molto sottili. Mescolate le ciliegie al composto di mandorle e zucchero. <p align="justify">Prendete la pasta dal frigo e dividetela in sei porzioni. Dividete ciascuna in due parti, una più grande, che servirà per il fondo delle crostatine, ed una più piccola, che vi servirà per la griglia. <p align="justify">Stendete le sei palline di impasto più grandi in sei dischi di circa mezzo cm di spessore ed usateli per foderare gli stampini. Disponete sul fondo di ogni crostatina un velo di marmellata di ciliegie. Mettetevi sopra alcune fettine di mela disposte a raggiera. Terminate con il composto di mandorle e ciliegie. <p align="justify">Usate le restanti porzioni di impasto per ricavare le griglie di ciascuna crostatina e disponetele man mano sulle crostatine stesse. Nel disporre il reticolo, abbiate cura di lasciare che alcune ciliegie rimangano proprio al centro dei “buchi” della griglia, creando l’effetto che vedete in foto. <p align="justify">Io ho preparato le crostatine una ad una, mettendole man mano in frigo mentre preparavo le altre. Se non fate anche voi così, lasciate le crostatine pronte in frigo per una ventina di minuti prima di infornarle. <p align="justify">Cuocetele in forno caldo a 180° per circa 20-30 minuti (dovete dar tempo alle ciliegie di cuocere un po’), fino a che il ripieno inizierà a “sobbollire” un po’ sotto la superficie. Se dovessero scurirsi troppo, copritele con un foglio di alluminio. <p align="justify">Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia. Servite tiepide, magari accompagnandole con una pallina di gelato, o fredde.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com23tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-68668189583306072192011-06-12T19:21:00.001+02:002011-06-12T19:21:29.220+02:00Crescioni alle bietole<p>Ricetta tratta (e liberamente modificata) da Sale & Pepe di Giugno 2011.</p> <p align="justify">Nonostante le settimane trascorse, comprensive di lungo ponte del 2 giugno, non sono riuscita a trovare il tempo per scrivere un post come si deve, nonostante abbia diverse ricettine nuove nuove da proporvi (<font color="#ff0000">finalmente pare che mi sia tornata la voglia di cucinare…ho preparato un sacco di cose buone in questi giorni!</font>). </p> <p align="justify">Stasera finalmente trovo cinque minuti per condividere con voi la mia ultima scoperta in fatto di piatti unici veloci-gustosi-sfiziosi! <br>Come ho scritto in cima al post, ho visto questi “crescioni” sull’ultimo numero di Sale & Pepe ed è stato amore a prima vista! Sfogliavo la rivista in studio, durante una breve pausa caffè, quando ho posato gli occhi su questa ricetta; è bastato un attimo per decidere che li avrei preparati per pranzo, benché avessi davvero poca mozzarella e non potessi uscire a comprarla.</p> <p align="justify">Io non li avevo mai sentiti nominare, ma pare che i crescioni siano un piatto tipico in romagna, un’alternativa alla classica piada farcita a crudo. Si tratta di una sorta di calzoni, preparati però con la pasta delle piadine (e qui sta la genialità del piatto, la pasta delle piadine ha dei tempi di preparazione decisamente più brevi di quella dei calzoni, il che consente di prepararli in qualsiasi momento senza doverci pensare per tempo). I tradizionali crescioni sono farciti con erbe di campo, tra cui il crescione che dà loro il nome, e mozzarella o altro formaggio fondente. Io li ho fatti con biete (surgelate…ve l’ho detto che ho deciso di preparali proprio all’ultimo momento!), acciughe e mozzarella, ma mi riprometto di provarli con i salumi, con lo stracchino e gli spinaci, con le verdure grigliate e la scamorza affumicata… Insomma, è facile capire che si prestano ad infinite varianti e sono così buoni e facili che diventeranno un nuovo tormentone in casa mia!</p> <p align="justify">Per la pasta delle piadine io non ho seguito la ricetta di Sale & Pepe, ma mi sono affidata alla mia tradizionale, che ho usato per <a href="http://moscerino.blogspot.com/2009/07/w-litalia-ovvero-la-piadina-tricolore.html">queste</a>. Però ho seguito il suggerimento di dare due giri di pieghe all’impasto.</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Crescioni_9F71/crescioni2.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="crescioni2" border="0" alt="crescioni2" src="http://www.studiolicastri.it/io/Crescioni_9F71/crescioni2_thumb.jpg" width="420" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per 4 o 5 crescioni)</strong></font></p> <p><strong><em><font color="#9b00d3">per la pasta</font></em></strong></p> <p><strong><em>250 g di farina 00<br>120 g di acqua tiepida <br>1 cucchiaino di lievito per torte salate <br>40 g di strutto <br>1 cucchiaio di olio e.v.o. <br>mezzo cucchiaino di sale <br>mezzo cucchiaino di miele</em></strong></p> <p><strong><em><font color="#9b00d3">per il ripieno</font></em></strong></p> <p><strong><em>300 g di foglie biete (surgelate nel mio caso)<br>1 mozzarella (circa 120 g)<br>2 filetti di acciuga sott’olio<br>olio, sale, pepe e noce moscata</em></strong></p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Preparate prima le biete, lessandole in acqua bollente leggermente salata. Il tempo di cottura sarà diverso a seconda che usiate biete fresche o surgelate. Scolatele, lasciatele raffreddare e poi strizzatele bene tra le mani. Tritatele con il coltello, quindi conditele con un pizzico di pepe e una grattatina di noce moscata. Nella ricetta originale, le biete dopo essere state lessate venivano saltate in padella con aglio e olio; a voi la scelta.</p> <p align="justify">Preparate adesso la pasta delle piadine. Io uso la planetaria, ma si può preparare tranquillamente a mano. Mescolate in una ciotola la farina, il sale, il lievito (ne esiste un tipo, di una nota marca, con la confezione gialla, pensato appositamente per piadine e torte salate) ed il miele. Unite man mano l’acqua tiepida, iniziando a lavorare (a mano o con l’impastatrice a bassa velocità). Quando la pasta si sarà amalgamata, unite l’olio e lo strutto (secondo me è sufficiente anche solo lo strutto, la prossima volta proverò a non mettere il cucchiaio d’olio) e continuate ad impastare fino a che avrete ottenuto una pasta liscia ed omogenea. <br>Volendo, potete sostituire lo strutto con olio o burro, ma otterrete una pasta più croccante.</p> <p align="justify">Copritela e lasciatela riposare 10 minuti (ma anche no! se ho fretta non lo faccio…). </p> <p align="justify">Stendete la sfoglia in un rettangolo, quindi piegatela in tre parti (come un libro); stendetela nuovamente e piegatela ancora in tre. Lasciate riposare qualche minuto, quindi, dividetela in 4 o 5 parti uguali. Stendete ogni porzione di pasta in un disco non troppo sottile (i miei lo erano un po’ troppo). Distribuite su una metà del disco le biete, spezzettateci sopra mezzo filetto di acciuga e terminate con qualche cubetto di mozzarella. Chiudete i dischi a mezzaluna, ripiegando i bordi e sigillandoli bene con una forchetta. Proseguite nello stesso modo per le altre porzioni di pasta.</p> <p align="justify">Cuocete i crescioni su una piastra di ghisa ben calda (o al limite anche in una padella antiaderente) circa 3 minuti per lato, fino a che saranno ben dorati fuori. Serviteli caldi.</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-89245470418433374372011-05-29T22:17:00.001+02:002011-05-29T22:19:08.718+02:00Pizza al piatto con lievito madre<p align="justify">Ricetta di <a href="http://www.pappa-reale.net/blog/">Antonella Scialdone</a>, tratta dal libro “<a href="http://www.lapastamadre.net/main/">La pasta madre</a>”.</p> <p align="justify">Lo stato di abbandono del blog prosegue più o meno inalterato, anche se pochi irriducibili continuano a seguirmi affettuosamente (grazie!!), mentre io passo il mio tempo libero su internet tentando di scegliere gli elettrodomestici per la mia nuova cucina. Già, perché qui in casa di Moscerino ci sono un sacco di novità, tra cui una nuova casa in arrivo, comprensiva di una nuova (fa-vo-lo-sa) cucina, la cui configurazione, però, mi sta facendo sudare le proverbiali sette camicie, anche in virtù del fatto che i miei gusti in materia di arredamento divergono irrimediabilmente da quelli di mio marito (o i suoi dai miei??). Qui non si parla d’altro che di materiali, colori, piani di lavoro e, soprattutto, elettrodomestici. </p> <p align="justify">Mentre questo progetto prende corpo (lentamente e faticosamente), io sogno il rinnovato estro culinario che (si spera) giungerà grazie alle tredici funzioni del mio forno. <br>In attesa di provare l’abbinamento tra la funzione “pizza sottile” ed il kit pietra refrattaria + pala per infornare, di cui il forno sarà provvisto, mi esercito nella preparazione di questa pizza, che, <u>anche senza tutte le suddette dotazioni tecnologiche</u>, ha ben poco da invidiare alle pizze di molte pizzerie!<br>Anche se richiede un po’ di tempo e di programmazione (ma non fatevi scoraggiare…), questa è la miglior pizza che abbia mai fatto; se avrete l’accortezza di stenderla per benino e di cuocerla a calore infernale (meglio ancora se con la pietra refrattaria) otterrete un risultato davvero molto simile alla pizza da pizzeria, non troppo spessa, leggera, soffice e croccante allo stesso tempo.<br>Per dovere di cronaca, confesso che la prima volta che l’ho preparata non mi è venuta affatto bene, facendomi fare una pessima figura con gli amici che avevo invitato ad assaggiarla; è venuta troppo dura, sembrava quasi una pizza surgelata! Adesso che ho più esperienza posso dire che l’insuccesso è dipeso dalla mia ancor scarsa confidenza con il lievito madre e con la pietra refrattaria, che usavo quella sera per la prima volta. Vi racconto questo perché, se mai non dovesse riuscirvi al primo tentativo, DOVETE riprovarla, promesso??</p> <p><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Pizza-con-lievito-madre_E983/pizza_lm.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="pizza_lm" border="0" alt="pizza_lm" src="http://www.studiolicastri.it/io/Pizza-con-lievito-madre_E983/pizza_lm_thumb.jpg" width="440" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per 4 pizze da 25 cm di diametro)</strong></font></p> <p><font color="#9b00d3"><strong>Poolish</strong></font></p> <p>120 g di farina manitoba<br>160 g di acqua<br>120 g di pasta madre rinfrescata (per me circa 4 ore prima)</p> <p><font color="#9b00d3"><strong>Impasto</strong></font></p> <p>40 g di farina manitoba<br>380 g di farina 0<br>180 g di acqua<br>14 g di sale<br>10 g di malto<br>22 g di olio extravergine d’oliva</p> <p><strong><font color="#9b00d3">Condimento (a piacere, nel nostro caso era così)</font></strong></p> <p>passata di pomodoro<br>mozzarella di bufala<br>prosciutto cotto<br>olio extravergine d’oliva<br>sale<br>origano</p> <p><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Noi l’abbiamo mangiata il sabato sera, il che significa che ho iniziato a prepararla il venerdì. Anche la foto è stata fatta di sera…e si vede…mi vien da chiedermi se quelli che pubblicano quelle splendide foto, bianche e luminosissime, di pizza, cosa fanno la cuociono per colazione????). Ma torniamo alla ricetta. </p> <p align="justify">Ad ora di pranzo, rinfrescate il lievito. Alla sera, preparate il poolish. Mettete in una capace terrina (dovrà contenere anche l'impasto finale) la pasta madre, aggiungete l'acqua tiepida e mescolare con una forchetta fino a sciogliere bene il lievito, che deve essere tutto liquido e senza grumi (questa operazione la trovo difficilissima da fare a mano, per cui uso o la frusta a K del Ken o un frullino elettrico). Aggiungete i 120 g di farina e mescolate fino a raggiungere un composto omogeneo, che comunque risulterà molto molle. Coprite la terrina con pellicola trasparente e lasciate lievitare per tutta la notte (10-12 ore) a temperatura ambiente. Secondo me la mia ha lievitato troppo, a causa della temperatura della cucina, ma non sembra che questo abbia compromesso l'impasto finale.<br>La mattina dopo, aggiungete al poolish (io l'avevo fatto nella ciotola del kenwood, per cui l'ho lasciato là e ci ho aggiunto gli altri ingredienti) il malto, l'acqua tiepida (meno un cucchiaio), la farina, il sale. Iniziate ad impastare a bassa velocità (o a mano), quindi unite l'olio emulsionato con il cucchiaio d'acqua tenuto da parte (il libro consiglia di emulsionarlo con uno di quei piccoli frullini che si usano per fare la schiuma nel caffè o nel latte, avete presente?). <br>Appena sarà tutto amalgamato, passate sulla spianatoia, oppure seguitate ad impastare (io ho fatto tutto nel kenwood, ho dato solo un'impastatina finale a mano...considerate che resta una pasta molto, molto morbida) energicamente ed a lungo per almeno 10-15 minuti, finché l’impasto risulti liscio ed omogeneo. <br>Formate una palla, coprite con pellicola e lasciate lievitare al riparo da correnti d'aria per un'ora e mezza (se fa tanto caldo, ovviamente, riducete un po’ i tempi di lievitazione). Trascorso questo tempo, sgonfiate l'impasto, formate un rettangolo e fate una serie di <a href="http://profumodilievito.blogspot.com/2007/10/le-pieghe.html">pieghe di tipo uno</a>: prendete il lato destro del rettangolo e portatelo verso il centro, poi prendete il sinistro portatelo verso il centro coprendo completamente il destro; girate di 90° e ripetete l’operazione; dovreste ottenere un panetto simile ad un libro. <br>Coprite e lasciate riposare un'altra ora, dopo di che spezzare l'impasto in 4 parti (io l’ho diviso solo in due ed ho fatto due pizze al piatto “maxi”), farne delle palline e chiuderle in contenitori ermetici, quindi riporle in frigorifero fino a un paio d'ore prima di usarle. <br>Nel pomeriggio, togliete i contenitori dal frigo e lasciate a temperatura ambiente per un paio d'ore. Ecco, poiché di pomeriggio sono uscita, ho potuto tirare fuori la pasta dal frigo appena un’ora prima di condirla e cuocerla, ma questo non ha affatto compromesso il risultato.<br>Nel frattempo, preparate i condimenti. Spezzate la bufala con le mani, cercando di strizzarla il più possibile. Spezzettate il prosciutto e fate rapprendere la salsa se dovesse risultare troppo liquida.<br>Preriscaldate il forno alla massima temperatura almeno un’ora prima di usarlo, con la pietra refrattaria dentro (io l’ho messa sul ripiano più alto).</p> <p align="justify">Stendete ciascuna pallina e conditela a piacere. Stenderla non è facilissimo, perché è molto soffice ma estremamente elastica, quindi tende a “ritirarsi” non appena smettete di stenderla. Partite stendendo la pasta sulla spianatoia leggermente infarinata, premendo con le mani dal centro verso i bordi, badando a non schiacciare le bolle che si saranno formate. Data una prima stesura, sollevate il disco e tenetelo in mano, passandolo dall’una all’altra (non occorre ruotarlo come un pizzaiolo, basta farlo lentamente e delicatamente), in modo che la forza di gravità la faccia allungare. Poiché io non ho ancora la pala, e faccio scivolare la pizza sulla pietra refrattaria da una teglia rovesciata ed infarinata, ho preferito mettere solo la salsa in questa fase; quindi ho tirato fuori la pietra dal forno, ci ho fatto scivolare la pizza e <u>molto velocemente</u> (per farla raffreddare meno possibile) ho finito di condirla con: mozzarella, prosciutto, pizzico di sale e filo d’olio.<br>Terminato di condirla, infornatela per 4-5 minuti. Io ho attivato il forno ventilato e credo che sia stato questo a far riuscire perfettamente la cottura, rendendo la pizza croccante al punto giusto. Purtroppo, ogni forno ha una storia a sé e toccherà voi trovare il metodo ideale per il vostro.<br>Sfornate e servite immediatamente (oppure, condite velocemente la seconda pizza, infornatela ed iniziate a mangiare la prima, magari dividendola tra i commensali!).</p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-65383138421362241612011-05-19T18:35:00.003+02:002011-06-05T11:19:13.949+02:00Patate a sfincione (take away!)<div align="justify">Oggi pubblico quella che considero probabilmente una delle peggiori foto mai apparse su questo sito pur mostrarvi quell’oggetto geniale che vedete sullo sfondo e di darvi la ricetta delle patate a sfincione, gentilmente preparate per voi…e per noi…dalla mia mamma. <br>L’oggetto è un nuovo prodotto, <i><span style="color: green"><b>Pyrex 4 in 1 plus</b></span></i>, che, da quando mi è giunto a casa, gentile omaggio della ditta produttrice, è balzato nella mia personale top ten delle “caccavelle” irrinunciabili. Perché? Adesso vi spiego. <br>Come già vi ho accennato, per adesso non ho affatto voglia di cucinare, seguo (non tanto per scelta etica, quanto per inguaribile pigrizia) una dieta decisamente salutare e salutista, composta essenzialmente da cibi alla griglia, lessi o al vapore. In mezzo a tanta (salutare, per carità!) monotonia, le uniche gradite variazioni giungono (nemmeno tanto di rado in verità…e per fortuna) dalla cucina di mia madre, che, afflitta dal perpetuo dubbio che io non mangi abbastanza mi chiama almeno un paio di volte a settimana per dirmi : “<i>ti ho preparato qualcosina da mangiare, così non devi pensare a cucinare…vieni a prenderla?</i>”, dove il “<i>qualcosina</i>” è invariabilmente qualcosa di ripieno, calorico e <u>buonissimo</u>, che, nelle giornate di sua massima ispirazione, include un pasto completo per almeno 4 persone, dall’antipasto al dolce!</div> <div align="justify">E qui entra in gioco la teglia che vedete in foto. Da quando è arrivata ha soppiantato le precarie e decisamente non agevolmente trasportabili teglie di alluminio usa e getta (avete presente quelle che si accartocciano miseramente al più piccolo urto…). La cosa funziona così per noi: io le porto la suddetta teglia vuota e pulita, dentro la sua graziosa borsetta termica da trasporto, e lei me la rende poco dopo piena di ogni sorta di delizie (non so, una pasta al forno, uno sformato di riso, delle coscette di pollo alla cacciatora, delle sarde a beccafico…), con l’ulteriore comodità che <u><b>la medesima teglia serve per cuocere le pietanze (in forno, o nel microonde), per trasportarle mantenendone la temperatura, nonché, all’occorrenza, per congelarle o conservarle in frigo</b></u>. E’ perfetta anche per portarsi il pranzo a lavoro, per portare qualcosa a casa di amici, o per un pic-nic…. Insomma, davvero una gran comodità!</div> <div align="justify">Questa volta, come vi dicevo, è tornata piena di “patate a sfincione”, un piatto tradizionale in casa mia (e credo tipicamente siculo) che <b><u>dovete assolutamente provare</u></b> se amate le patate.<br></div> <div align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Patate-a-sfincione_D2BF/patate-a-sfincione_s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="patate a sfincione_s" border="0" alt="patate a sfincione_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Patate-a-sfincione_D2BF/patate-a-sfincione_s_thumb.jpg" width="452" height="620"></a></div><span id="fullpost"></span><br><span id="fullpost"><span style="color: red"><b><u>Ingredienti (molto ad occhio per una pirofila 20x15 cm)</u></b></span></span><br><span id="fullpost"><b>5 patate medio-grandi<br>2 cipolle bianche (in questo periodo ci son quelle fresche)<br>4 pomodori ramati maturi o alcuni pomodorini (ma vanno sbucciati eh!)<br>origano abbondante<br>olio, sale<br>pangrattato</b><br><span style="color: red"><b><u>Preparazione</u></b></span><br></span><br> <div align="justify"><span id="fullpost">Anche questa volta ho dovuto penare per estorcere a mia madre il segreto delle sue patate a sfincione, che sono le più buone che abbia mai mangiato…e giuro che non è perché le fa mia madre! Lei è davvero gelosa delle sue ricette e dei suoi trucchi e non concepisce l’idea di metterle in rete, alla portata di tutti.</span></div><span id="fullpost"> <div align="justify">Dunque, “<i>il segreto per fare delle perfette patate a sfincione consiste nel mettere le patate appena tagliate in una ciotola piena di acqua fredda, lasciandole “a bagno” per un po’ in modo che perdano l’eccesso di amido</i>”. Chiaro? <br>Vi avverto, però, che a parte questo dettaglio questa è la ricetta del “<i>quanto basta</i>”, nel senso che non ci sono dosi precise, si va ad occhio e a gusto; diciamo che man mano che farete pratica troverete il vostro equilibrio ideale.</div> <div align="justify">Dunque procedete così. Ungete leggermente con il dito il fondo della vostra pirofila (o del vostro <span style="color: green"><b>Pyrex 4 in 1 plus</b></span>). Sbucciate le patate e tagliatele a fettine spesse circa mezzo centimetro, o poco meno (niente mandolina, insomma, tagliatele a mano, e non importa se non vengono proprio tutte uguali), immergendole man mano in una ciotola d’acqua. Tagliate la cipolla a fettine sottili. Lavate i pomodori, privateli della buccia e dei semi e tagliateli a pezzetti.</div> <div align="justify">Iniziate a comporre la teglia, senza scolare le patate, ma prelevandole man mano dal contenitore con l’acqua (va bene se restano umide, verranno più morbide). Disponete sul fondo della pirofila uno strato di patate, cospargetevi sopra delle cipolle (non un intero strato, ma non siate nemmeno troppo avari) e qualche pezzetto di pomodoro (non troppo, altrimenti otterrete patate al sugo…in una teglia di queste dimensioni direi quattro-cinque pezzetti per strato). Salate leggermente, quindi terminate lo strato con una generosa spolverata di origano e un filo d’olio. Proseguite nello stesso modo (patate-cipolle-pomodoro-origano-sale-olio) fino ad esaurire gli ingredienti o fino ad aver realizzato quattro o cinque strati (se ne fate troppi, non verranno bene). Terminate cospargendo di pangrattato ed irrorando con un ultimo filo d’olio. </div> <div align="justify">Infornate a 180° per almeno 20 minuti e comunque fino a completa doratura. Se infilzate uno stecchino nelle patate, dovrete sentirle tenere ma non sfatte. I tempi di cottura variano in funzione del tipo di teglia che usate (vetro, ceramica, metallo), della grandezza e del numero di strati. </div> <div align="justify">Sfornate e lasciate raffreddare completamente. Servite fredde, ma non di frigo, a temperatura ambiente.</div></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-18022468418501396202011-05-06T15:40:00.001+02:002011-05-06T15:40:07.228+02:00Rotolo con crema pasticcera alla fragola<p align="justify">Per la serie: “a volte ritornano”, eccomi qui, a lottare strenuamente per tener vivo questo blog. Non so cosa mi sia preso (ed ormai sarete pure stufi di sentirmelo ripetere, visto che più o meno in tutti gli ultimi post vi ho propinato le mie sconsolate riflessioni sullo stato comatoso di questo povero sito), ma trovo sempre più difficile mantenere in piedi tutto questo (le foto, la luce, il piatto e, soprattutto, le ricette…).</p> <p align="justify">Non è che non sia felice, ma non ho più voglia di cucinare per il blog. Sarà la mancanza di tempo, sarà che mi vedo ingrassata, ma ormai mi sono data senza ritegno (e senza troppi rimpianti) ad una cucina super light e super semplice, che praticamente contempla come unico metodo di cottura la piastra, per carne e pesce, e la bollitura o il vapore per verdure ed affini. Di dolci, poi, nemmeno l’ombra. Mi concedo soltanto le fette biscottate (che vi ho già proposto in ben tre versioni, <a href="http://moscerino.blogspot.com/2010/11/fette-biscottate.html">qui</a>, <a href="http://moscerino.blogspot.com/2011/01/fette-biscottate-con-lievito-madre.html">qui</a> e <a href="http://moscerino.blogspot.com/2011/02/fette-biscottate-al-cacao-con-lievito.html">qui</a>) e la pizza il sabato sera. Capirete bene che c’è poco da pubblicare in una simile scelta di alimenti!</p> <p align="justify">Intendiamoci, ogni tanto sfoglio sospirando i miei adorati libri di cucina e sogno di preparare le delizie che vedo…ma questi pensieri non si traducono più in azione! Anche ieri, mentre sfogliavo il <a href="http://www.lafeltrinelli.it/products/9788876153488/Cookaround_La_cucina_degli_italiani/Colantuono_Marco.html">libro di Cookaround, La cucina degli italiani</a>, per cercare la ricetta della crema di oggi, contemplavo la selezione di dolci e pensavo a quanto sarebbe bello se qualcuno, in questo momento, cucinasse per me i canestrelli, o la torta alla ricotta, o magari una bella mousse. Ma nemmeno per un attimo mi ha sfiorato l’idea di fiondarmi in cucina a prepararmeli da sola!</p> <p align="justify"><strong>Poi, però, ho letto queste parole, nel </strong><a href="http://corsaro.splinder.com/"><strong>blog di un amico scrittore</strong></a><strong>, in un post intitolato “Perché muore un blog” </strong>: “<em>Un blog muore per inedia, di norma.<br>Qualcuno, gente di carattere, a un certo punto pone fine all'agonia staccando la spina con un colpo secco.<br>Altri, sentimentali dal cuore di marzapane, come il sottoscritto, non se la sentono di ricorrere all'eutanasia, e ne contemplano inerti lo stato comatoso per mesi o anni.<br>Perchè muore in blog? Per mille motivi diversi. (…)</em>”. </p> <p align="justify">E mi è venuta voglia di dare un colpo di “defibrillatore” al mio blog, pubblicando una nuova ricetta. Perché quelle parole, così tremendamente calzanti anche al mio caso, mi hanno fatto male. Forse, dopo tutto, non sono ancora pronta a lasciarlo morire…ma ho bisogno anche del vostro aiuto!</p> <p align="justify">Tanto per farvi un’idea della situazione del mio archivio: questa ricetta risale esattamente ad un anno fa. La crema proviene dal <a href="http://www.lafeltrinelli.it/products/9788876153488/Cookaround_La_cucina_degli_italiani/Colantuono_Marco.html">libro di cui sopra</a>, l’idea di metterla in un rotolo di <em>bisquit</em> è, una volta tanto, esclusivamente mia.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Rotolo-con-crema-alla-fragola_D140/Crema_paticcera_fragola_s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="Crema_paticcera_fragola_s" border="0" alt="Crema_paticcera_fragola_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Rotolo-con-crema-alla-fragola_D140/Crema_paticcera_fragola_s_thumb.jpg" width="408" height="620"></a></p><span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000" size="3"><u><strong>Ingredienti</strong></u></font></p> <p align="justify"><font color="#9b00d3"><strong>per la pasta biscquit (la stessa che ho pubblicato </strong></font><a href="http://moscerino.blogspot.com/2007/11/bavarese-al-cioccolato.html"><font color="#9b00d3"><strong>qui</strong></font></a><font color="#9b00d3"><strong>)</strong></font></p> <p><em>100 g di farina <br>3 uova <br>90 g di zucchero <br>30 g di burro fuso</em> <p><font color="#9b00d3"><strong>per la crema alla fragola</strong></font> <p><em>2 uova intere<br>latte q.b. per raggiungere mezzo litro<br>130 g di zucchero fine (Zefiro)<br>30 g di farina 00<br>4 vaschette di fragole (2 nella ricetta originale, ma a me sembravano poche)<br>3 cucchiai di zucchero semolato<br>2 cucchiai di sciroppo di fragole<br>1 limone non trattato</em></p> <p><font color="#9b00d3"><strong>per farcire e decorare </strong></font></p> <p><em>2 cucchiai di rum<br>1 vaschetta di fragole<br>zucchero a velo per spolverizzare</em></p> <p><font color="#ff0000" size="3"><u><strong>Preparazione</strong></u></font></p> <p align="justify">Preriscaldate il forno a 180°. Sbattete a lungo (anche 10 minuti) con un le fruste elettriche o con la planetaria 2 uova e un tuorlo con lo zucchero, finchè saranno spumosi e sollevando le fruste il composto "scriverà" (cioè formerà dei nastri di pasta che tarderanno ad affondare). Incorporate la farina gradualmente, quindi il burro fuso freddo. Montate a neve l'albume con un pizzico di sale e unitelo delicatamente al composto con una spatola, avendo cura di non smontare l’impasto. Rivestite la placca del forno con carta forno, stendetevi l'impasto in uno strato uniforme ed infornate a 180° per 15 minuti. Per la precisione le ricette di questo composto, detto "pasta biscotto" prevedono tempi più brevi, tipo 8 minuti, ma nel mio forno dopo 8 minuti era ancora del tutto crudo. L'importante è che resti appena dorato e morbido, NON deve diventare croccante, a dispetto del nome.</p> <p align="justify">Quando sarà tiepido, staccate delicatamente la carta forno, ponetelo su un canovaccio umido ed arrotolatelo stretto. <p align="justify">Frattanto, preparate la crema. Frullate le fragole con i 3 cucchiai di zucchero semolato, mettetele in un pentolino e fatele bollire per una decina di minuti, con la scorza del limone (lasciata in grossi pezzi, in modo da poterla poi rimuovere). Togliete dal fuoco, versate in un recipiente graduato ed aggiungete tanto latte quanto ne occorrerà per arrivare a mezzo litro di composto. Unite lo sciroppo di fragole. <p align="justify">Montate le uova con lo zucchero ed un pizzico di sale fino ad ottenere una crema spumosa e bianca, aggiungete la farina setacciata, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. A questo punto, unite poco alla volta i due composti (uova montate e fragole e latte). <p align="justify">Mettete il tutto in un pentolino su fiamma bassissima e fate addensare mescolando continuamente con una frusta a fili, fino ad ottenere la consistenza di una crema pasticcera.Togliete la scorza di limone e mescolate fino a completo raffreddamento, oppure mettete la crema a raffreddare in un recipiente, ponendovi della pellicola trasparente direttamente a contatto con la crema (questo impedirà la formazione della fastidiosa “pellicina”). <p align="justify">Quando la crema sarà sufficientemente fredda, prendete la pasta bisquit, srotolatela sempre con l’aiuto del canovaccio, spruzzatela con il rum e stendetevi sopra la crema alla fragola. Tagliate le rimanenti fragole a pezzetti e distribuitele sopra la crema. Arrotolate di nuovo tutto e lasciate riposare il rotolo in frigo almeno due ore. Al momento di servire, spolverizzate con abbondante zucchero a velo.</span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com28tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-78853871924682115082011-03-21T15:19:00.001+01:002011-03-21T22:08:37.639+01:00Le piccole cose: il pane “cafone” con lievito madre<p align="justify">Ho sempre voluto che in questo blog si parlasse solo e soltanto di cucina. Niente cronaca, niente politica, niente attualità. “Se questo blog deve essere il mio quaderno di ricette virtuale”, – mi dicevo- “non ha senso che ospiti argomenti diversi dalla cucina”. D’altro canto, quando mai, sfogliando un libro di cucina, ci si trova a leggere di politica?</p> <p align="justify">Ultimamente, però, mi riesce davvero difficile venir qui a parlare allegramente di cucina. Tra disastri naturali, catastrofi nucleari incombenti e guerre ormai davvero <u>troppo</u> vicine a casa mia, proprio non me la sentivo di parlare di cibo.<br>E così, per non tradire lo spirito del mio blog parlando di argomenti che esulano dalla cucina e dal cibo, ho taciuto. </p> <p align="justify">Oggi, però, ho cambiato idea, perché credo che in tempi come questi sia più che mai necessario stringersi attorno i propri affetti e dedicarsi ai passatempi preferiti, coltivare la quotidianità (che mai appare così cara come quando la sentiamo minacciata), godere delle piccole cose. Come preparare il pane, ad esempio. Che regala un piacere semplice eppure unico. Benché a volte mi pesi, sotto sotto adoro accudire il mio lievito madre, nutrirlo e poi utilizzarlo per creare cose come questo pane, fragrante e genuino, da condividere con il mio amore. </p> <p align="justify">Lo so che è solo una pagnotta e non c’è mica da commuoversi, eppure vi giuro che quando l’ho sfornata mi sono sentita come un’artista che abbia appena dato vita ad un capolavoro. Mi sento come la mamma del Mulino Bianco, moglie e casalinga perfetta, sempre bellissima e sorridente, che prepara con amore la tavola per i propri cari. Con la rilevante differenza che io i prodotti non li tiro fuori da una confezione, ma li sforno con le mie mani!</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Le-piccole-cose-il-pane-cafone-con-lievi_C094/pane_cafone_s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="pane_cafone_s" border="0" alt="pane_cafone_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Le-piccole-cose-il-pane-cafone-con-lievi_C094/pane_cafone_s_thumb.jpg" width="420" height="620"></a></p> <p align="justify">La ricetta proviene pari pari (salvo il dimezzamento delle dosi) dal mio ultimo libro-feticcio, la mia passione del momento, quello che sfoglio e consulto continuamente: <a href="http://www.lapastamadre.net/main/">La pasta madre</a>, di <a href="http://www.pappa-reale.net/blog/">Antonella Scialdone</a>. Questo pane è senza ombra di dubbio il miglior pane che abbia fatto fino ad ora con il lievito naturale. Nel prepararlo, ho seguito il suggerimento che Antonella è stata così gentile da lasciarmi <a href="http://moscerino.blogspot.com/2011/01/fette-biscottate-con-lievito-madre.html">qui</a>, che mi ha permesso di avere un delizioso pane appena sfornato per il pranzo della domenica, senza dovermi alzare all’alba.</p> <p align="justify">Questo pane, o meglio, un pane simile a questo, faceva parte del <a href="http://moscerino.blogspot.com/2011/01/il-menu-di-natale.html">menù di Natale</a>, del quale temo non finirò di narrarvi prima del prossimo anno…</p><span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti (per una pagnotta da circa 500 g)</strong></font></p> <p align="justify"><em>90 g di farina manitoba<br>210 g di farina “0”<br>210 g di acqua<br>100 g di pasta madre rinfrescata<br>mezzo cucchiaino di malto d’orzo<br>7 g di sale</em></p> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Io ho utilizzato l’impastatrice, ma si può tranquillamente impastare a mano, seguendo le dettagliate indicazioni fornite da Antonella Scialdone sul suo libro. Inoltre, io ho iniziato ad impastare nel tardo pomeriggio, ho messo in frigo dopo le pieghe e ho terminato il giorno dopo con la lievitazione e la cottura.</p> <p align="justify">Mettete la pasta madre spezzettata nella ciotola dell’impastatrice, aggiungete l’acqua tiepida e con la frusta (a K) sbattete il tutto a velocità moderata fino a che il lievito si sia sciolto. Aggiungete il malto e date un’altra mescolata per farlo sciogliere. Unite la farina e dopo un attimo anche il sale, quindi impastate con il gancio a velocità 1 o 2 per circa 10 minuti. L’impasto prenderà corpo subito, ma non stancatevi di mescolare. Sostituite la frusta a K con il gancio ed impastate ancora per almeno altri 5 minuti, fino a che risulti liscio ed omogeneo. Il mio è rimasto leggermente appiccicoso, ma proprio un minimo.</p> <p align="justify">Formate una palla, mettetela in una ciotola capiente (potete anche lasciarla in quella dell’impastatrice), coprite con pellicola trasparente e lasciate lievitare per due ore lontano da correnti d’aria. Sgonfiate l’impasto, formate un rettangolo e procedete con una serie di pieghe (portate la metà destra del rettangolo verso il centro, quindi prendete la parte sinistra e portate anch’essa verso il centro, sovrapponendola alla parte precedente; otterrete una sorta di salsicciotto a tre strati; appiattitelo poco, ruotatelo di 90° e ripetete l’operazione, ottenendo un panetto). Coprite con pellicola e lasciate riposare un’ora. Procedete con un’altra serie di pieghe, coprite e lasciate riposare un’altra ora. </p> <p align="justify">A questo punto, saranno state circa le 22.00, io ho messo l’impasto in una ciotola cercando di non strapazzarlo troppo, ho coperto con pellicola e ho messo in frigo fino al giorno successivo, nella parte meno fredda. Al mattino, ho tirato fuori la pasta, l’ho tolta dalla ciotola e l’ho lasciata a temperatura ambiente per una mezz’ora. A questo punto ho seguito l’ultima parte del procedimento spiegato nel libro, come vi descrivo sotto.</p> <p align="justify">Formate la pagnotta arrotondando l’impasto con le mani (è come se doveste rincalzare i lembi della vostra palla verso il basso), coprite, lasciate riposare per 30 minuti quindi arrotondate di nuovo. Mettete la pagnotta a lievitare in un cestino di vimini tondo coperto con un canovaccio infarinato, avendo cura di lasciare la chiusura in alto. Coprite ancora e lasciate lievitare per circa 3 ore e comunque fino al raddoppio.</p> <p align="justify">Riscaldate il forno a 240°. Capovolgete la pagnotta (per me è l’operazione più difficile!) su una teglia, o sulla pietra refrattaria e cuocete in forno statico con il vapore (mettete un pentolino con dell’acqua sul fondo del forno per crearlo) per 10 minuti, poi abbassate il forno a 200° e cuocete per altri 30 minuti. Nel mio caso ne sono occorsi 40 perché diventasse ben dorato e suonasse “vuoto” quando picchettavo il fondo con un dito. Spegnete il forno, togliete il pentolino con l’acqua e lasciate in forno la pagnotta con lo sportello leggermente aperto per altri 10-15 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare su una griglia.<br></p></span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-25555333591278568312011-02-27T19:13:00.003+01:002011-02-27T20:03:22.755+01:00Fette biscottate al cacao (con lievito madre)<div align="justify">
Interrompo la mia maratona culinaria (è da ieri che sono chiusa in cucina, in preda ad uno dei miei raptus, che mi inducono a recuperare in due giorni tutto quello che non ho cucinato in una settimana intera!), per “rinfrescare”, oltre al mio lievito madre, il mio povero e trascuratissimo blog. Intendiamoci, non è che lo trascuri perché cucino troppo, semmai il contrario. Più trascuro il blog, con tutto quel che ci sta attorno (comprese le visite ai miei blog preferiti), meno mi vien voglia di cucinare. <br />
Per fortuna, però, bastano due chiacchiere <a href="http://www.ecucinando.it/" target="_blank">con un’amica</a>, che mi racconta quello che ha preparato in questi giorni, per farmi venir voglia di mettermi in pari. E così, tra ieri ed oggi, ho cucinato un pane con il lievito madre, dei dolcetti al cacao e queste fette biscottate.</div>
<div align="justify">
Le fette sono sempre quelle con lievito naturale tratte dal libro di cui vi ho già parlato: <a href="http://www.lapastamadre.net/main/">La pasta madre</a>, di <a href="http://www.pappa-reale.net/blog/">Antonella Scialdone</a> (io lo adoro, è davvero ben fatto, tutto quel che ho provato fino ad ora mi è riuscito benissimo…il che non è poco, considerando che si tratta di preparazioni con lievito madre!). Solo che stavolta ho voluto provarle in versione bi-gusto. La ricetta orginale propone l’abbinamento con l’orzo (potete vederle <a href="http://www.ecucinando.it/" target="_blank">qui</a>, realizzate da Cristina), ma io non l’avevo in casa e così ho pensato di sostituirlo con il cacao. Anzi, a dire il vero, l’idea di usare il cacao è stata di <a href="http://www.ecucinando.it/" target="_blank">Cristina</a>. Ed è un’idea fantastica, perché ci sta benissimo!!! Peccato solo che non sia riuscita a schiacciare bene gli impasti prima di arrotolarli, ottenendo di conseguenza un disegno appena accennato sulle fette, invece della bella spirale che si vede nel libro. Uffa!</div>
<div align="justify">
Scusate la foto un po’ buia, ma non ho saputo aspettare di avere una luce migliore per fotografarle: dovevo pubblicarle subito perché sono troooooppo buone!!! Già pregusto la colazione di domani, che sarà esattamente come la vedete qui sotto: caffè, fette biscottate al cacao e frutta fresca! Buona e sana, non vi pare?</div>
<div align="justify">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.studiolicastri.it/io/b9a422954831_10E06/fette-biscottate-al-cacao_s_thumb2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="fette biscottate al cacao_s_thumb[2]" border="0" height="620" src="http://www.studiolicastri.it/io/b9a422954831_10E06/fette-biscottate-al-cacao_s_thumb2_thumb.jpg" style="background-image: none; border-width: 0px; display: inline; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;" title="fette biscottate al cacao_s_thumb[2]" width="420" /></a></div>
</div>
<span id="fullpost"> <span style="color: red;"><b>Ingredienti:</b></span><br />
<i>470 g di farina 0 <br />115 g di acqua <br />115 g di latte <br />150 g di pasta madre rinfrescata (per me la sera prima) <br />75 g di zucchero <br />5 g di sale <br />7 g di malto d’orzo <br />28 g di olio extravergine di oliva <u>leggero</u> (in mancanza, olio di semi di arachide) <br />2 cucchiai di cacao amaro in polvere</i> <br /><b><span style="color: #9b00d3;">per spennellare: </span></b><i>1 uovo <br />4 cucchiai di latte </i><br />
<span style="color: red;"><b>Preparazione</b></span><br />
<div align="justify">
Se, come me, usate pasta madre rinfrescata la sera precedente, tiratela fuori dal frigo circa un’ora prima di usarla, affiché torni a temperatura ambiente.</div>
<div align="justify">
Setacciate la farina. Mescolate insieme l’acqua ed il latte, unitene due cucchiai all’olio e poi scaldate leggermente (deve essere tiepido, non caldo e men che mai bollente) il resto. Spezzettate la pasta madre nella ciotola dell’impastatrice (o in una capiente ciotola, se impastate a mano), aggiungete l’acqua ed il latte tiepido (tenetene da parte un pochino, per quando unirete lo zucchero) e sciogliete bene il lievito con la frusta, con una forchetta o, infine con le mani, fino a quando sarà tutto liquido. Io, naturalmente, faccio tutto con l’impastatrice, ma gli impasti con il lievito madre secondo me sono piuttosto facili da impastare anche a mano.</div>
<div align="justify">
Aggiungete, nell’ordine (ed arrestando la macchina mentre lo fate), il malto, la farina, un terzo dello zucchero (insieme ad un po’ del liquido tenuto da parte), poi il resto dello zucchero (insieme al rimanente liquido tenuto da parte) ed il sale. Fra un ingrediente e l’altro, continuate ad impastare; se il composto dovesse sembrarvi troppo denso quando unirete zucchero e sale con i liquidi tenuti da parte, potete unire qualche altra goccia d’acqua (ma proprio pochissima, se vedete che gli ingredienti non riescono ad amalgamarsi). Quando zucchero e sale saranno incorporati, emulsionate con l’aiuto di un piccolo frullino da caffè, <a href="http://cgi.ebay.it/BRANDANI-58243-FRULLINO-MISTER-CREAM-SCHIUMAROLA-ROSSO_W0QQitemZ110392681556QQihZ001QQcategoryZ12169QQcmdZViewItem">come questo qui della Brandani</a>, o con una forchetta o una frustina, l’olio e i due cucchiai di latte mescolati prima. </div>
<div align="justify">
A questo punto, prendete un terzo dell’impasto ed aggiungetevi il cacao setacciato. Lavorate separatamente i due impasti (io ne ho lavorato uno con l’impastatrice ed uno a mano) fino a quando saranno entrambi elastici e lisci. </div>
<div align="justify">
Formate due palle e lasciatele lievitare per circa tre ore, coprendole con pellicola trasparente. A questo punto, io ho spezzato ciascuna palla di pasta in due porzioni, ma secondo me è meglio lasciarle intere e dividere poi il rotolo alla fine. Quindi procedete così: sgonfiate ciascuna palla di pasta delicatamente (quella bianca e poi quella al cacao), formate un rettangolo e fate una serie di <a href="http://profumodilievito.blogspot.com/2007/10/le-pieghe.html">pieghe del primo tipo</a> in questo modo: prendete il lato destro del rettangolo e portatelo verso il centro, poi prendete il sinistro e fate lo stesso, coprendo completamente gli altri due (dovreste ottenere un rettangolo allungato di tre strati); girate di 90° e ripetete l’operazione; dovreste ottenere un panetto simile ad un libro. Ripetete l’operazione con l’altra metà della pasta. Copritele con pellicola e fate riposare un’ora (sempre al riparo da correnti d’aria ed in ambiente tiepido). </div>
<div align="justify">
Prendete l’impasto bianco, stendetelo in un rettangolo di circq 30X45 cm; prendete, poi, l’impasto al cacao e stendetelo in un rettangolo di crica 28X45 cm (mi raccomando, stendeteli bene; io non ci sono riuscita e, quindi, ho ottenuto dei rettangoli più piccoli che hanno creato meno spire all’interno, a discapito dell’effetto finale!). Poggiate il rettangolo al cioccolato su quello bianco e, partendo dal lato più lungo, arrotolate stretto, premendo bene ad ogni giro e sigillando bene alla fine il filoncino. Spezzatelo a metà con la spatola ed adagiate i due filoncini, ponendo la chiusura in basso, in due stampi da plum cake rivestiti di carta forno.</div>
<div align="justify">
Spennellate i filoncini con una miscela di uovo sbattuto e latte e coprite gli stampi con un canovaccio.</div>
<div align="justify">
Lasciate lievitare per altre 3-4 ore (i miei hanno impiegato meno di tre ore per riempire gli stampi, ma il tempo dipende dalla temperatura dell’ambiente), spennellateli nuovamente con l’uovo ed il latte ed infornateli in forno già caldo a 175° per 30 minuti (i tempi di cottura, ovviamente, variano da forno a forno!).</div>
<div align="justify">
Sfornate e lasciate raffreddare i due filoncini. Affettateli a fette spesse circa un centimentro (oggi le mie sono più spesse, perchè erano davvero troppo soffici per essere tagliate più sottili), che adagerete in due teglie rivestite di carta forno. Procedete con la biscottatura. Oggi, per la fretta, le ho biscottate a 200° per dieci minuti circa, invece che a 150° per un’ora. Ricordate che devono asciugarsi benissimo anche all’interno, altrimenti non si conserveranno a lungo.</div>
</span><div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-3828710901831075177.post-478257304421289492011-02-13T16:41:00.001+01:002011-02-13T20:37:02.200+01:00Carciofi “in piedi”<p align="justify">Questi carciofi vengono dritti dritti dalla cucina di mia madre. E dato che sono davvero buonissimi, ho pensato di pubblicarli, benché abbia postato una nuova ricetta soltanto ieri.</p> <p align="justify">Noi (o forse dovrei dire lei?) li abbiamo sempre chiamati “<em>carciofi in piedi</em>”, perché di fatto vengono disposti “in piedi” l’uno vicino all’altro nel tegame, durante la cottura, ma a Palermo credo siano più noti come carciofi imbottiti, o carciofi alla villanella. <br />Sono adatti sia come antipasto che come ricco contorno e qui nella mia città (ed in genere in Sicilia) sono davvero molto diffusi.</p> <p align="justify"><a href="http://www.studiolicastri.it/io/Carciofi-in-piedi_D921/carciofi_in_piedi_s.jpg"><img style="background-image: none; border-right-width: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; display: block; float: none; border-top-width: 0px; border-bottom-width: 0px; margin-left: auto; border-left-width: 0px; margin-right: auto; padding-top: 0px" title="carciofi_in_piedi_s" border="0" alt="carciofi_in_piedi_s" src="http://www.studiolicastri.it/io/Carciofi-in-piedi_D921/carciofi_in_piedi_s_thumb.jpg" width="420" height="620" /></a></p> <p align="justify">Come spesso accade con i piatti poveri della tradizione locale, ogni città, per non dire ogni famiglia, ha la propria versione, che apporta varianti più o meno significative alla preparazione di base.  </p> <p align="justify">In questa versione, ad esempio, manca un ingrediente che quasi tutti usano: il formaggio. Di solito, infatti, al ripieno viene aggiunto del caciocavallo fresco, o del primosale; un formaggio dal sapore deciso (che io non amo, ragion per cui a casa mia non si usa). Inoltre, noi li facciamo “in bianco”, mentre molti aggiungono un pizzico di salsa di pomodoro, sia al ripieno, sia in cottura. In compenso, oggi mia madre ci ha messo qualche pezzetto di mortadella, che, non l’avrei mai detto, ma ci sta una meraviglia! </p> <p align="justify">Insomma, questa volta <strike>noi li abbiamo</strike> ok, ok…<em>le li ha </em>fatti così.</p> <span id="fullpost"> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Ingredienti</strong></font></p> <p align="justify"><em>5 carciofi con le spine <br />6 cucchiai colmi di pangrattato <br />1 mazzetto di prezzemolo <br />1 cucchiaino di parmigiano grattugiato <br />2 spicchi di </em><a href="http://www.agliorossodinubia.it/ita/prodotti/prodotti.html" target="_blank"><em>aglio rosso di Nubia</em></a><em> (va bene anche l’aglio comune, purchè non sia cinese) <br />4 filetti di acciughe sott’olio <br />1 rametto di timo <br />1 fettina di mortadella (facoltativa) <br />1 fetta di mozzarella fior di latte (sostituibile con del caciocavallo o del primosale) <br />olio extravergine di oliva <br />1 o 2 patate (se necessarie)</em></p> <p align="justify"><font color="#ff0000"><strong>Preparazione</strong></font></p> <p align="justify">Preparate una capiente ciotola piena d’acqua acidulata con il succo di un limone, che lascerete immerso nella ciotola dopo averlo spremuto. Munitevi di guanti in lattice, oppure strofinatevi energicamente le mani con un limone, al fine di evitare che si anneriscano durante la pulizia dei carciofi. Private i carciofi delle foglie più esterne, poi, quando raggiungerete quelle più tenere, tagliateli a circa due terzi dalla base, eliminando le spine e la parte terminale (e più dura) delle foglie. In <a href="http://www.giallozafferano.it/Scuola-Di-Cucina/Pulizia-e-taglio-del-carciofo" target="_blank">questa pagina</a> trovate illustrata, con tanto di foto passo passo, la tecnica di pulizia dei carciofi con le spine, ma badate di fermatevi al punto n.6, perchè per questa ricetta non occorre nè rimuovere la base delle foglie, né, ovviamente, tagliare i carciofi!. Per i più esigenti, è possibile anche rimuovere, con delle forbici da cucina, le piccolissime spine che rimangono nel cuore del carciofo, attaccate alle foglioline più interne. Ma sappiate che non è indispensabile. <br />Tenendo il carciofo con entrambe le mani, allargate un po’ le foglie, usando i pollici, in modo da scostarle leggermente una dall’altra (servirà a far entrare meglio il ripieno), quindi immergetelo nell’acqua e limone. Ripetete l’operazione con gli altri carciofi. <br />Se avete a disposizione anche i gambi, “sbucciateli”, con il coltello o il pelapatate, eliminando la parte esterna e dura, fino a che troverete l’interno più chiaro e tenero. Uniteli ai carciofi immersi nella ciotola di acqua acidulata.</p> <p align="justify">Preparate il ripieno. In un padellino antiaderente, sciogliete su fuoco bassissimo i filetti di acciuga; unite il pangrattato e fatelo brustolire, mescolando continuamente, per pochi minuti, diciamo due o tre; non deve tostarsi del tutto, soltanto dorare appena. Versate il pangrattato tostato in una ciotola ed unitevi il prezzemolo tritato, il timo, un po’ di parmigiano (anche più di un cucchiaino se piace), l’aglio tritato finissimo (deve quasi sciogliersi in cottura), la mozzarella (o uno dei formaggi che vi ho suggerito sopra) a dadini e la mortadella a pezzetti (che, però, come vi dicevo prima, è un’aggiunta estemporanea, non fa parte della ricetta originale). Amalgamate il composto con abbondante olio d’oliva. </p> <p align="justify">Prendete i carciofi e preparate un pentolino o casseruola che li contenga di misura. Eventualmente, riempite gli spazi tra uno e l’altro con delle patate sbucciate e tagliate a metà (cuocendo insieme ai carciofi, ne acquisteranno tutto il sapore, diventando deliziose). Prendete un carciofo, strizzatelo leggermente, allargate nuovamente le foglie e riempitelo con un po’ del composto, premendo bene con le dita in modo da farlo penetrare. Adagiate il carciofo nella pentola e proseguite con gli altri. Se vi avanzasse del composto, distribuitelo sopra i carciofi alla fine. Infilate gli eventuali gambi negli spazi vuoti. Versate nella pentola acqua sufficiente a coprire i carciofi fino ad un dito sotto al bordo, condite con un bel filo d’olio (in questa ricetta non bisogna essere parsimoniosi con l’olio, ed occorre sceglierne uno robusto, dal sapore intenso, ma non acre) ed un pizzico di sale.</p> <p align="justify">Cuocete su fiamma bassissima, per i primi 5 minuti con il coperchio, poi proseguite per altri dieci minuti circa tenendo il coperchio un po’ aperto con un mestolo di legno, in modo da agevolare la fuoriuscita del vapore, mantenendo, però, la giusta umidità nel recipiente. Saggiate la cottura con una forchetta, deve affondare agevolmente fino al fondo del carciofo. Abbiate cura di non far asciugare tutto il sughetto.</p> <p align="justify">Gustateli tiepidi o anche a temperatura ambiente.</p> <p align="justify"> <br /> <br /></p> </span> <div class="blogger-post-footer">Ricetta pubblicata sul blog Brodo di Giuggiole http://moscerino.blogspot.com/</div>Moscerinohttp://www.blogger.com/profile/05503347116870093288noreply@blogger.com12