mercoledì 9 dicembre 2009

Esercizio di fotografia: spezzatino con patate

La ricetta di oggi è un vero classico, sono certa che ognuno di voi l’abbia già preparata mille volte e abbia la propria versione dello spezzatino con le patate. In merito esistono diverse scuole di pensiero, divise essenzialmente in due correnti principali: quelli che “ci vuole il pomodoro” e quelli che “deve essere bianco”; e poi c’è chi usa vino bianco, chi vino rosso, chi non mette l’aglio..insomma a ciascuno il suo spezzatino.
Io ho scelto la ricetta che vedrete tra poco, tratta da questo sito di ricette garantite come tradizionali toscane; non mi intendo abbastanza di cucina toscana da potervelo confermare, ma posso dirvi che lo spezzatino era buono e le indicazioni di preparazione, benché semplici, assolutamente perfette.

Lo pubblico più che altro perchè, quando l’ho cucinato, ho deciso di cimentarmi in una specie di esercizio di fotografia, consistente nel rendere attraente la foto di una pietanza decisamente poco fotogenica, quale può essere uno spezzatino con il sugo! Che ne dite, ci sono riuscita? E per voi? Quali sono i piatti più difficili da fotografare?

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domenica 8 novembre 2009

Ricotta e pere

La torta ricotta l’ho assaggiata ad Amalfi (in una pasticceria, purtroppo, un tantino “turistica”) durante i tre fugaci giorni di vacanza che siamo riusciti a concederci quest’estate, e confesso che non mi aveva convinto. Decisamente troppo dolce. Le pere si sentivano appena, dovevi più che altro immaginarle, e il guscio era una sorta di frolla non troppo croccante. Nel complesso, il giudizio rasentava a stento la sufficienza. Se fossi riuscita a preparare per tempo un itinerario di viaggio (siamo partiti all’improvviso, senza prenotare nulla e senza sapere bene cosa visitare) sarei certo andata ad assaggiare la celeberrima versione di De Riso a Minori (il caso, per fortuna, mi ha condotta almeno alla deliziosa Pasticceria Pansa, in Piazza Duomo, dove mi sono goduta una colazione da principessa, con posate d’argento, servizio impeccabile e una sfogliatella -anzi, una “riccia” mi pare si dica- d’una bontà impareggiabile! Ma questa è un’altra storia…).

Ma allora non ne avevo nemmeno mai sentito parlare (lo so, sono piuttosto disinformata come food blogger!), sapevo solo quel che mi aveva detto il cameriere del bar, cioè che si trattava di un dolce tipico della costiera amalfitana, e che, personalmente, non mi aveva convinto. L’abbinamento, però, mi intrigava parecchio, così mi ripromisi di farne una mia versione alla prima occasione utile.

Domenica scorsa, pensando ad un dolce che potesse piacere alla mia famiglia, sono approdata, quasi per caso, a questa torta. Volevo un dolce elegante, ma di facile realizzazione (lunga, magari, ma facile); avevo in mente le pere, inizialmente con il cioccolato, ma non trovavo una torta che mi soddisfacesse o che non avessi già fatto in precedenza. Poi ho pensato alla ricotta e mi è venuta in mente la torta di Amalfi. Cercando una ricetta da cui partire, come al solito, ne ho trovate decine (Cookaround, Gennarino, La Ciliegina sulla Torta..solo per citare quelle che ho aperto), anche molto diverse tra loro, e ho scoperto che si trattava di un dolce molto famoso. Escluse immediatamente le versioni con la meringa, francese mi pare, e la “massa giapponese” (ma cosa è??? Ho proprio tanto da imparare ancora!), così come quelle con la frolla, ho preso la ricetta di Tuki e poi l’ho modificata un po’, cercando di creare una mia versione della “ricotta e pere”. Eccola qui.

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sabato 31 ottobre 2009

Ancora una pasta di Filippo La Mantia

Il post che vedrete tra poco l’ho scritto verso la fine di giugno, prima che iniziasse la mia blog-crisi. Quando l’ho scritto ero particolarmente entusiasta di questa ricetta e non vedevo l’ora di condividerla con voi. Poi varie vicende mi hanno allontanata dal blog e questa ricetta si era persa nel mio archivio. Oggi l’ho ritrovata per caso (mentre cercavo di decidere cosa preparare domani a pranzo alla mia famiglia, cercando appunto qualcosa di sfizioso ma non troppo elaborato) e ho deciso di pubblicarla così come l’avevo scritta mesi fa. Spero che l’entusiasmo che la pervade sia di buon auspicio per la mia futura attività di food blogger e, più in generale, per tutto il resto.
Lasciatemi soltanto ripetere quanto vi sono grata per tutti gli affettuosi commenti che avete lasciato in questi giorni.

Lo so, mi sono fissata. Ma che ci volete fare. Noi food-bloggers siamo fatti così. Ci fissiamo. Per uno chef, per una ricetta, per un aggeggino di cui non possiamo fare a meno…insomma andiamo a manie più o meno prolungate.

E i primi piatti di (o liberamente ispirati da) Filippo La Mantia sono diventati la mia nuova ossessione. In più, le sue ricette mi permettono sempre di stupire con un minimo sforzo.

Tornando alla ricetta. Che il limone e l’arancia nella pasta stessero benissimo, lo avevamo capito già con il pesto di agrumi. Che a me i capperi (anzi per la precisione capperetti) di Pantelleria piacciano un po’ ovunque mi pare che fosse abbastanza chiaro. Lo stesso vale per i pistacchi di Bronte. Che io debba mettere sempre il mio zampino nelle ricette dello chef l’avevate pure notato.

Non vi stupirà, dunque, sapere che questa ricetta mi abbia conquistato a prima vista; né che io abbia deciso di aggiungervi un mio tocco personale in corso d’opera; nè, infine, che sia balzata nella mia personale top ten delle paste estive al primo assaggio.

Di conseguenza, eccovi l’ennesima pasta siciliana che più siciliana non si può, che coniuga alcuni dei migliori sapori di questa terra (pistacchi di Bronte, arance, capperi di Pantelleria):  spaghetti con capperi, pistacchi e pangrattato”.

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venerdì 23 ottobre 2009

Tatin di pomodorini

Questo è uno dei piatti che ho preparato l’altra settimana e che ho replicato il giorno dopo la cena per poterlo fotografare.
I primi giorni dopo aver pubblicato la ricetta sono stati favolosi, ero piena di euforia, i vostri commenti mi riempivano di gioia. Purtroppo quello stato d’animo non è durato a lungo, l’ispirazione è di nuovo sparita, guardo le foto che ho pubblicato e mi sembra che le abbia fatte un’altra persona! Uff… E se, per avventura, mi capita di cucinare qualcosa (dopo essermi intristita ammirando i vostri blog, che mi sembrano tutti bellissimi, prolifici ed originali…), non mi va di fotografare, non corro più a preparare il set e a regolare la macchina fotografica… Insomma, la mia crisi, anzi la mia blog-crisi, prosegue.
Ma io non demordo ed infatti eccomi qui a pubblicare questa ricetta, e a cucinare una torta (vista da Adrenalina) che, forse, riuscirò ad immortalare. Perchè io amo questo blog e amo cucinare e non permetterò ad un brutto periodo di allontanarmi da una mia passione e di mandare a monte tutto il lavoro di due anni (si, perchè nel frattempo mi è sfuggito il secondo comple-blog…)!

Ma torniamo alla tatin. E’ una ricetta semplice e geniale, me ne sono innamorata subito! L’ho vista da  Lenny esattamente qui e poi mi sono ricordata di avere il libro da cui è tratta (Al pomodoro, Luxury Books). Io ho modificato la ricetta sia rispetto all’originale, sia rispetto a quella di Lenny. Devo confessare che la sua è decisamente più bella e fotogenica della mia, ma a livello di gusto, pur non avendo assaggiato la sua, credo di preferire la mia versione, che, prevedendo una cottura separata dei pomodorini, li rende deliziosi e quasi caramellati…come i pomodorini confit che tutti voi conoscerete, con l’unico inconveniente di alterarne il colore naturale. Ma andiamo alla ricetta.

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domenica 11 ottobre 2009

The show must go on…?

Ieri ho cucinato. Ho cucinato davvero, per la prima volta da mesi. Ho radunato pochi, cari, amici e ho preparato per loro qualcosa di speciale. Beh, magari nemmeno tanto speciale, ma qualcosa di nuovo per me, qualcosa di mai provato prima. E ho messo dei nuovi piatti e una bella tovaglia ricamata. E ho passato tutto un pomeriggio ai fornelli. Felice. E abbiamo brindato per questo.

Alla fine non ho fotografato nulla, non ne avevo voglia, non ero sicura di voler condividere con voi quella cena, non ero sicura di voler tornare alla mia “vita da blogger”, ed in ogni caso, mi sembrava fosse tutto già visto, già provato, già pubblicato. Non abbastanza importante insomma.

E invece forse lo era. Perchè oggi ho di nuovo addosso il mio grembiule (di Minnie, regalo di mia cognata S.) e sto cucinando. Uno dei piatti di ieri, perchè mi è venuta voglia di fotografarlo, e chi se ne importa se lo avete già visto. E dei biscotti. Questi ultimi solo per me, però, perchè li ho già pubblicati, anzi sono tra i primi biscotti che abbia pubblicato.

Significa che tornerò a curare il mio blog? Non lo so. Ma significa, di certo, che si è mosso qualcosa dentro di me. Che sono tornata a dedicarmi a qualcosa che amo. Che ho di nuovo voglia di cucinare per me, per il mio amore, per i miei amici. E questo è bene.

Io associo la cucina alla felicità, in un duplice senso. Perchè cucinare mi rende felice, ma anche perchè devo essere felice PER cucinare, felice DI cucinare. Certo, mettere “le mani in pasta” può avere anche un effetto catartico, può aiutarmi a scacciare un malumore passeggero. Ma se l’inquietudine che mi affligge ha radici profonde, allora cucinare non basta, e neppure mi interessa. O almeno, ultimamente è andata così.

Quindi oggi festeggio questo ritorno ai fornelli, sperando che sia un nuovo inizio.

E festeggio proponendovi una vecchia ricetta, rimasta nel mio archivio per mesi, in attesa.

Un tortino di alici, patate e pomodori. La ricetta è di Giallozafferano.

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sabato 18 luglio 2009

La mia focaccia quasi pugliese

In principio fu la focaccia pugliese di Paoletta. L’avevo adocchiata da settimane ed aspettavo l’occasione giusta per prepararla. Una domenica, finalmente, avendo tutto il pomeriggio libero, mi vien voglia di mettermi ad impastare e prendo la ricetta. Orrore! Non ho abbastanza farina 0! E neppure tanta farina 00 da poterle miscelare al 50%.

Che fare? Decido di provare a prepararla ugualmente, pur sapendo di rischiare, dato che ogni tipo di farina ha una diversa capacità di assorbimento.

Nella mia cucina ci saranno stati trenta gradi…va bene che i lievitati amano il tepore, ma in quel caso era davvero troppo! Insomma, diciamo che la situazione non prometteva bene…mi aspettavo un fallimento completo. Ma sapete com’è…quando uno si mette in testa una cosa non c’è verso di cambiare idea.

Quindi, ho preparato tutti gli ingredienti, cambiando le farine utilizzate e la loro proporzione. I liquidi li ho messi in un boccale graduato, in modo da poterli aggiungere poco per volta e sapere alla fine quanti ne avessi utilizzati esattamente. Per il procedimento, invece, mi sono affidata completamente alla ricetta di Paoletta.

Ho Cominciato ad impastare e…beh il resto lo leggerete nella preparazione. Intanto, vi mostro com’è venuta!

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Poiché ero particolarmente orgogliosa del risultato, ho fatto un sacco di foto! Eccone un’altra della focaccia dopo la cottura, mentre in fondo alla ricetta troverete una foto scattata prima di infornarla, in cui si vedono bene le bolle!

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venerdì 3 luglio 2009

W l’Italia! Ovvero la piadina tricolore con pesto genovese per UTDZ

Adesso non siate pignoli, lo so che la mia piadina non è proprio tricolore, perchè il verde del pesto si intravede appena e in primo piano campeggia una melanzana scura che rovina il mio tricolore edibile…la melanzana non voleva saperne di stare nascosta all’interno e, di contro, non riuscivo a mettere il pesto in primo piano senza “sporcare” gli altri ingredienti, rovinando irrimediabilmente la foto!

Ma torniamo alla ricetta.

Sandra, la padrona di casa di Un Tocco di Zenzero, ha lanciato, con il patrocinio del Sig. Rossi (avrete sentito parlare di Palatifini), un divertentissimo contest estivo, intitolato “Più pesto per tutti!” (vedte il bannerino nella barra laterale), avente come tema ricette che utilizzassero il pesto genovese tradizionale in modi insoliti.

Già da qualche giorno stavo pensando di preparare una ricetta che coniugasse insieme sapori provenienti da diverse zone di Italia, un piatto estivo e goloso che potesse esaltare i tanti gioielli gastronomici che la nostra terra ci offre. L’idea lanciata da Sandra, di utilizzare il pesto genovese in modo insolito si sposava perfettamente con il mio intento e quindi ho deciso di aggiungere alla lista degli ingredienti della mia ricetta il pesto genovese tradizionale (qui da Fiordisale potete trovare la ricetta originale depositata presso la Camera di Commercio di Genova!).

Questo è il risultato. Una piadina romagnola, farcita con melanzane fritte siciliane, mozzarella di bufala campana DOP, pomodori cuore di bue (siciliani anche quelli nel mio caso, ma in realtà originari della Liguria e coltivati anche in Toscana, Sardegna e Sicilia), e pesto genovese tradizionale. Che dire se non…W l’Italia??

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lunedì 22 giugno 2009

Pasta con pomodorini secchi, mandorle, menta e origano (di Filippo La Mantia)

Come vi avevo anticipato nel post sul cous cous al pesto di agrumi, sono tornata ad attingere al bellissimo sito dello chef Filippo La Mantia, le cui ricette così semplici eppure particolari mi hanno definitivamente conquistata.

Stavolta, poi, avevo un motivo in più per sperimentare una delle sue ricette. Dovete, infatti, sapere che lo Chef La Mantia, avendo notato la mia foto e la mia versione della sua ricetta sul famigerato aggregatore (“rotto”) del quale parlavamo qualche giorno fa (qui), ha lasciato un commento complimentandosi per la realizzazione.
Potete figurarvi il mio disappunto quando ho realizzato che lui non poteva sapere che fossi io l’autrice di quella foto e di quella preparazione! E, tuttavia, potete ben comprendere quanto sia stata orgogliosa di ricevere (sia pur inconsapevolmente) i suoi complimenti! Così non ho resistito e gli ho chiarito la questione con una mail, alla quale lo chef ha gentilmente risposto, esortandomi a continuare ad utilizzare ed interpretare liberamente le sue ricette (grazie Maestro!!).

Ed io non me lo sono fatta ripetere due volte!! Anche perché trovo che i suoi primi siano così facili e veloci da realizzare, così ricchi dei sapori e dei profumi della nostra Sicilia, così tradizionali eppure sorprendenti, da essere perfetti per ogni occasione, dal pranzo veloce alla cenetta tra amici.

Con una pasta come questa, ad esempio, con pochissima fatica riuscirete a sorprendere i vostri ospiti!

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Questa volta mi sono attenuta alla ricetta dello chef, tranne per un particolare: ho sostituito il caciocavallo ragusano con della semplice “mollica atturrata” (leggasi pangrattato tostato). Pensavo che avrebbe legato insieme tutti gli ingredienti esaltandone il sapore, ragalando al piatto un gusto più morbido e meno aggressivo di quello che avrebbe avuto se avessi usato il ragusano. E non mi sbagliavo.
D’altro canto, il pangrattato tostato (o “mollica atturrata”) è un ingrediente fortemente radicato nella nostra tradizione gastronomica, utilizzato spesso anche dallo stesso Filippo La Mantia (aspettate di vedere la mia/sua prossima pasta!).

A voi suggerisco di provare entrambe le versioni. Anzi, che ne dite, poi, di farmi sapere quale preferite?

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domenica 14 giugno 2009

Torta allo yogurt

Due posts a distanza di pochissimi giorni…incredibile eh? So che avevo appena pubblicato la millefoglie al cioccolato, e magari molti di voi non l’hanno ancora vista, ma avevo troppa voglia di pubblicare questa ricetta!

Vi ricordate la torta allo yogurt della C…., la celebre marca di preparati per torte “in scatola”? Io l’avevo sempre guardata con un certo desiderio, ma in casa mia non sono mai entrati dolci preconfezionati quindi non l’avevo mai assaggiata. E, a dirla tutta, sono terribilmente intollerante allo yogurt…ma questa è un’altra storia!

Dicevo, avevo sempre ammirato quella pubblicità e guardavo quella torta così fresca e colorata morendo dalla voglia di assaggiarla.

Stranamente, non avevo mai pensato di farmela da me…finchè non ho ricevuto, credo fosse venerdì, la newsletter di Giallozafferano con questa ricetta! Appena l’ho letta ho deciso di provarla, sono scappata al supermercato, ho comprato gli ingredienti che mi mancavano e mi sono precipitata a casa per mettermi all’opera. E’ davvero facile e divertente da preparare, non richiede l’uso del forno ed è anche buonissima!

Vi scrivo la mia versione della ricetta, ho apportato un paio di modifiche, ma proprio delle piccolezze. Se vi interessa l’originale la trovate sul sito Giallozafferano.

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venerdì 12 giugno 2009

Millefoglie al cioccolato

AGGIORNAMENTO: mi hanno segnalato (per l’ennesima volta, e finalmente mi sono decisa ad andare a vedere…) un sito che COPIA INTEGRALMENTE IL MIO BLOG, affermando per giunta, del tutto falsamente, che “tutti gli articoli sono linkati ai loro originali”!! Hanno preso tutte le mie ricette, compresa questa, che avevo appena pubblicato. Il sito è “commenti-cibo” e i loro presunti link alla fonte, invece di rinviare all’autore degli articoli, cioè, almeno per quel che mi riguarda, al mio sito, Brodo di Giuggiole (http://moscerino.blogspot.com/), rinviano a se stessi!!

AGGIORNAMENTO 2: l'amministratore del sito Commenti-cibo ha risposto alle mie segnalazioni, ed ha già provveduto a rimuovere tutti i miei contenuti dal sito. Inoltre, per correttezza vi riferisco che secondo lo stesso amminsitratore, il mancato funzionamento dei link alla fonte era dovuto ad un malfunzionamento del sistema....

Adesso torniamo alla Millefoglie al cioccolato, ovvero….”la diplomatica africana”! Tranquilli…non sono impazzita. Solo che quando ho servito questo dolce è nata una discussione piuttosto insolita che ha condotto a dargli questo nome. E’ andata più o meno così.

Qualche tempo fa ho deciso di fare, per la prima volta, la pasta sfoglia in casa, per accontentare mio marito che aveva preso a ripetere, come un disco incantato: "mi fai la millefoglie, mi fai la millefoglie, mi fai la millefoglie"? “Al cioccolato magari, come quella che abbiamo mangiato a Parigi”!

Io tentavo di farlo smettere, osservando che ogni volta che lui mi aveva chiesto di preparargli un dolce assaggiato in pasticceria, era rimasto sempre più o meno deluso, perchè il risultato casalingo è inevitabilmente diverso dall’originale.
Tutto inutile. Non la smetteva.

E così, ho deciso di fare la pasta sfoglia in casa e con quella una millefoglie al cioccolato (ricetta di Sebastien Gaudard) vista in una raccolta di ricette al cioccolato ed analoga a quella assaggiata l’anno scorso a Parigi.

L'ho servita durante una cena con degli amici (un dolce così mica potevamo mangiarlo tutto noi!)ed uno ha detto: “Ah, hai fatto...come si chiama quel dolce con la pasta sfoglia?....Ah si, la diplomatica”. “Ma guarda che la vera diplomatica non ha la crema al cioccolato”, osserva mio marito. E l’altro, imperturbabile: “Va beh questa è una diplomatica...di colore! Anzi, una diplomatica africana!!!!”. E fu così che la mia millefoglie al cioccolato si trasformò in una “diplomatica africana”!

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domenica 26 aprile 2009

Mezzelune al cocco con pistacchi

Ve l’avevo detto no, che avevo già pronta un’altra ricetta di biscotti con cocco e pistacchi? So che avevo appena pubblicato i biscotti “kersalemos”, ma ho deciso di pubblicare un po’ più spesso del solito, sperando di farmi tornare la voglia di cucinare…chissà, magari funziona!

Anzi, sempre nel tentativo di solleticare il mio estro culinario, ho appena scongelato quattro albumi avanzati da una torta che ho preparato in settimana e adesso devo necessariamente trovare un’idea per utilizzarli se non voglio buttarli via! Quindi, vi lascio velocemente la ricetta e torno a sfogliare i miei libri di cucina.

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giovedì 23 aprile 2009

Biscotti “kersalemos” con cocco e pistacchi

Qualche settimana fa, in occasione di un viaggio a Roma per lavoro, una certa super mamma iper-energica mi ha accompagnato in una fugace incursione da Peroni, una sorta di mecca per gli appassionati di cucina, in cui trovare ogni specie di gadget curioso, utile o divertente, tra cui la più grande selezione di stampi della Silikomart che abbia mai visto concentrata in un solo negozio! Un drammatico problema di chili di troppo…del mio bagaglio a mano (che credevate!!!), unito ad un improvviso rigurgito di morigeratezza, mi hanno indotta ad arginare l’impulso di far razzia di strumenti di dubbia necessità, limitandomi ad acquistare lo stampino per fare questi biscotti, che ormai tutte conoscerete e che io desideravo da tempo.

Tornata a Palermo, la voglia di dedicarmi al blog o anche semplicemente alla cucina mi hanno abbandonata, sicché lo stampino è rimasto in uno stipetto per molto tempo, finchè non ho deciso di preparare questi biscotti, per eliminare un’esagerata scorta di granella di pistacchi (acquistata in una sera di improvvisa necessità, con l’intento di preparare una torta gluten free ai pistacchi, che alla fine è stata sostituita da una alle nocciole!) che languiva da troppo tempo nella mia dispensa. L’idea mi è venuta guardando questi biscotti qui, preparati a Natale da Alex. Io li ho modificati secondo le mie necessità, ho aggiunto il cocco, ridotto il burro, aumentato la farina e….insomma, questo è quel che ne è venuto fuori.

Ancora non so se questo sia un ritorno definitivo al blog, ma diciamo che mi mancavate e volevo assicurarvi che non sono sparita del tutto e che ogni tanto trovo il tempo di fare una veloce incursione (il più delle volte silenziosa) nei vostri siti.

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domenica 5 aprile 2009

Stella al cioccolato grattugiato

Questa è una delle torte della mia infanzia…o meglio della mia adolescenza, atteso che da bambina la cioccolata mi era proibita! Comunque sia, appena l’ho scoperta è diventata una delle mie preferite, nonchè una delle prime torte che ho imparato a preparare per fare bella figura a scuola o alle feste con gli amichetti. Avrete capito che la ricetta ce l’ho da un bel po’ di tempo…infatti proviene da un vecchissimo ricettario della Bertolini, del quale forse vi ho già parlato.

Questa volta, tanto per variare un po’, l’ho fatta a forma di stella grazie ad uno dei meravigliosi stampi della Silikomart (si tratta di una stella ad otto punte da 26 cm di diametro, dotata del comodissimo safe ring di cui vi ho parlato nel post sul cake salato).

La torta è molto semplice, con un contenuto moderato di uova e burro, come si usava una volta; è cioccolatosa ma non troppo, perfetta per la colazione, se la servite così com’è, semplicemente spolverata con zucchero a velo. Ma si presta anche ad essere trasformata in qualcosa di più sofisticato, basta spalmarla di panna montata e ricoprirla di riccioli di cioccolata fondente, magari dopo averla riempita con una farcia golosa. Insomma, provatela, vi conquisterà.

Per un risultato migliore secondo me è bene utilizzare del buon cioccolato fondente almeno al 70%, oppure qualcosa di veramente speciale come un cioccolato Valrhona.

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Qualcuno magari avrà notato che sto trascurando il blog in questo periodo; il mio ed i vostri. Non so perchè, sarà l’arrivo della primavera, sinceramente mi sento sempre stanchissima e quando finisco di lavorare non vedo l’ora di sbrigare le faccende e mettermi a dormire….non mi restano energie sufficienti nè per cucinare nè per passare ore al pc. E di gironzolare per i vostri siti mentre sono a lavoro per adesso non se ne parla, il lavoro è un delirio ultimamente…e la mia cronica carenza di energie non mi aiuta di certo! Insomma, che dire? Mi mancate tutti, mi manca la cucina, mi manca il rito delle foto, la scelta del set, la composizione dello scatto…spero di tornare a dedicarmici quanto prima.

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domenica 15 marzo 2009

Fondente al cioccolato e fragoline di bosco

Questa ricetta è la mia libera reinterpretazione di una delle più amate ricette di un maestro della patisserie francese, Pierre Hermè. Parlo del suo celeberrimo fondente al cioccolato e lamponi, realizzato di recente, tra l'altro, da Kja.

L’abbinamento cioccolato è lamponi è un classico. I frutti di bosco con il loro profumo ed il loro gusto leggermente acidulo stemperano la ricchezza del cuore di cioccolato fondente creando un connubio perfetto. Da tempo desideravo realizzare un dolce con questi ingredienti, ma qui da noi i lamponi freschi sono una rarità, così non ne avevo mai avuto l’occasione.

La scorsa domenica, mentre passeggiavo attraverso il mercato del Capo, nella mia Palermo, sono stata investita da un’ondata di inebriante profumo. Mi ci sono voluti alcuni istanti perché la mia mente intuisse l'’origine di quel profumo, e non tanto perchè fosse difficilmente riconoscibile, quanto, piuttosto, perchè era assolutamente…inatteso. Chi, infatti, potrebbe aspettarsi di trovare in un mercato “popolare” un’intera distesa di fragoline di bosco alla fine di febbraio! E non le solite fragoline insipide dal colore vivido ma del tutto prive di profumo. No, si trattava di fragoline dal profumo inebriante, “selvatico”, opulento, quasi carnale, come solo il profumo delle fragoline mature può essere. 
Ho deciso di non interrogarmi troppo a lungo sull’origine di questo strano fenomeno (coltivazione in serra? Un orto privato dalle proprietà straordinarie? Importazione da paesi lontani, a dispetto della scritta “Fragoline di Ribera” che campeggiava sopra le vaschette?) e ne ho acquistate immediatamente due vaschette, perchè nell’attimo stesso in cui la mia mente ha identificato l’origine di quel soave profumo, ha anche immaginato di accostarle al cioccolato in questo fantastico dolce!

E adesso che l’ho provato vi garantisco che non si rimpiange affatto l’assenza dei più blasonati lamponi, anzi, l’abbinamento con le fragoline è, a mio parere, senz’altro migliore!
 

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domenica 1 marzo 2009

Cous cous al pesto di agrumi (di Filippo La Mantia)

Oggi vi propongo una ricetta d'autore, il piatto di un grande chef Filippo La Mantia, che ho scoperto per caso (il piatto, non lo chef!) e mi ha subito conquistato. Il pesto di agrumi, in tutte le sue diverse declinazioni, è davvero delizioso e questo piatto nel suo insieme è uno straordinario connubio di originalità e semplicità. L'ho servito ad una coppia di amici invitati a cena all'ultimo minuto, facendo un figurone con pochissima fatica (anche perchè ho scelto come dessert un'altra ricetta d'autore, di grande effetto e facile realizzazione...che vi mostrerò la prossima settimana)!
Dunque, non mi resta che ringraziare Filippo La Mantia, che ha scelto di condividere con noi questa ricetta nel suo bellissimo sito (da cui tornerò ad attingere molto presto....).

Rispetto alla ricetta dello chef, ho voluto fare un piccolo cambiamento: al posto delle sarde fritte, che lui abbinava al cous cous, ho utilizzato dei filetti di triglia. Il risultato è ugualmente buono e, se posso permettermi, la resa cromatica del piatto è migliore, perchè il rosso-arancio della triglia dà un tocco di colore in più al piatto. Un altro abbinamento interessante che ho provato, in un'occasione successiva, è con le polpettine di "neonata" fritte...provatelo se vi capita, è eccezionale. Sempre che troviate della "neonata" freschissima, che, come si dice da noi, "sa di mare"!

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domenica 22 febbraio 2009

Chiacchiere...in extremis!

Siamo proprio alla fine del Carnevale, ma ho fatto in tempo a presentarvi le mie chiacchiere (o cenci o in qualunque altro modo le chiamiate voi!). Ad essere sinceri non sono le mie, ma quelle di mia madre, gentilmente preparate in vostro onore! Già perchè io volevo farvi vedere le mie chiacchiere, ma per vari motivi avevo difficoltà a prepararle (innanzi tutto sono un po' a dieta, e se le avessi fatte io ne avrei mangiate una tonnellata, in secondo luogo avevo appena restituito a mia madre la sfogliatrice e quindi avrei dovuto stenderle a mano...), così ho chiesto aiuto a lei!

Questa volta, forse influenzata dalla sottoscritta, mia madre si sentiva in vena di sperimentazioni, quindi ha cambiato la sua storica ricetta, dopo aver consultato una serie di testi, dal Talismano della Felicità, all'Artusi, a vari libri di cucina tradizionale toscana...
Il risultato è buono, ma un po' diverso dal solito, le chiacchiere sono venute più...croccanti, più biscottate direi. Comunque, io preferisco la vecchia versione, più friabile, che in cottura sviluppa delle enormi bolle, quindi ve le metto entrambe.

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sabato 14 febbraio 2009

Macine 2.0 e una sgradevole scoperta

Buon San Valentino a tutti!

Anche se vi ho augurato buon San Valentino, non vi propongo una ricetta "a tema". Vi mostro, invece, dei semplicissimi biscotti, che tra l'altro sono i preferiti di mio marito: le macine.

Vi prego di leggere tutto il post, perchè devo anche segnalarvi un altro caso spiacevole di utilizzo indebito di materiale altrui (il mio...).

Ma per il momento, torniamo alla ricetta. Forse qualcuno ricorderà che avevo già provato a far le macine quando il mio blog era appena nato; è stata una delle prime ricette che ho pubblicato (le trovate qui) ed anche uno dei miei primi esperimenti con i biscotti, che allora, strano a dirsi, non amavo particolarmente! Chi avrebbe mai detto che in seguito sarei diventata una patita, che ha sfornato decine e decine di tipi di biscotti diversi e che si dedica alla loro preparazione anche per rilassarsi??
Comunque, quelle macine erano venute indubbiamente buone, ma secondo il mio esigentissimo marito  non erano abbastanza somiglianti alle originali...e per onestà devo riconoscere che non aveva tutti i torti! Così ho deciso di cercare una ricetta diversa e ho trovato questa, utilizzata dai Due in cucina; in realtà in rete è più diffusa una ricetta leggermente diversa e mi riservo di provarla come terzo esperimento...anche se devo ammettere che questa mi ha molto soddisfatto: la consistenza e il sapore sono proprio come quelle dei famosi biscotti! Forse dovrebbero essere solo un filino più..."compatte", meno friabili e per ottenere questo risultato proverò ad usare (come nell'altra ricetta che vi  citavo) 500 g di farina invece che 450.

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Non fatevi spaventare dalle quantità, si mantengono fresche per un'intera settimana, se le chiudete in una scatola ermetica.

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