sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale!

In attesa di raccontarvi cosa ho cucinato ieri sera (solo raccontarvi praticamente, perchè ho fotografato a stento metà delle portate, uffa!), vi auguro Buon Natale mostrandovi un pezzetto della mia tavola natalizia.
Poche volte mi è capitato di cucinare con tanto amore e di essere così fiera del risultato come ieri, non tanto per la riuscita dei piatti, ma per l’atmosfera che c’era a casa mia. E’ stato esattamente il Natale che desideravo.
Avrei voluto scrivere un augurio speciale, un po’ poetico magari, ma mi manca il talento letterario. Ed allora, quel che voglio e posso augurarvi dal profondo del cuore è che il vostro Natale ed il resto di queste feste siano stati e possano essere in futuro come il mio, caldo, familiare, sereno, felice.
Tanti auguri a tutti!


Leggi la Ricetta...

domenica 28 novembre 2010

Fette Biscottate

Queste sono le ormai celeberrime fette biscottate di Paoletta.

Da quando le ho provate la prima volta, le preparo ogni settimana, cercando sempre di migliorarle. Si perchè, pur avendo un profumo ed un sapore di cui mi ero innamorata, erano troppo “croccanti”, anzi, in realtà il problema è che mancavano della friabilità propria delle fette biscottate industriali, che si sbriciolano al primo morso, pur essendo croccantissime. Le mie, invece, restavano un po’ troppo croccanti e poco friabili. Il che non ha impedito a me, alla mia famiglia e ai miei colleghi, di farne fuori 4 infornate, da sole, con la marmellata o, meglio ancora, inzuppate nel cappuccino bollente. Un delirio!
Perfezionarle è diventata una sfida: munita di carta, penna, cronometro, griglie e quant’altro, le ho provate e riprovate (tanto avevo un sacco di cavie più che liete di consumare i miei “esperimenti”).

Oggi mi sono venute strepitose, croccanti ma friabili, quasi quanto quelle che si comprano. Purtroppo, credo dipenda in parte dal mio forno che oggi, dopo essere stato messo a dura prova da un weekend di panificazione compulsiva, ha avuto diversi segni di schizofrenia, impiegando quasi due ore per cuocere un pane che richiedeva 45 minuti di cottura e biscottando le fette in quasi un’ora, senza per questo carbonizzarle (normalmente, ci metteva dai 20 ai 30 minuti…)!

Il forno impazzito ha mandato a monte tutti i miei meticolosi e scientifici studi, ma non posso fare a meno di presentarvi queste fette (anche se fotografate cinque minuti fa, con luce artificiale) e suggerirvi di PROVARLE!

EDIT: sapete che forse ho appena scoperto l’errore? Dopo averle fatte tipo sei volte, mi sono appena resa conto, mentre vi linkavo la ricetta di Paoletta, che stampandola avevo fatto saltare il punto 10 della sua esposizione: “far raffreddare le fette  tostate in forno semi aperto…”. Io le tiravo fuori subito. Che sia questo che fa la differenza? Qualcuno di voi ha provato a fare così?

fette_biscottate_s

Leggi la Ricetta...

domenica 14 novembre 2010

Brioches siciliane 2.0

Vi accennavo nell’ultimo post del corso cui ho partecipato la settimana scorsa, quello di cucina e panificazione di Adriano e Paoletta. E’ stata un’esperienza fantastica, ho imparato un sacco di cose interessantissime e ho conosciuto tante persone che condividono il mio amore per la cucina.

Da quando sono tornata a casa, non vedevo l’ora di cimentarmi in un prodotto lievitato, per mettere in pratica i trucchi ed accertarmi di avere imparato davvero qualcosa! Però ero profondamente indecisa sulla scelta della ricetta: replicare una di quelle fatte al corso, rifare qualche vecchia ricetta applicando le nuove tecniche, o provare qualcosa di nuovo?
Sabato mattina la decisione era presa: brioches, naturalmente! Perché tutti sanno che sono la mia passione. Quelle di Paoletta in particolare, che sognavo di fare da tempo senza averne il coraggio. Ed ecco allora che setaccio le farine, preparo l’occorrente per il poolish e….noooo! Devo uscire a sbrigare un sacco di commissioni; poi pranzo dai suoceri e un salto da mia madre. Prima che possa tornare a dedicarmi alle mie agognate brioches, sono le sei del pomeriggio. Che fare allora, rinunciare (perchè la ricetta di Paoletta richiede una pausa di circa 12 ore tra il poolish e l’impasto)? Giammai! Morale della favola? Ho preso la mia vecchia ricetta delle brioches delle sorelle Simili, l’ho confrontata con quella di Paoletta, e le ho stravolte e modificate entrambe, anche in base a quello che avevamo sperimentato al corso.
Insomma, non sono bastati due giorni di intense lezioni di Adriano per imparare e capire che i lievitati richiedono precisione, proporzioni esatte e rispetto assoluto delle ricette.

Ho fatto ancora una volta di testa mia! Però sono stata fortunata…perché sono venute PERFETTE!!
Unico piccolissimo difetto è stato il “tuppo”, la pallina in cima, che tendeva a staccarsi e cadere durante la lievitazione e la cottura. Ma solo perchè la mia pigrizia mi ha impedito di utilizzare la tecnica di formatura imparata da Adriano al corso!

brioche1_s

Adesso vi racconto come le ho fatte, intanto guardate l’interno soffice come cotone (non avendo gelato a disposizione ci ho messo una confettura di arance fatta da mia madre…una delizia! Già pregusto la colazione di domani…).

brioche3_s

E ammirate com’è morbida, si scioglie in bocca…spero che la foto renda l’idea!

brioche4_s

Leggi la Ricetta...

giovedì 11 novembre 2010

Spaghetti con zucca e triglie

Questa è praticamente una “foto senza ricetta”, perchè la pasta in questione risale a più di un anno fa e, non avendo appuntato gli ingredienti, non ricordo, se non per sommi capi, come l’avessi preparata.
Anche la foto è una foto rubata, scattata all’ultimo istante, mentre stavo per servire la pasta, perché un assaggio clandestino mentre la saltavo mi aveva conquistato, inducendomi a fotografarla con l’intenzione di pubblicarla quanto prima. Da allora, però, sono passati mesi…per non dire anni.

Oggi, a dire il vero, avrei voluto parlarvi del meraviglioso corso cui ho partecipato, quello di Paoletta e del maestro Adriano, ma non avevo foto da mostrarvi (ero troppo impegnata a mettere le mani in pasta per scattarne) e non ho ancora replicato nessuna delle ricette fatte lì, per mostrarvi quanti progressi abbia fatto in tema di lievitazione e panificazione, così ho cambiato idea ed ho deciso di ripiegare su qualche ricetta dimenticata in archivio.

E dunque, mentre riordinavo l’archivio, è saltata fuori quest’immagine, che mi ha tentato più delle altre e mi è venuta voglia di pubblicarla. Peccato che non abbia trovato la ricetta! Ricordo la menta, perché la adoro sia con la zucca che con le triglie, ma poco altro. E nessuna dose precisa. Prometto di replicarla quanto prima, così posso colmarne le lacune. Nel frattempo, io vi ho suggerito l’abbinamento e mi sforzerò di risalire al procedimento utilizzato, ma starà a voi interpretarlo e perfezionarlo secondo il vostro gusto!

pastazuccatriglie_ s

Leggi la Ricetta...

mercoledì 3 novembre 2010

Pasta con “sparacelli” e calamari

Ricetta, ancora una volta, di Moscerino. Strano a dirsi, ma da una lunga fase priva di ispirazione, sono passata ad una fase letteralmente compulsiva, dove l’irrefrenabile pulsione creativa mi spinge a provare persino abbinamenti inediti, cosa che normalmente non faccio troppo spesso.

In questo caso, in particolare, desideravo accostare qualcosa di insolito con il pesce, ma non avevo un’idea precisa. Dal pescivendolo, la scelta è caduta sui calamari, che non compro quasi mai ed avevo voglia di utilizzare per un primo piatto. Poi è stata la volta del fruttivendolo; qui il panorama era piuttosto desolante, come può esserlo nella tardissima mattina di un giorno prefestivo, in cui tutti, chi più chi meno, hanno già fatto man bassa di primizie in vista dei grandi pranzi domenicali. Solitari in un angolo, però, ho scorto un paio di mazzi di sparacelli freschissimi che mi guardavano (ma sarà già stagione di sparacelli? Meglio non chiedermelo, vah…). E li ho portati a casa.

L’abbinamento era fatto e prometteva bene. Calamari e sparacelli. Mi aspettavo dalla loro unione e non sono rimasta delusa.

QUanto alla preparazione, ho fatto una semplice variante della classica pasta con gli sparacelli panormita, della quale vi ho già parlato qui. Per i non palermitani, gli sparacelli sono meglio noti come broccoletti; nel post che vi ho linkato, comunque, troverete una dettagliata descrizione di questa verdura. Ho apportato solo qualche modifica, in modo da esaltare il sapore dolce e delicato dei calamari. Le dosi sono un po’ approssimative perché non avevo in mente di postare la ricetta.
Vi suggerisco di utilizzare una pasta di ottima qualità, possibilmente ruvida e porosa, che avvolga il condimento. Io avevo dimenticato di comprarla ed ho ripiegato su un solitario pacco di bucatini senza infamia e senza lode che giacevano nella mia dispensa, i quali, però, alla prova dei fatti si sono rivelati irrimediabilmente scivolosi.

Prima della ricetta, una domanda: ma come si fa a fotografare decentemente la pasta, dovendola poi mangiare??? La pasta lunga, specialmente? Io non riesco mai ad arrotolarla come si deve, scivola da ogni parte, e se perdo tempo a scattare si asciuga!

pasta_calamari_broccoletti_s

Leggi la Ricetta...

domenica 31 ottobre 2010

I fruttini di Martorana (o pasta di mandorle o pasta reale)

In principio furono “I Morti”. Prima di Halloween, delle streghe, delle zucche e di tutte le altre novità importate dall’America, in Sicilia si festeggiavano I Morti, il 2 novembre.
La Festa dei Morti altro non è che la festa cristiana dedicata alla commemorazione dei defunti, cui si connette una tradizione estremamente viva nella cultura siciliana, almeno fino a qualche anno fa, fatta di dolci tipici (fruttini di martorana, pupi di zucchero, ossa dei morti…), regali ai bambini, fiere, mercatini ed, infine, visite al cimitero. Le origini della festa probabilmente risalgono a prima del cristianesimo e discendono dai culti pagani dei defunti.
La tradizione popolare ha fatto dei “Morti” entità benevole che portano dolci e giocattoli ai bambini, a condizione che siano stati buoni. Ai “monelli” non viene portato nulla. O peggio, carbone.
Un po’ come accade a Natale, solo che la Festa dei Morti è venuta molto, ma molto prima.
In questa pagina, troverete una bellissima descrizione della festa, scritta da Giuseppe Pitrè, il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane.

Nella mia famiglia, i regali non arrivavano tutti gli anni, ma non sono mai mancati i fruttini di martorana (il cui nome deriva dai dolci di marzapane, a forma di frutta, che venivano preparati dalle suore del convento della Martorana), che mia madre preparava in casa, sotto il mio sguardo estatico.
E’ una tradizione cui sono molto legata, una delle cose che più ho amato condividere con mia madre durante l’infanzia; ogni anno mi sembrava una sorta di magia… Da quando mi sono sposata, non li avevo più preparati, ma quest’anno ho voluto rifarli, insieme a lei, ovviamente. E così, ho comprato tutti gli ingredienti, sono andata a casa sua, abbiamo tirato fuori le formine di gesso (mi dicono che adesso, per questioni di igiene, le stiano facendo di silicone…beh, mi dispiace, ma non mi convertirò mai al silicone! le formine di gesso sono una parte fondamentale della tradizione…) e ci siamo messe al lavoro.

fruttini_s

La ricetta di mia madre, tramandata dalla sua bisnonna, è talmente segreta che ho dovuto faticare per convincerla a lasciarmela pubblicare (e lo so che se adesso googlassi “pasta di mandorle ricetta” probabilmente ci troverei anche la mia, ma lasciatemi, anzi lasciateCI credere che sia ancora un segreto…). Si, perchè la nostra pasta reale (o pasta di mandorle) è completamente diversa, per ingredienti e preparazione, da quella diffusa in tutto il resto della città, preparata dai pasticceri e venduta un po’ dappertutto. La nostra prevede una lavorazione a caldo, che parte da uno sciroppo di zucchero, mentre la classica pasta reale viene lavorata a freddo, mescolando la farina di mandorle con glucosio, zucchero a velo, in alcuni casi albume d’uovo, ed aromi vari.  Inoltre, in casa mia la pasta viene lavorata poco, rinunciando, forse, alla perfezione estetica a vantaggio del gusto. Il risultato finale per me è totalmente diverso da qualsiasi altro mai assaggiato. La nostra pasta di mandorle è una pasta granulosa ed aromatica, molto dolce, certo, ma con un intenso sapore di mandorle; l’altra è liscia e compatta, eccessivamente “perfetta” (i maligni la associano al gesso, o al pongo…ma non io! io dico solo che è diversa…) e, secondo me, poco profumata. Ma si sa, i gusti son gusti ed ognuno è affezionato alla propria tradizione familiare!

Mentre facevo un tuffo nel passato, preparando questi dolcetti, ho tentato di fare qualche foto del procedimento (non sono delle belle foto, ma c’era una pessima luce, mia madre adora la luce soffusa e le abatjour!!!) . E spero, un giorno, di poter condividere questa tradizione con i miei figli, anche se il mondo di oggi è totalmente diverso e Halloween sta soppiantando, nel cuore dei più piccoli, la vetusta tradizione dei Morti.
Intanto, la condivido con voi.

Leggi la Ricetta...

lunedì 25 ottobre 2010

Algerini

No, tranquilli, non sto per parlarvi degli abitanti dell’Algeria, ma di biscotti!

Si, perché da noi a Palermo, con il nome “algerini” vengono indicati dei biscotti rotondi, dai bordi smerlati, fatti di una pasta “simile” alla frolla (eppure completamente diversa, quanto a sapore e consistenza) e ricoperti da una spessa coltre di zucchero a velo.
Per me sono il “comfort food” per eccellenza (…fa un po’ strano parlare di “comfort food” riferendosi ad un cibo deicsamente povero, popolare direi); si, insomma, per me sanno di casa, sanno di buono, sanno di domeniche dai nonni, sanno di cappotti irrimediabilmente imbiancati dalla loro polvere zuccherina, sanno di dita leccate furtivamente per gustare fino all’ultimo pizzico di dolcezza, sanno di infanzia e di semplicità. Come ha scritto qualcuna di voi, di recente, sono le “mie madeleines”.

algerini_s

Purtroppo, da foodblogger negligente quale spesso sono, non so narrarvi la storia di questi biscotti o l’origine del loro nome così particolare (se qualcuno ne sapesse più di me sarei lieta di approfondire..). Posso solo dirvi che, insieme ai biscotti regina, che ho pubblicato qui, sono tra i biscotti più diffusi nella mia città. Li potete trovare quotidianamente in qualsiasi panificio ed in moltissime pasticcerie.

Prepararli è facilissimo, piacciono praticamente a tutti e si mantengono fragranti davvero a lungo. Se ben conservati, in un vaso di vetro ermetico, o in una scatola di latta, ancora dopo una settimana sono ottimi (più a lungo non son mai durati, quindi non so dirvi…).
Confezionati in una graziosa scatola, diventano un simpatico dono da portare quando si va trovare un’amico/a (questa volta, li ho preparati per la neo mamma di una deliziosa bambina, F.). Sono ottimi da soli, o con il tè, il caffè, il latte o il cappuccino, spalmati di nutella o di marmellata (di limoni la mia preferita)…insomma sono dei biscotti ottimi in ogni occasione!
Vi ho fatto venire un po’ voglia di provarli?? Se si, eccovi la ricetta, che a me ha dato la mia preziosa collega P.

Un’ultima cosa: vi suggerisco di resistere alla tentazione di apportare modifiche agli ingredienti e di provarli nella versione originale, usando sia lo strutto che l’ammoniaca. Solo così otterrete il sapore e la consistenza “giusti”. Utilizzare il burro, o il lievito, cambierebbe completamente il risultato.

Leggi la Ricetta...

mercoledì 20 ottobre 2010

Risotto con fiori di zucca, alici e mozzarella

Ricetta di…Moscerino!

L’altro giorno, avevo comprato tutto l’occorrente per dei succulenti fiori di zucca “alla romana”, ossia ripieni di alici e mozzarella e fritti in una soffice pastella. Non viene l’acquolina solo a sentirne parlare? Solo che poi, tornata a casa, mi sentivo davvero stanca; in più la mia bilancia mostra numeri mai raggiunti prima, il che, se ancora non mi manda nel panico, certamente desta qualche preoccupazione, così ho deciso di lasciar perdere la frittura. Mi restavano però quei fiori di zucca e non sapevo come cucinarli.
Poi, ho avuto un’illuminazione: perchè non convertire il ripieno in un condimento? Restava un solo dubbio: pasta normale, lasagne, o riso? Ho scartato la pasta perché temevo che il condimento non fosse abbastanza avvolgente, nonostante la mozzarella. Le lasagne le ho escluse, perché avrebbero richiesto della besciamella e non volevo che quest’ultima coprisse il sapore che avevo in mente. Dunque, è stato riso. Questo riso.
 
risotto_fiorizucca_alici_mozzarella_s
 
D’accordo, magari non sarà la scoperta del secolo, e scommetto che qualcun altro ci avrà pensato, ma lì per lì mi è parsa un’idea geniale. Ed è piacevole ogni tanto non dover dire “la ricetta originale è di…”.
E tra l’altro, per essere una ricetta improvvisata, era davvero buonissima. Mi dispiace solo non aver appuntato esattamente la quantità di fiori di zucca usati (ho contato i pistilli per cercare di determinarla a posteriori!!).
Suggerirei soltanto di aumentare la quantità di acciughe; ne ho messe poche per prudenza, ma avrebbero potuto sentirsi di più. Oppure, perchè non provare con la colatura di alici?
Come vedete, sono arsa da “sacro fuoco culinario”; altro che una ricetta al mese, ne ho pubblicate tre in meno di due settimane, ne ho trovate almeno altrettante in archivio che voglio assolutamente proporvi e cucino cose nuove in modo quasi compulsivo!!
Ma io sono fatta così. O sono iper entusiasta, o mollo del tutto. Non conosco le mezze misure. Ed infatti, mi ha stupito e compiaciuto constatare che, sebbene a fasi alterne, questo blog esiste da ormai tre anni (mi sono dimenticata il comple-blog...)! Non credevo avrei resistito tanto.
NOTA: Con questo risotto partecipo alla raccolta di Ricette con la zucca del blog “Non tollero il lattosio”.

Leggi la Ricetta...

lunedì 18 ottobre 2010

Chocolate Chips Muffin…Rosa

Appena prima che la giornata sia finita, pubblico anch’io una ricetta in tema rosa , improvvisata in fretta e furia per poter allungare di un altro pezzettino il nostro virtuale Nastro Rosa, dedicato alla omonima campagna per la "prevenzione" del tumore al seno, per contribuire a colorare di rosa il web, perché il mese della prevenzione non passi inosservato.
Perché la prevenzione salva la vita; perché la prevenzione è fatta di tante piccole cose: dal volersi più bene, cercando di seguire uno stile di vita sano, al sottoporsi a controlli regolari, perché “la diagnosi precoce è l’arma più efficace che le donne hanno per sconfiggere il tumore”.

E, permettetemi di andare un po’ fuori tema, questo vale per tutti i tumori. Quindi, mentre vi ricordate che ottobre è il mese della prevenzione per il tumore al seno, potreste anche segnarvi in agenda qualcun altro dei controlli raccomandati per la prevenzione delle malattie tumorali. Perché la diagnosi precoce può salvare molte vite, e perché –purtroppo- non è vero che queste cose capitano solo "agli “altri”.

Insomma, non pretendo di trovare, in dieci minuti, le parole adatte per un argomento cos'ì importante. Lascio questo compito a chi sa farlo meglio di me. Troverete tutto quel che occorre sapere sul sito Nastro Rosa e su quello della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

muffin_rosa_s

Sotto la panna colorata di rosa, ci sono dei semplicissimi muffin con gocce di cioccolato. La ricetta è tratta dal solito libro, da cui ho preso le ultime ricette di muffin. Mi soffermo sulla ricetta quel tanto che basta per dirvi che sono davvero sorprendenti. Diversi da tutti gli altri muffin con gocce di cioccolato che abbia mai preparato. Provare per credere.
La decorazione è quella che è, scusatemi, andavo di fretta. Volevo solo esserci anch’io.

Leggi la Ricetta...

sabato 16 ottobre 2010

Chocolate Thumbprints (by Martha Stewart)

Meglio noti come “i biscotti al cioccolato più buoni del mondo”. La ricetta di Martha Stewart la trovate qui. La ricetta con le dosi convertite la trovate un po’ ovunque.

Chocolate_Thumbprints

Come noterete, mi sono lasciata convincere da voi che valga la pena anche riproporre una ricetta già vista. Ho molto apprezzato tutti coloro che hanno scritto che un blog non è fatto solo dalle ricette, più o meno nuove, ma anche e soprattutto da chi le descrive, aggiungendoci qualcosa di personale.

Questo mi ha fatto riflettere sul mio modo di scrivere. Quando condivido le ricette su questo spazio, o commento le vostre, mi sembra di tornare bambina, anzi diciamo adolescente. E’ tutto un continuo entusiasmarmi, mettere puntini di sospensione e punti esclamativi, “andare in brodo di giuggiole” per questa o quella ricetta...insomma, sarà la “sindrome da diario segreto” (adoravo tenerli, e metterci tutto il dovuto corredo di cuoricini, puntini, disegnini, ecc.), ma quando rileggo i miei scritti a distanza di tempo penso che, agli occhi degli altri, io debba sembrare una sciocchina. E mi vergnogno come una ladra.
Eppure, Moscerino è fatta così. Non nego che io, nella vita reale, sia un po’ così, però diciamo che, ordinariamente, sono ben più controllata. Insomma Moscerino è un alter ego; sono io e non sono io. E’ la Me che non deve preoccuparsi di come possa apparire agli occhi degli altri, la Me che può concedersi di restare sempre un po’ bambina (chiari sintomi di “sindrome di Peter Pan”?). Per questo, però, finisco per tenere Moscerino ben separata dalla vera me. Il che significa, principalmente, non parlare quasi mai del mio blog. Raramente tra le mie frequentazioni dico di averne uno, o invito a visitarlo. Arrossisco solo all’idea che certe persone, che mi vedono così seria e posata, leggano quello che scrive la mia “altra me”.
Di recente, però, è capitato che la mia collega P. abbia indicato il mio blog ad un’altra persona, la quale, poi, gliene ne ha parlato in toni lusinghieri. Dovrei essere felice. Ma, sotto sotto, spero di non conoscere mai quella persona!

Dite che sono pazza?? Beh, può darsi…del resto non lo siamo un po’ tutti noi food bloggers? Chi di noi non è stato oggetto degli sguardi attoniti dei vicini di casa mentre, muniti di cavalletto, macchina fotografica, specchi, diffusori, tovagliette, cartoncini, piatti, posate, ci contorcevamo sul balcone, o davanti alla finestra, nel tentativo di catturare l’immagine perfetta di…un biscotto? (Di fronte casa mia, per ora, ci sono dei lavori di ristrutturazione…non vi dico come mi guardino gli operai…e ricordo ancora lo sguardo di mia zia, mentre mio padre tentava di spiegarle in che consistesse il mio blog…povera donna, si sta ancora chiedendo perchè debba mostrare su internet, a perfetti estranei, quello che ho cucinato).

Va beh, adesso che vi ho bersagliato con i miei pensieri sconclusionati, torniamo a parlare di cucina. Questi biscottini,direi piuttosto pasticcini, sono un tripudio di cioccolato che avrete visto un po’ ovunque in rete. Ma desideravo da troppo tempo prepararli. E finalmente mi sono decisa, soprattutto per poter provare un nuovo gadget da cucina, regalatomi dalla mia collega P., una “penna per decorare”. Si tratta di un piccolo contenitore in silicone con beccucci intercambiabili, decisamente più comodo della tasca da pasticcere per piccole quantità (avete mai provato a mettere tipo due cucchiai di crema in un sac à poche?), e più pratico del famigerato conetto di carta forno per chi, come me, ha scarsa manualità. In questo caso, l’ho utilizzata per riempire di crema i biscottini senza sbavature. Ma non vedo l’ora di provarla per vere e proprie decorazioni. Credo sia ufficialmente divenuto il mio attrezzo preferito!

Leggi la Ricetta...

domenica 10 ottobre 2010

Muffin al limone e semi di papavero

Quando ho preso in mano la macchina per fotografare questi muffin a stento ricordavo come si facesse. Molti mesi sono passati dall’ultima volta che ho fotografato del cibo. Ma è bastato poco per riprendere confidenza con gli sfondi, le tovagliette, il set e tutti gli altri dettagli che occorrno a noi food bloggers per immortalare le nostre ricette.E confesso di essermi proprio divertita.

In molti siete passati da qui sperando di trovare una nuova ricetta, chiedendo a gran voce il mio ritorno. Vi ringrazio per l’affetto. E ringrazio anche coloro che, passando da qui per la prima volta, hanno espresso apprezzamento per il mio blog, promettendo di diventarne sostenitori. Mi dispiace aver deluso le vostre aspettative e non aver ricambiato le vostre gentili visite.

La verità è che mi manca l’ispirazione. La gravità della crisi l’ho compresa solo recentemente quando, dovendo preparare una torta di compleanno, ho scoperto di non avere NESSUNA IDEA. Io che, di solito, avevo liste infinite di dolci da provare! Non solo non ne trovavo nessuna degna di essere fotografata, addirittura non me ne veniva in mente nessuna che mi venisse voglia di preparare!

Mi sembra che sia tutto già visto, già cucinato, già fotografato, meglio di quanto potrei fare io. Insomma, c’è davvero bisogno di un ennesimo sito che riproponga, con maggiori o minori personalizzazioni, ricette che comunque si trovano in altri blog, o libri o ricettari vari? Eppure…già, eppure. Eppure quelle pubblicate qui sono, in qualche modo, anche le mie ricette. Io le ho scelte, preparate con amore, fotografate, commentate. Questo non le rende un po’ mie? E questo sito cos’è se non il mio personale ricettario virtuale? Le nostre madri e le nostre nonne avevano i loro quaderni. Io ho il mio blog. E quando lo “sfoglio” mi meraviglio sempre pensando a cosa sono stata capace di fare, a quanti progressi abbia fatto. Queste mi sembrano ottime ragioni per andare avanti, perciò cercherò di essere più diligente d’ora in avanti.

Che ne dite se iniziamo con una ricetta al mese? Vorrei fare alla settimana, ma non credo di farcela. Devo rimettermi in pari perchè, vedete, sono caduta in una sorta di circolo vizioso. Meno tempo dedicato alla cucina ed al blog equivale a meno tempo speso nella consultazione di blog (i vostri ovviamente, oltre a quelli più blasonati), libri o riviste di cucina da cui trarre nuove idee, il che equivale a minore ispirazione, che riduce ulteriormente la qualità e quantità del tempo dedicato alla cucina. Insomma, una ricetta al mese mi pare un programma fattibile per il momento. Spero di incrementare il ritmo presto.

Intanto, cominciamo con quella di oggi. Ancora muffin, tratti dallo stesso libro dell’ultima volta, “Muffin”, per l’appunto. Questi sono molto molto limonosi. Perfetti per me. E i pezzetti di pera che ci sono dentro, con la loro dolcezza, creano un inatteso contrasto. Sono deliziosi. Vorrei solo poterli fare più spesso, ma mio marito non apprezza i dolci al limone ed io fatico a consumarli prima che diventino cattivi. Dovrei trovare volontari disposti ad aiutarmi a finirli!

Muffin_limone_s

Leggi la Ricetta...

giovedì 18 marzo 2010

Bob’s Muffins alla pera

Chi è Bob? Bob è l’autore di un libriccino delizioso: “Muffin, originali ed autentici” edito da Biblioteca Culinaria, che mi ha letteralmente conquistata. Ho già provato quattro ricette e sono una migliore dell’altra.

So che molti di voi già conosceranno questo libro, e so che ricette di muffins ce ne sono a iosa in rete, specie dopo il contest di Pan di panna, ma i muffins di Bob meritano una menzione speciale, per quei pochi che non li conoscessero!

Inoltre, potrei dirvi che questi muffins alla pera sono in assoluto i più buoni del mondo, ma rischierei di apparire presuntuosa, quindi mi limiterò a dire che sono i migliori che abbia mai provato!

E adesso, prima di precipitarvi ad acquistare il libro, date un’occhiata alla foto, e alla ricetta, così per farvi un’idea! :D
La dose che riporto è per 6 muffins, metà di quella pubblicata nel libro. Inoltre, ho aggiunto delle mandorle tritate all’impasto, riducendo i fiocchi di cereali (che a loro volta sostituiscono i fiocchi d’avena previsti dalla ricetta…non so voi, ma non sono una fan dei fiocchi d’avena!).

muffins_alle_pere_s

Leggi la Ricetta...

domenica 7 marzo 2010

“Paella” Express

Questa volta la lunga assenza non è dovuta a pigrizia o scarsa ispirazione, ma ad un problema tecnico; il mio adorato gioiellino rosa (leggasi il mio pc portatile) è rimasto all’assistenza per quasi una settimana…e temo che dovrà tornarci, perchè non siamo riusciti a risolvere il problema. Potremmo dire che…”ha il respiro affannoso” (la ventola non funziona a dovere) e mi sa che dovranno spedirlo alla casa produttrice per farla sostituire! Sigh! Perciò, credo che non potrò pubblicare per un po’…

Ma andiamo alla ricetta. Le virgolette nel titolo direi siano d’obbligo, perchè pur non conoscendo la ricetta della vera paella, credo che questa sia una versione piuttosto semplificata….e soprattutto preparata senza l’apposita “paellera”, ossia il tegame largo e basso con i doppi manici che utilizzano in Spagna. Mi sono dovuta accontentare di una larga padella in alluminio con rivestimento antiaderente. La ricetta originale, che ho leggermente modificato, proviene dal libro “Riso!” edito da Guido Tommasi (libro favoloso, lo adoro!!!).

Paella express_s

La ricetta prevedeva l’utilizzo di un riso definito “tondo”; io ho utilizzato un riso bianco tondo tipo “balilla” preso al NaturaSi, ma ritengo che un classico arborio possa andare bene ugualmente.

Leggi la Ricetta...

domenica 21 febbraio 2010

Bomboloni con la “crema gialla”

Bentrovati! FInalmente, dopo tanto tempo, torno a fare capolino da queste pagine virtuali. Grazie a tutti i miei vecchi e nuovi “fans” (che volete, mi sarò montata la testa!) per i bellisimi commenti e le “minacce” (visto Benedetta? Sono tornata, prima che tu venissi a prendermi! eh eh eh”), e scusate se sono stata assente così a lungo. Diciamo che ultimamente mi sono dedicata ad altri progetti e ho cucinato pochissimo (ho persino servito agli amici che passavano da casa per cena cose che gli avevo già preparato in passato…praticamente una bestemmia per ogni food blogger che si rispetti…”ché alle cene bisogna sempre sperimentare cosine nuove e lasciare tutti a bocca aperta!”). In compenso ho cenato un sacco fuori…e ho scoperto (o ri-scoperto) qualche localino davvero interessante, chussà, magari uno di questi giorni ve ne parlo..hai visto mai passaste da (o abitaste a) Palermo.

Ho fatto questi bomboloni (o krapfen, o iris, perchè mica ho capito bene come si distinguono, con le uova, senza le uova, con la patata…)per soddisfare due richieste di mio marito. La prima era: “Mi fai i bomboloni? Li hai fatti solo una volta e sono così buoooniiii….”; e la seconda era: “Torni a pubblicare qualcosa? Non voglio che abbandoni il blog!”.
In effetti, questi bomboloni li avevo fatti quando avevo appena aperto il blog, ma poi, non ricordo come o perché, avevo perso le foto e non li avevo mai pubblicati. Mi ero ripromessa di rifarli, ma nel frattempo sono passati due anni, perché dolci fritti (e fritture in generale) non ne faccio praticamente mai.

Ma, finalmente, eccoli qui. La ricetta proviene da una vecchia collana uscita in edicola anni fa, chiamata “Finalmente Dolci”, ma ho cambiato il procedimento, adottando i trucchi imparati con l’esperienza sugli impasti lievitati (tipo tenere il lievito separato dalle uova, queste dallo zucchero, unire i grassi all’ultimo, ecc). Si tratta sempre di un impasto diretto, ma il risultato sarà migliore di quello che otterreste mettendo tutti gli ingredienti insieme come suggeriva la ricetta originale.
Una parte li ho farciti con la crema, una parte li ho lasciati vuoti ed alcuni li ho fatti a forma di ciambellina, per riutilizzare i ritagli senza lavorare troppo l’impasto.

bomboloni_s

La crema merita una piccola premessa. Giorni fa chiacchieravo con mia madre di cucina e, non so come, siamo finite a parlare di creme; così le ho raccontato di aver visto una crema (quella, ormai celebre, di Paoletta) preparata con le uova intere. A quel punto lei si volta verso di me e, rivolgendomi uno sguardo carico di disapprovazione e di orgoglio ferito, mi dice: “E allora? E’ una vita che  io faccio la crema con le uova intere! E’ quella che noi a casa chiamiamo “crema gialla”, per distinguerla dalla classica crema pasticcera”.

E, d’improvviso, mi ricordo! E’ vero! Lei ha sempre usato le uova intere o, al massimo, un uovo intero ed un tuorlo. Già perchè lei non ama gli sprechi, ma non è mai stata il tipo che, per consumare gli albumi avanzati da qualche altra ricetta, come appunto la crema pasticcera, si metteva a sfornar meringhe o torte degli angeli o roba così. Lei aveva le sue ricette tradizionali. Punto. E quindi nella crema le uova si mettono tutte intere, al limite puoi mettere un tuorlo in più perchè “tanto a cena faccio la frittata e con un albume in più viene più leggera”, oppure perché “quello lo tengo da parte così vi faccio due (ma propio due eh, giusto per sfizio) carciofi fritti con la mia pastella speciale, solo con l’albume”!

Pertanto, quando ho deciso di farcire i bomboloni con la crema, non potevo che scegliere la sua! Non foss’altro che per riparare al torto che le avevo fatto! Sapete una cosa? La sua “crema gialla” è proprio squisita! Il gusto è più…”leggero”, non so come spiegarvelo, dovete provarla!

Leggi la Ricetta...