Avevo forse detto di aver finito le ricette invernali arretrate? Beh...ehm....mi sbagliavo! Ne ho ancora...! E se il risotto della scorsa settimana tutto sommato poteva ancora andare, direi che una vellutata di patate e porri è davvero troppo invernale ormai! Ma...questa foto mi piaceva troppo e poi si potrebbe ripensare la ricetta in una versione più...estiva! Che ne direste, ad esempio, di una bella crema fredda di pomodori? Io ce la vedrei bene...
E poi, ormai lo sapete, è proprio un periodo nero per la mia cucina, non ho tempo e nemmeno energie da dedicarle...vivo di espedienti o lascio che cucini mio marito, quindi non ho nessuna ricetta nuova da proporvi. Se a questo aggiungete che, quando ho tentato di preparare qualcosa di nuovo, magari veloce, proprio perchè morivo dalla voglia di mettermi a cucinare ed di provare qualcuna delle tonnellate di ricette che ho segnato nella mia "to do list", sono riuscite delle ciofeche incredibili...beh, non vi resta che compatirmi e tollerare ancora per qualche settimana questa specie di appendice culinaria invernale. :-(
martedì 29 aprile 2008
Pappardelle con vellutata
martedì 22 aprile 2008
Prima che sia troppo tardi...
Vi avevo avvertito di avere ancora qualche ricetta piuttosto invernale da postare...ebbene, questa dovrebbe essere l'ultima. E con un po' di buona volontà dovreste riuscire ancora a trovare del radicchio decente, se per caso vi andasse di riprodurla.
Che poi non è che sia chissà che invenzione, anzi è proprio un classico, che più classico non si può, e per la verità non ho segnato esattamente le dosi....ma insomma, per ora vivo di post prefabbricati e salvati nel mio archivio (che sono tutto ciò che mi posso permettere di pubblicare in questo momento, causa mancanza di tempo), cui aggiungo qualche frasetta introduttiva giusto per non mettervi solo la ricetta nuda e cruda, quindi.....beccatevi 'sto risotto al radicchio e provola affumicata!
Ingredienti:
200 g di riso arborio superfino
1 piccola cipolla rossa
1 cespo di radicchio rosso (trevigiano preferibilmente, oppure di Chioggia)
1,2 l (circa) di brodo di carne (quello avevo, ma va bene anche vegetale)
mezzo bicchiere scarso di vino bianco
150 g di provola affumicata
50 g (circa) di noci
olio, sale, pepe
un cucchiaino di parmigiano
Preparazione:
Mondate e lavate il radicchio, conservatene due foglie per la decorazione, poi tagliate il resto a listarelle sottili. Tritate la cipolla e portate a bollore il brodo. In una padella dai bordi alti fate soffriggere la cipolla in due cucchiai di olio extravergine di oliva, unite il riso e tostatelo bene; sfumate con il vino bianco e, quando sarà evaporato, bagnate con un mestolo di brodo bollente; proseguite la cottura aggiungendo il successivo mestolo di brodo solo quando il riso avrà assorbito quello precedente. Dopo circa 5 minuti, aggiungete il radicchio e mescolate bene. Portate il riso a cottura mescolando molto spesso (aiuterà a rendere più cremoso il risotto). Mentre il risotto cuoce, tritate grossolanamente le noci, tenendone due intere da parte per la decorazione; tagliate la provola a fettine sottili o a cubetti.
Quando il riso sarà cotto e ben cremoso, spegnete il fuoco e mantecate con il parmigiano e la provola. Unite, infine, le noci. Regolate di sale, se occorre, e terminate con una macinata di pepe nero.
Disponete il risotto nei piatti, dentro alla foglia di radicchio conservata in precedenza, oppure di fianco alla stessa (o come vi pare, insomma!!! :-P), decorate con la noce e servite ben caldo.
domenica 20 aprile 2008
L'apparenza inganna. Ovvero, i croissant briochosi!
Vi ricordate quando ho pubblicato i Pain au chocolat (il cui nome, peraltro, da perfetta ignorante in materia di lingua francese ho scritto nel modo sbagliato...)? Bene, in quel post vi dicevo di quanto disperatamente avessi cercato la ricetta delle vere brioches siciliane, quelle che qui si trovano in qualsiasi bar e panificio e che, nella mia personale hit parade alimentare, si collocano tra i cibi che amo di più in assoluto e che desidero riprodurre a casa. Ebbene, in quell'occasione ho ricevuto diverse ricette (da Enza, da Mike, se non ricordo male e poi qualcuno mi ha segnalato quelle di Anice e Cannella), e ne ho provate 3 o 4...ma nessuna mi è riuscita bene (Enza, ho capito dove ho sbagliato nel fare le tue...il latte era troppo caldo e ha "ucciso" il lievito...che errore da principiante!!!) e soprattutto, quando mi sembravano venute mediamente bene (non dico buone ma passabili), al mattino le trovavo semi-pietrificate.
Capirete bene che mi ero scoraggiata parecchio, ma poi ho deciso di ri-provare (la prima volta non mi erano venute granchè bene...) la ricetta suggeritami da Nightfairy, che è delle sorelle Simili (la trovate sul suo blog qui). Ho fatto alcune modifiche in base alle esperienze che avevo già fatto e....MAGIA! Sono le migliori brioches che abbia mai fatto, non ho avuto il coraggio di farle "a pallina" per paura che non lievitassero bene ma anche se hanno la forma di croissant vi giuro che sono morbidissime e briochose, la mattina dopo sono ancora stupende e vi viene voglia di mangiarne una tonnellata!
Forse non sono proprio uguali a quelle che mangiamo in Sicilia, ma sono buonissime, soffici, leggere, prive di crosticina dura, profumate e povere di grassi (il che non guasta!). Oggi le ho rifatte per la seconda volta e una parte le ho surgelate dopo aver fatto le forme, poi vi dirò se verranno buone ugualmente (il mio obiettivo è di avere una scorta di brioches sempre pronta).
125 g di farina "0"
100 g (circa) di acqua
20 g di lievito di birra
50 g di burro
3,5 g di sale
40 g di zucchero
Ma andiamo con ordine. Scaldate leggermente una parte di acqua (circa metà) e scioglieteci il lievito. Mettete nella ciotola dell'impastatrice le due farine e lo zucchero. Scavate una piccola buca in un angolo e metteteci il sale. Versate il lievito sciolto nell'acqua ed iniziate ad impastare alla minima velocità, aggiungendo poco a poco il resto dell'acqua a temperatura ambiente; la quantità d'acqua varia leggermente in funzione della capacità di assorbimento della farina, io ne ho messa poco più di 100 g. Quando tutta la farina sarà incorporata, unite il burro a pezzetti e lavorate a lungo, diciamo per 15 minuti, a velocità 1 (alternando con brevi passaggi a velocità 2). Otterrete un impasto molto elastico e morbido, che si staccherà dalle pareti della ciotola e se lo tirerete non si romperà. L'impasto resta appena appena appiccicoso, se necessario, verso la fine, unite ancora uno o due pizzichi (ma proprio pizzichi, presi con la punta delle dita) di farina. Ponetelo a lievitare in una ciotola leggermente unta e coperta da pellicola trasparente, in un luogo tiepido (il forno spento con la sola lucetta accesa) per almeno un'ora e mezza (la seconda volta l'ho tenuto 2 ore). Trascorso questo tempo, sgonfiate la pasta e dividetela a metà. Stendetela in due cerchi spessi circa mezzo centimetro, da cui ricaverete degli spicchi (in media 8), come se tagliaste una torta. Adesso potete decidere se farcirli o meno; dato che io desideravo delle semplici brioches da farcire, una volta cotte, con la marmellata, non ci ho messo nulla. Ma se preferite, potete riempirle come un croissant, mettendo un cucchiaino di crema, marmellata o nutella alla base del triangolo, prima di arrotolarlo. Secondo me, però, (ho fatto una singola prova) il ripieno rovina un po' la lievitazione.
Arrotolate ciascun triangolino dalla base verso il vertice, formando i croissant. Poneteli sulla placca coperta di carta forno, copriteli con un canovaccio umido e rimetteteli nel forno spento (con la sola lucetta accesa) a lievitare fino al raddoppio o anche un po' di più. Ci vorranno più o meno un paio d'ore. In alternativa, potete congelarli prima della seconda lievitazione, in un contenitore ermetico, separati da un pezzetto di carta forno; tirateli fuori dal freezer la sera prima, lasciateli lievitare tutta la notte e cuoceteli la mattina. Dovrebbero venire ugualmente bene, vi farò sapere!
Terminata la lievitazione, accendete il forno a 180°, mettendoci dentro una pirofila piena d'acqua (servirà a mantenere la giusta umidità). Spennellate le brioches con un tuorlo sbattuto con un cucchiaio di latte e, a piacere, con della granella di zucchero; quando il forno sarà caldo, infornatele per circa 15-20 minuti. Se non le consumate subito (oggi le abbiamo mangiate appena sfornate...gnammm!), chiudetele ancora calde in un sacchetto di plastica tipo quelli per congelare; manterranno l'umidità e non si asciugheranno, nè induriranno, per almeno 12-16 ore (in pratica fino al mattino se le avete cotte la sera prima!).
Ancora un premio per me!
Eccomi, finalmente, pronta ad onorare il mio impegno e a ringraziare come si deve la carissima Enza che mi ha consegnato questo premio con una bellissima motivazione (che non vi riporterò....mi imbarazza!! sappiate solo che mi ha fatto tanti complimenti e mi ha fatto commuovere!!). Lei lo ha già ricevuto, quindi non glielo ridarò (anche perchè la costringerei ad aggiornare il post con i ringraziamenti...e so che per ora non ha tanto tempo per star dietro al blog! eheheh!!), ma sceglierò due blog che, secondo me, oltre a parlare di cucina, raccontano delle storie. Riguardo al primo posso dire che leggerlo è un po' come sfogliare le pagine di un libro...di un'autobiografia direi!!! E poi è sempre ricco di dettagli sulla storia dei piatti e, di recente, ha anche cominciato a farci scoprire libri interessanti ed originali, che parlano di cucina un po'..."sperimentale" (?), ma sempre sana, buona e bella! Il secondo,invece, è una fonte inesauribile di notizie ed informazioni, sulla cucina di tutto il mondo, sui prodotti tipici, e sui libri, anche. Ce ne segnala tanti (di cucina, prevalentemente), spesso in inglese, libri che magari noi non conosceremmo senza di lei. E prima o poi qualcuno riuscirò a comprarlo! E poi anche questo è pieno di storie...storie di vita, la sua vita, che è davvero avventurosa!
E se potessi assegnarne di più, lo darei anche ad Uvetta, alla nostra Cuoca avvenente, ad Alex e Mari e a Kja, perchè raccontano dei posti che visitano meglio di qualsiasi guida turistica...e....ok, ok, la smetto, tanto posso premiare soltanto due blogger e l'ho già fatto!
Ecco, adesso che ho assegnato i premi e scritto le mie motivazioni, passo ad illustrarvi le regole del premio e i relativi link.
Premessa:
Anche questo Blog occupandosi di Libri vuole avere il proprio Premio "BlogLetterario" dal Titolo "DiLibroinLibro".
Un modo semplice per premiare tutte quelle persone che hanno qualcosa da dire smettendo quindi di essere spettatori passivi.DiLibroinLibro- ma anche DiPensieroinPensiero- o di idea in idea-per chi ama condividere pensieri,esperienze,passioni,Speranze..Insomma un Blog...
REGOLAMENTO:
Questo premio non vuol'essere un famelico scambio link. E' per questo motivo che ogni BlogAutore che lo riceverà potrà a sua volta premiarne soltanto altri 2..DUE..Blog..Dovrete semplicemente dare una motivazione al premiato. Sono esclusi tutti quei blog che si occupino di pedofilia-razzisti-offensivi-e altra spazzatura varia... Il premio verrà ritirato su questa pagina (non vi sono vincoli sul posizionamento lo potrete inserire dove vi è più consono )Quando si sarà accettato il Premio ed esposto sul proprio Blog si prega di segnalarcelo tramite commenti
indicando il link di chi vi ha premiato e naturalmente il vostro appena premiato..(solo questa pagina farà fede per i Blog Premiati).
Dopodiché a vostra volta potrete premiare i vostri 2 Blog lasciando al ricevente una motivazione-pregandolo di inserirvi anche il regolamento.
mercoledì 16 aprile 2008
Flan di broccoletti
Uff, uff...sono sempre di corsa, adesso dovrei decidere a chi assegnare il premio che ho ricevuto da Enza, ma non ho avuto tempo di pensarci. Però mi sono accorta di avere ancora un paio di ricette arretrate da pubblicare, che prevedono ingredienti un tantino invernali, perciò ho deciso di sbrigarmi a postarle, altrimenti tanto vale che aspetti il ritorno del freddo!! La prima è questa, con i broccoletti (i locali sparacelli).
Questi flan li faccio praticamente con tutte le verdure "verdi"...spinaci, zucchine, biete, asparagi e carciofi...insomma un po' con tutto, ma non avevo mai pensato di farli con i broccoletti finché non ho visto degli sformatini di broccoletti sul Dizionario enciclopedico della Cucina Italiana. La ricetta proposta sul dizionario era più simile ad un soufflè salato, preparato partendo da una besciamella densa; la mia, invece, prevede l'uso delle uova, ma il risultato è ugualmente morbido e vellutato ed in più ha il vantaggio di essere una preparazione assolutamente gluten free (se per servirli li accompagnate con della passata di pomodoro invece che con la besciamella), il che può tornare utile!
Devo avvertirtvi che purtroppo le dosi sono un tantino approssimative, perché la ricetta base è con le zucchine ed io in genere vario la quantità di formaggio e di uova ad occhio, in base al tipo di verdura che uso; e quando ho preparato questi non ho appuntato le dosi esatte...
Ingredienti (per 6-8 tortini):
2 mazzi di broccoletti (quelli con il fiore grande e poche foglie)
100 g di philadelphia (si possono usare anche certosa o stracchino o robiola)
100 g di ricotta
2 o 3 uova (dipende dal peso dei broccoletti e dalla grandezza delle uova)
2 cucchiai di parmigiano
Preparazione:
Imburrare gli stampini e, se la vostra preparazione non è gluten free, infarinateli (diversamente utilizzate le farine senza glutine o dell'amido di mais).
Lessate i broccoletti in abbondante acqua salata per circa 10 minuti, scolateli e lasciateli intiepidire leggermente. Tenetene da parte 4 cimette per decorare, quindi trasferite il resto nel bicchiere del frullatore (o nel mixer) ed unite i la ricotta, il philadelphia, il parmigiano ed i tuorli delle uova (io comincio con 2, ed aggiungo il terzo solo se necessario), una macinata di pepe nero ed abbondante noce moscata. Frullate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo. Montate gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale, quindi uniteli al composto preparato in precedenza, mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno. Dividete il composto negli stampini e disponeteli in una pirofila in cui aggiungerete acqua calda a sufficienza per coprirli fino a 3/4. Cuoceteli in forno a 180° per 20-30 minuti. Fateli raffreddare leggermente e poi sformateli nei piatti. Potete anche prepararli in anticipo, lasciarli negli stampini e poi scaldarli sempre a bagnomaria al momento dell'uso (ma quando sono tiepidi è più difficile sformarli); oppure, potete sformarli freddi e poi scaldarli al momento del bisogno al microonde. Serviteli comunque tiepidi, non caldi. Considerate che, preparandoli in anticipo, si sgonfieranno leggermente, ma il gusto non ne risentirà.
Al momento di servirli, disponetevi sopra una cucchiaiata di besciamella (o, in versione gluten free, della passata di pomodoro) e mezza cimetta dei broccoletti che avevate tenuto da parte in precedenza.
sabato 12 aprile 2008
Sarde a beccafico
Queste sarde le ho preparate pensando a Comida. Lei, infatti, le ha postate qualche tempo fa (ecco, io ho scoperto di non sapere navigare negli archivi, apro il mese che mi interessa e scorro le ricette ma poi se voglio cliccare su una in modo da copiare l'indirizzo, non c'è nessun link! umm...non so se avete capito questo sfogo delirante...comunque...ma perchè in alcuni blog manca in fondo il link "post più vecchi" o cose simili???con quello è tutto più facile,vai inditero finché non trovi ciò che ti serve!) e quando io, commentando, le ho detto che utilizzavo una ricetta parzialmente diversa, lei mi ha chiesto di pubblicarla così avremmo potuto confrontare le nostre due versioni. Per la storia di questo piatto vi rimando al suo post (che vergogna eh? io siciliana doc lascio il compito di raccontare le sarde a beccafico ad una....trentina se non ricordo male piemontese (!!), che vive a Boston!!) e chiedo a voi e a lei di perdonare l'imprecisione delle dosi, ma purtroppo è una ricetta che preparo sempre ad occhio, senza mai pesare gli ingredienti!
In questo caso, io le ho utilizzate come secondo piatto, accompagnate da un'insalata, ma sono anche un eccellente antipasto, in quantità ridotta ovviamente. Si possono cuocere su spiedi di legno, ovvero disporle in una pirofila che le contenga di misura, separandole con foglie di alloro fresco e spicchi di limone pelati a vivo.
Aggiornamento: grazie alla segnalazione di Aiuolik ho potuto inserire il link alla versione di Comida delle sarde a beccafico, così potrete trovarle con facilità. Grazie ancora Aiuolik!
Ingredienti (per 2 persone, come secondo piatto):
12 sarde freschissime
12 cucchiaini di pangrattato*
15 foglie di alloro fresco
un cucchiaio raso di passolina (uva passa,piccola e nera)
un cucchiaio di pinoli
un limone
2 filetti di acciuga
* la dose è approssimativa, calcolata sulla base della quantità di ripieno che normalmente entra in ciascuna sarda
Preparazione:
Pulite le sarde e privatele della testa e della lisca centrale, lasciando attaccata la coda. Staccate le spine che restano sui bordi con l'ausilio di una pinzetta da pesce. Tostate il pangrattato in un padellino antiaderente, su fuoco basso,mescolando continuamente affinché si tosti uniformemente e non bruci. Deve assumere un bel colore bruno-dorato, ma senza bruciare. Mettete il pangrattato tostato in una ciotola ed unitevi la passolina e i pinoli. Nel padellino che avete usato precedentemente, sciogliete su fuco bassissimo i filetti di acciuga sott'olio, quindi uniteli al resto del ripieno. Bagnate con un filo d'olio (anche un po' di più se volete) e con un po' di succo di limone (diciamo di un quarto del limone che figura tra gli ingredienti, il resto vi servirà dopo). Prendete le sarde una per volta e ponete al centro un cucchiaino di ripieno, quindi arrotolatela a mo' di involtino, andando dalla parte superiore verso la coda. Ripetete l'operazione con tutte le sarde, che andrete infilzando man mano su due spiedini di legno, intervallandole con foglie di alloro fresco. Se vi è avanzato del ripieno, spargetelo sugli spiedini dopo averli adagiati su una teglia appena unta di olio. Cuoceteli in forno già caldo a 180° per circa 15-20 minuti. Appena togliete la teglia dal forno, irrorate le sarde con il succo del rimanente limone. Lasciate intiepidire, o anche raffreddare completamente, prima di servire.
giovedì 10 aprile 2008
Sono una foca.....maleducata? No, solo impegnatissima!
Sono stata felice ed emozionata per ciascuna delle motivazioni che hanno accompagnato i premi: Teresa ha lodato la mia energia e le mie foto (oltre a menzionare una certa crostata che dice di sognare la notte... :-P), Lenny che sono frizzante e briosa come una giornata di primavera ed infine Cocò mi ha definita "foca rivelazione".
Dicevo che mi sono sentita onorata da questi premi (specie da quello di Cocò...non me ne vogliano le altre ma per me è un particolare successo essere riuscita a farmi apprezzare da lei, che reputo un'esperta gastronoma oltre che un'ottima cuoca, che dedica una grande attenzione all'utilizzo dei prodotti tipici più preziosi e meno conosciuti di tutta la penisola, permettendoci di scoprirli ed invogliandoci ad assaggiarli) ma poi, a causa di un periodo lavorativo particolarmente frenetico, non ho avuto tempo di dedicare un post all'evento e di fare le mie "nomination".
Per scrivere queste poche righe ho dovuto chiudere per dieci minuti i fascicoli accumulati sul mio tavolo, ma già i sensi di colpa mi rodono e le scadenze incombono, perciò vi rimando velocemente alle regole del premio (e ai link dei simpatici ideatori Nando, Mauro e Michele) e passo ad assegnare i premi.
Poichè non ci sono regole sul numero dei premiati, e dato che virtualmente vorrei premiare tutti i blog che amo, come ha fatto Salsadisapa, ma non voglio copiarle l'idea (oltre a non disporre del tempo necessario per inserire tutti i vostri nomi!!!) , ho deciso di assegnare un singolo premio ad un blog che non parla di cucina e cibo ma....di una mamma molto speciale, anzi di una super-mamma! Mi riferisco ad Elastigirl, del blog Nonsolomamma, che leggo sempre e mi fa letteralmente sbellicare dalle risate. Di se stessa scrive: "sono elastigirl ma per vivere faccio la giornalista. Ho due hobbit, di sesso maschile, uno grande di quattro anni e mezzo e uno piccolo di 21 mesi, e un marito part-time perché buona parte del suo tempo sta a londra dove lavora (e dove probabilmente ha una vita parallela con un'altra moglie e altri figli...).
Viviamo a wisteria lane che poi è il posto dove abitano le casalinghe disperate, dove si incontrano l'idraulico figo, la vicina sciantosa e stronza, il padre psicopatico, il figlio disturbato, l'adolescente inquieta e via così".
Quando leggo delle sue mille peripezie di mamma in carriera (che lei dipinge con meravigliosa ironia) dico sempre che vorrei diventare come lei! Sono certa che molte di voi (mi vengono in mente così su due piedi Enza e Adrenalina!) si riconosceranno nei suoi racconti...leggetela, ne vale davvero la pena. Non potrà non strapparvi un sorriso...
domenica 6 aprile 2008
Pere e cioccolato: variazioni sul tema
Lo so, ancora una crostata! Ma dovete sapere che da quando ho scoperto la patè sucrèe (ma è così che si scrive? non so nulla di francese...) di Christophe Felder, con la quale le crostate mi vengono perfettissime, ne sforno in continuazione, per la gioia del maritino, il quale adora la crostata in tutte le sue possibili declinazioni, dalla più semplice alla più articolata!
L'idea era di fare una crostata con pere e cioccolato (a questo proposito...sto tentando di riprodurne una assolutamente DIVINA che ho assaggiato in Francia...ma devo ancora lavorarci!) ma poi mi è venuta voglia di provare a fare una composta di pere, dopo averla vista sul Maiale Ubriaco (purtroppo non riesco a risalire ai post più vecchi se non dal loro archivio e di là non riesco a copiare il link della pagina...comunque l'hanno pubblicata a febbraio 2008!) e non volevo coprirne il sapore con troppa cioccolata. Poi avevo cambiato idea ed avevo deciso di fare una fonduta di cioccolato, che non avevo ancora mai provato. Alla fine, presa dalle mie solite manie di grandezza, ho deciso di fare TUTTO!
Il risultato è stata questa "crostata di pere con fonduta di cioccolato", un dessert composito e delizioso, che ha stupito i nostri ospiti e che ha il vantaggio di riunire in un unico piatto dolce e frutta.
Ingredienti:
per la pasta:
125 g di farina
15 g di farina di mandorle
55 g di zucchero
75 g di burro
1 tuorlo
1 cucchiaio di acqua fredda
1 pizzico di sale
per la composta di pere:
500 g di pere decane
250 g di zucchero di canna
50 cl di acqua
1 limone
mezza stecca di vaniglia
cannella
una pera decana
per la fonduta al cioccolato:
100 g di cioccolato fondente al 70%
una noce di burro
un kiwi
un cestino di fragoloni
una banana
Preparazione:
Cominciate a preparare la composta di pere. Tagliate le pere a dadini e cospargetele con il succo di limone. Ponete sul fuoco, in un pentolino sufficientemente capiente da contenere comodamente anche le pere, l'acqua e lo zucchero e lasciate cuocere a fiamma dolce fino a formare uno sciroppo; unite la cannella ed i semini della vaniglia, quindi aggiungete le pere sgocciolate dal succo di limone. Cuocete la composta su fuoco basso, coperta (lasciate, se minacciasse di "straripare", una piccola fessura per far fuoriuscire il vapore) per circa 40 minuti, o finché non avrà raggiunto la consistenza che desiderate. Ricordatevi di schiumare di tanto in tanto. Io volevo una composta piuttosto densa, per evitare che l'eccesso di liquido potesse pregiudicare la riuscita della crostata, quindi l'ho fatta cuocere più a lungo. Quando la composta sarà pronta toglietela dal fuoco e, se vi occorre solo per la crostata, lasciatela raffreddare; se, invece, desiderate conservarla, ponetela immediatamente in vasetti di vetro puliti e sterilizzati, chiudeteli e capovolgeteli mentre sono ancora caldi.
Adesso preparate la pasta zuccherata. Mettete nella planetaria o nel mixer il burro, lo zucchero, il tuorlo, la farina di mandorle, il sale ed il cucchiaio di acqua. Azionate l'apparecchio ed amalgamateli insieme, poi aggiungete la farina e continuate a lavorare fino ad ottenere una pasta liscia. Avvolgetela nella pellicola e ponetela a riposare un'ora in frigorifero.
Trascorso questo tempo, stendete la pasta molto sottile (3 mm circa) e rivestite uno stampo da 24 cm di diametro, imburrato ed infarinato. Disponete la composta sul fondo della crostata. Copritela con la rimanente pera (non trattata), lavata e tagliata a fettine sottili, che disporrete a raggiera. Terminate con una spolverata di cannella e un pizzico di zucchero di canna e ponete in forno già caldo a 190° per circa 30 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire.
Lavate e tagliate la frutta, e formate gli spiedini alternando i colori (se li preparate in anticipo, spruzzateli con del succo di limone per evitare che anneriscano).
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria insieme con una noce di burro (oppure un paio di cucchiai di panna fresca).
Dividete la fonduta in piccole ciotoline individuali, cui sovrapporrete lo spiedino di frutta. Disponete in ciascun piatto una fetta di crostata tiepida con a fianco la fonduta con lo spiedo di frutta. Servite immediatamente.