domenica 29 maggio 2011

Pizza al piatto con lievito madre

Ricetta di Antonella Scialdone, tratta dal libro “La pasta madre”.

Lo stato di abbandono del blog prosegue più o meno inalterato, anche se pochi irriducibili continuano a seguirmi affettuosamente (grazie!!), mentre io passo il mio tempo libero su internet tentando di scegliere gli elettrodomestici per la mia nuova cucina. Già, perché qui in casa di Moscerino ci sono un sacco di novità, tra cui una nuova casa in arrivo, comprensiva di una nuova (fa-vo-lo-sa) cucina, la cui configurazione, però, mi sta facendo sudare le proverbiali sette camicie, anche in virtù del fatto che i miei gusti in materia di arredamento divergono irrimediabilmente da quelli di mio marito (o i suoi dai miei??). Qui non si parla d’altro che di materiali, colori, piani di lavoro e, soprattutto, elettrodomestici.

Mentre questo progetto prende corpo (lentamente e faticosamente), io sogno il rinnovato estro culinario che (si spera) giungerà grazie alle tredici funzioni del mio forno.
In attesa di provare l’abbinamento tra la funzione “pizza sottile” ed il kit pietra refrattaria + pala per infornare, di cui il forno sarà provvisto, mi esercito nella preparazione di questa pizza, che, anche senza tutte le suddette dotazioni tecnologiche, ha ben poco da invidiare alle pizze di molte pizzerie!
Anche se richiede un po’ di tempo e di programmazione (ma non fatevi scoraggiare…), questa è la miglior pizza che abbia mai fatto; se avrete l’accortezza di stenderla per benino e di cuocerla a calore infernale (meglio ancora se con la pietra refrattaria) otterrete un risultato davvero molto simile alla pizza da pizzeria, non troppo spessa, leggera, soffice e croccante allo stesso tempo.
Per dovere di cronaca, confesso che la prima volta che l’ho preparata non mi è venuta affatto bene, facendomi fare una pessima figura con gli amici che avevo invitato ad assaggiarla; è venuta troppo dura, sembrava quasi una pizza surgelata! Adesso che ho più esperienza posso dire che l’insuccesso è dipeso dalla mia ancor scarsa confidenza con il lievito madre e con la pietra refrattaria, che usavo quella sera per la prima volta. Vi racconto questo perché, se mai non dovesse riuscirvi al primo tentativo, DOVETE riprovarla, promesso??

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giovedì 19 maggio 2011

Patate a sfincione (take away!)

Oggi pubblico quella che considero probabilmente una delle peggiori foto mai apparse su questo sito pur mostrarvi quell’oggetto geniale che vedete sullo sfondo e di darvi la ricetta delle patate a sfincione, gentilmente preparate per voi…e per noi…dalla mia mamma.
L’oggetto è un nuovo prodotto, Pyrex 4 in 1 plus, che, da quando mi è giunto a casa, gentile omaggio della ditta produttrice, è balzato nella mia personale top ten delle “caccavelle” irrinunciabili. Perché? Adesso vi spiego.
Come già vi ho accennato, per adesso non ho affatto voglia di cucinare, seguo (non tanto per scelta etica, quanto per inguaribile pigrizia) una dieta decisamente salutare e salutista, composta essenzialmente da cibi alla griglia, lessi o al vapore. In mezzo a tanta (salutare, per carità!) monotonia, le uniche gradite variazioni giungono (nemmeno tanto di rado in verità…e per fortuna) dalla cucina di mia madre, che, afflitta dal perpetuo dubbio che io non mangi abbastanza mi chiama almeno un paio di volte a settimana per dirmi : “ti ho preparato qualcosina da mangiare, così non devi pensare a cucinare…vieni a prenderla?”, dove il “qualcosina” è invariabilmente qualcosa di ripieno, calorico e buonissimo, che, nelle giornate di sua massima ispirazione, include un pasto completo per almeno 4 persone, dall’antipasto al dolce!
E qui entra in gioco la teglia che vedete in foto. Da quando è arrivata ha soppiantato le precarie e decisamente non agevolmente trasportabili teglie di alluminio usa e getta (avete presente quelle che si accartocciano miseramente al più piccolo urto…). La cosa funziona così per noi: io le porto la suddetta teglia vuota e pulita, dentro la sua graziosa borsetta termica da trasporto, e lei me la rende poco dopo piena di ogni sorta di delizie (non so, una pasta al forno, uno sformato di riso, delle coscette di pollo alla cacciatora, delle sarde a beccafico…), con l’ulteriore comodità che la medesima teglia serve per cuocere le pietanze (in forno, o nel microonde), per trasportarle mantenendone la temperatura, nonché, all’occorrenza, per congelarle o conservarle in frigo. E’ perfetta anche per portarsi il pranzo a lavoro, per portare qualcosa a casa di amici, o per un pic-nic…. Insomma, davvero una gran comodità!
Questa volta, come vi dicevo, è tornata piena di “patate a sfincione”, un piatto tradizionale in casa mia (e credo tipicamente siculo) che dovete assolutamente provare se amate le patate.
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venerdì 6 maggio 2011

Rotolo con crema pasticcera alla fragola

Per la serie: “a volte ritornano”, eccomi qui, a lottare strenuamente per tener vivo questo blog. Non so cosa mi sia preso (ed ormai sarete pure stufi di sentirmelo ripetere, visto che più o meno in tutti gli ultimi post vi ho propinato le mie sconsolate riflessioni sullo stato comatoso di questo povero sito), ma trovo sempre più difficile mantenere in piedi tutto questo (le foto, la luce, il piatto e, soprattutto, le ricette…).

Non è che non sia felice, ma non ho più voglia di cucinare per il blog. Sarà la mancanza di tempo, sarà che mi vedo ingrassata, ma ormai mi sono data senza ritegno (e senza troppi rimpianti) ad una cucina super light e super semplice, che praticamente contempla come unico metodo di cottura la piastra, per carne e pesce, e la bollitura o il vapore per verdure ed affini. Di dolci, poi, nemmeno l’ombra. Mi concedo soltanto le fette biscottate (che vi ho già proposto in ben tre versioni, qui, qui e qui) e la pizza il sabato sera. Capirete bene che c’è poco da pubblicare in una simile scelta di alimenti!

Intendiamoci, ogni tanto sfoglio sospirando i miei adorati libri di cucina e sogno di preparare le delizie che vedo…ma questi pensieri non si traducono più in azione! Anche ieri, mentre sfogliavo il libro di Cookaround, La cucina degli italiani, per cercare la ricetta della crema di oggi, contemplavo la selezione di dolci e pensavo a quanto sarebbe bello se qualcuno, in questo momento, cucinasse per me i canestrelli, o la torta alla ricotta, o magari una bella mousse. Ma nemmeno per un attimo mi ha sfiorato l’idea di fiondarmi in cucina a prepararmeli da sola!

Poi, però, ho letto queste parole, nel blog di un amico scrittore, in un post intitolato “Perché muore un blog” : “Un blog muore per inedia, di norma.
Qualcuno, gente di carattere, a un certo punto pone fine all'agonia staccando la spina con un colpo secco.
Altri, sentimentali dal cuore di marzapane, come il sottoscritto, non se la sentono di ricorrere all'eutanasia, e ne contemplano inerti lo stato comatoso per mesi o anni.
Perchè muore in blog? Per mille motivi diversi. (…)
”.

E mi è venuta voglia di dare un colpo di “defibrillatore” al mio blog, pubblicando una nuova ricetta. Perché quelle parole, così tremendamente calzanti anche al mio caso, mi hanno fatto male. Forse, dopo tutto, non sono ancora pronta a lasciarlo morire…ma ho bisogno anche del vostro aiuto!

Tanto per farvi un’idea della situazione del mio archivio: questa ricetta risale esattamente ad un anno fa. La crema proviene dal libro di cui sopra, l’idea di metterla in un rotolo di bisquit è, una volta tanto, esclusivamente mia.

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