domenica 31 ottobre 2010

I fruttini di Martorana (o pasta di mandorle o pasta reale)

In principio furono “I Morti”. Prima di Halloween, delle streghe, delle zucche e di tutte le altre novità importate dall’America, in Sicilia si festeggiavano I Morti, il 2 novembre.
La Festa dei Morti altro non è che la festa cristiana dedicata alla commemorazione dei defunti, cui si connette una tradizione estremamente viva nella cultura siciliana, almeno fino a qualche anno fa, fatta di dolci tipici (fruttini di martorana, pupi di zucchero, ossa dei morti…), regali ai bambini, fiere, mercatini ed, infine, visite al cimitero. Le origini della festa probabilmente risalgono a prima del cristianesimo e discendono dai culti pagani dei defunti.
La tradizione popolare ha fatto dei “Morti” entità benevole che portano dolci e giocattoli ai bambini, a condizione che siano stati buoni. Ai “monelli” non viene portato nulla. O peggio, carbone.
Un po’ come accade a Natale, solo che la Festa dei Morti è venuta molto, ma molto prima.
In questa pagina, troverete una bellissima descrizione della festa, scritta da Giuseppe Pitrè, il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane.

Nella mia famiglia, i regali non arrivavano tutti gli anni, ma non sono mai mancati i fruttini di martorana (il cui nome deriva dai dolci di marzapane, a forma di frutta, che venivano preparati dalle suore del convento della Martorana), che mia madre preparava in casa, sotto il mio sguardo estatico.
E’ una tradizione cui sono molto legata, una delle cose che più ho amato condividere con mia madre durante l’infanzia; ogni anno mi sembrava una sorta di magia… Da quando mi sono sposata, non li avevo più preparati, ma quest’anno ho voluto rifarli, insieme a lei, ovviamente. E così, ho comprato tutti gli ingredienti, sono andata a casa sua, abbiamo tirato fuori le formine di gesso (mi dicono che adesso, per questioni di igiene, le stiano facendo di silicone…beh, mi dispiace, ma non mi convertirò mai al silicone! le formine di gesso sono una parte fondamentale della tradizione…) e ci siamo messe al lavoro.

fruttini_s

La ricetta di mia madre, tramandata dalla sua bisnonna, è talmente segreta che ho dovuto faticare per convincerla a lasciarmela pubblicare (e lo so che se adesso googlassi “pasta di mandorle ricetta” probabilmente ci troverei anche la mia, ma lasciatemi, anzi lasciateCI credere che sia ancora un segreto…). Si, perchè la nostra pasta reale (o pasta di mandorle) è completamente diversa, per ingredienti e preparazione, da quella diffusa in tutto il resto della città, preparata dai pasticceri e venduta un po’ dappertutto. La nostra prevede una lavorazione a caldo, che parte da uno sciroppo di zucchero, mentre la classica pasta reale viene lavorata a freddo, mescolando la farina di mandorle con glucosio, zucchero a velo, in alcuni casi albume d’uovo, ed aromi vari.  Inoltre, in casa mia la pasta viene lavorata poco, rinunciando, forse, alla perfezione estetica a vantaggio del gusto. Il risultato finale per me è totalmente diverso da qualsiasi altro mai assaggiato. La nostra pasta di mandorle è una pasta granulosa ed aromatica, molto dolce, certo, ma con un intenso sapore di mandorle; l’altra è liscia e compatta, eccessivamente “perfetta” (i maligni la associano al gesso, o al pongo…ma non io! io dico solo che è diversa…) e, secondo me, poco profumata. Ma si sa, i gusti son gusti ed ognuno è affezionato alla propria tradizione familiare!

Mentre facevo un tuffo nel passato, preparando questi dolcetti, ho tentato di fare qualche foto del procedimento (non sono delle belle foto, ma c’era una pessima luce, mia madre adora la luce soffusa e le abatjour!!!) . E spero, un giorno, di poter condividere questa tradizione con i miei figli, anche se il mondo di oggi è totalmente diverso e Halloween sta soppiantando, nel cuore dei più piccoli, la vetusta tradizione dei Morti.
Intanto, la condivido con voi.

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lunedì 25 ottobre 2010

Algerini

No, tranquilli, non sto per parlarvi degli abitanti dell’Algeria, ma di biscotti!

Si, perché da noi a Palermo, con il nome “algerini” vengono indicati dei biscotti rotondi, dai bordi smerlati, fatti di una pasta “simile” alla frolla (eppure completamente diversa, quanto a sapore e consistenza) e ricoperti da una spessa coltre di zucchero a velo.
Per me sono il “comfort food” per eccellenza (…fa un po’ strano parlare di “comfort food” riferendosi ad un cibo deicsamente povero, popolare direi); si, insomma, per me sanno di casa, sanno di buono, sanno di domeniche dai nonni, sanno di cappotti irrimediabilmente imbiancati dalla loro polvere zuccherina, sanno di dita leccate furtivamente per gustare fino all’ultimo pizzico di dolcezza, sanno di infanzia e di semplicità. Come ha scritto qualcuna di voi, di recente, sono le “mie madeleines”.

algerini_s

Purtroppo, da foodblogger negligente quale spesso sono, non so narrarvi la storia di questi biscotti o l’origine del loro nome così particolare (se qualcuno ne sapesse più di me sarei lieta di approfondire..). Posso solo dirvi che, insieme ai biscotti regina, che ho pubblicato qui, sono tra i biscotti più diffusi nella mia città. Li potete trovare quotidianamente in qualsiasi panificio ed in moltissime pasticcerie.

Prepararli è facilissimo, piacciono praticamente a tutti e si mantengono fragranti davvero a lungo. Se ben conservati, in un vaso di vetro ermetico, o in una scatola di latta, ancora dopo una settimana sono ottimi (più a lungo non son mai durati, quindi non so dirvi…).
Confezionati in una graziosa scatola, diventano un simpatico dono da portare quando si va trovare un’amico/a (questa volta, li ho preparati per la neo mamma di una deliziosa bambina, F.). Sono ottimi da soli, o con il tè, il caffè, il latte o il cappuccino, spalmati di nutella o di marmellata (di limoni la mia preferita)…insomma sono dei biscotti ottimi in ogni occasione!
Vi ho fatto venire un po’ voglia di provarli?? Se si, eccovi la ricetta, che a me ha dato la mia preziosa collega P.

Un’ultima cosa: vi suggerisco di resistere alla tentazione di apportare modifiche agli ingredienti e di provarli nella versione originale, usando sia lo strutto che l’ammoniaca. Solo così otterrete il sapore e la consistenza “giusti”. Utilizzare il burro, o il lievito, cambierebbe completamente il risultato.

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mercoledì 20 ottobre 2010

Risotto con fiori di zucca, alici e mozzarella

Ricetta di…Moscerino!

L’altro giorno, avevo comprato tutto l’occorrente per dei succulenti fiori di zucca “alla romana”, ossia ripieni di alici e mozzarella e fritti in una soffice pastella. Non viene l’acquolina solo a sentirne parlare? Solo che poi, tornata a casa, mi sentivo davvero stanca; in più la mia bilancia mostra numeri mai raggiunti prima, il che, se ancora non mi manda nel panico, certamente desta qualche preoccupazione, così ho deciso di lasciar perdere la frittura. Mi restavano però quei fiori di zucca e non sapevo come cucinarli.
Poi, ho avuto un’illuminazione: perchè non convertire il ripieno in un condimento? Restava un solo dubbio: pasta normale, lasagne, o riso? Ho scartato la pasta perché temevo che il condimento non fosse abbastanza avvolgente, nonostante la mozzarella. Le lasagne le ho escluse, perché avrebbero richiesto della besciamella e non volevo che quest’ultima coprisse il sapore che avevo in mente. Dunque, è stato riso. Questo riso.
 
risotto_fiorizucca_alici_mozzarella_s
 
D’accordo, magari non sarà la scoperta del secolo, e scommetto che qualcun altro ci avrà pensato, ma lì per lì mi è parsa un’idea geniale. Ed è piacevole ogni tanto non dover dire “la ricetta originale è di…”.
E tra l’altro, per essere una ricetta improvvisata, era davvero buonissima. Mi dispiace solo non aver appuntato esattamente la quantità di fiori di zucca usati (ho contato i pistilli per cercare di determinarla a posteriori!!).
Suggerirei soltanto di aumentare la quantità di acciughe; ne ho messe poche per prudenza, ma avrebbero potuto sentirsi di più. Oppure, perchè non provare con la colatura di alici?
Come vedete, sono arsa da “sacro fuoco culinario”; altro che una ricetta al mese, ne ho pubblicate tre in meno di due settimane, ne ho trovate almeno altrettante in archivio che voglio assolutamente proporvi e cucino cose nuove in modo quasi compulsivo!!
Ma io sono fatta così. O sono iper entusiasta, o mollo del tutto. Non conosco le mezze misure. Ed infatti, mi ha stupito e compiaciuto constatare che, sebbene a fasi alterne, questo blog esiste da ormai tre anni (mi sono dimenticata il comple-blog...)! Non credevo avrei resistito tanto.
NOTA: Con questo risotto partecipo alla raccolta di Ricette con la zucca del blog “Non tollero il lattosio”.

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lunedì 18 ottobre 2010

Chocolate Chips Muffin…Rosa

Appena prima che la giornata sia finita, pubblico anch’io una ricetta in tema rosa , improvvisata in fretta e furia per poter allungare di un altro pezzettino il nostro virtuale Nastro Rosa, dedicato alla omonima campagna per la "prevenzione" del tumore al seno, per contribuire a colorare di rosa il web, perché il mese della prevenzione non passi inosservato.
Perché la prevenzione salva la vita; perché la prevenzione è fatta di tante piccole cose: dal volersi più bene, cercando di seguire uno stile di vita sano, al sottoporsi a controlli regolari, perché “la diagnosi precoce è l’arma più efficace che le donne hanno per sconfiggere il tumore”.

E, permettetemi di andare un po’ fuori tema, questo vale per tutti i tumori. Quindi, mentre vi ricordate che ottobre è il mese della prevenzione per il tumore al seno, potreste anche segnarvi in agenda qualcun altro dei controlli raccomandati per la prevenzione delle malattie tumorali. Perché la diagnosi precoce può salvare molte vite, e perché –purtroppo- non è vero che queste cose capitano solo "agli “altri”.

Insomma, non pretendo di trovare, in dieci minuti, le parole adatte per un argomento cos'ì importante. Lascio questo compito a chi sa farlo meglio di me. Troverete tutto quel che occorre sapere sul sito Nastro Rosa e su quello della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

muffin_rosa_s

Sotto la panna colorata di rosa, ci sono dei semplicissimi muffin con gocce di cioccolato. La ricetta è tratta dal solito libro, da cui ho preso le ultime ricette di muffin. Mi soffermo sulla ricetta quel tanto che basta per dirvi che sono davvero sorprendenti. Diversi da tutti gli altri muffin con gocce di cioccolato che abbia mai preparato. Provare per credere.
La decorazione è quella che è, scusatemi, andavo di fretta. Volevo solo esserci anch’io.

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sabato 16 ottobre 2010

Chocolate Thumbprints (by Martha Stewart)

Meglio noti come “i biscotti al cioccolato più buoni del mondo”. La ricetta di Martha Stewart la trovate qui. La ricetta con le dosi convertite la trovate un po’ ovunque.

Chocolate_Thumbprints

Come noterete, mi sono lasciata convincere da voi che valga la pena anche riproporre una ricetta già vista. Ho molto apprezzato tutti coloro che hanno scritto che un blog non è fatto solo dalle ricette, più o meno nuove, ma anche e soprattutto da chi le descrive, aggiungendoci qualcosa di personale.

Questo mi ha fatto riflettere sul mio modo di scrivere. Quando condivido le ricette su questo spazio, o commento le vostre, mi sembra di tornare bambina, anzi diciamo adolescente. E’ tutto un continuo entusiasmarmi, mettere puntini di sospensione e punti esclamativi, “andare in brodo di giuggiole” per questa o quella ricetta...insomma, sarà la “sindrome da diario segreto” (adoravo tenerli, e metterci tutto il dovuto corredo di cuoricini, puntini, disegnini, ecc.), ma quando rileggo i miei scritti a distanza di tempo penso che, agli occhi degli altri, io debba sembrare una sciocchina. E mi vergnogno come una ladra.
Eppure, Moscerino è fatta così. Non nego che io, nella vita reale, sia un po’ così, però diciamo che, ordinariamente, sono ben più controllata. Insomma Moscerino è un alter ego; sono io e non sono io. E’ la Me che non deve preoccuparsi di come possa apparire agli occhi degli altri, la Me che può concedersi di restare sempre un po’ bambina (chiari sintomi di “sindrome di Peter Pan”?). Per questo, però, finisco per tenere Moscerino ben separata dalla vera me. Il che significa, principalmente, non parlare quasi mai del mio blog. Raramente tra le mie frequentazioni dico di averne uno, o invito a visitarlo. Arrossisco solo all’idea che certe persone, che mi vedono così seria e posata, leggano quello che scrive la mia “altra me”.
Di recente, però, è capitato che la mia collega P. abbia indicato il mio blog ad un’altra persona, la quale, poi, gliene ne ha parlato in toni lusinghieri. Dovrei essere felice. Ma, sotto sotto, spero di non conoscere mai quella persona!

Dite che sono pazza?? Beh, può darsi…del resto non lo siamo un po’ tutti noi food bloggers? Chi di noi non è stato oggetto degli sguardi attoniti dei vicini di casa mentre, muniti di cavalletto, macchina fotografica, specchi, diffusori, tovagliette, cartoncini, piatti, posate, ci contorcevamo sul balcone, o davanti alla finestra, nel tentativo di catturare l’immagine perfetta di…un biscotto? (Di fronte casa mia, per ora, ci sono dei lavori di ristrutturazione…non vi dico come mi guardino gli operai…e ricordo ancora lo sguardo di mia zia, mentre mio padre tentava di spiegarle in che consistesse il mio blog…povera donna, si sta ancora chiedendo perchè debba mostrare su internet, a perfetti estranei, quello che ho cucinato).

Va beh, adesso che vi ho bersagliato con i miei pensieri sconclusionati, torniamo a parlare di cucina. Questi biscottini,direi piuttosto pasticcini, sono un tripudio di cioccolato che avrete visto un po’ ovunque in rete. Ma desideravo da troppo tempo prepararli. E finalmente mi sono decisa, soprattutto per poter provare un nuovo gadget da cucina, regalatomi dalla mia collega P., una “penna per decorare”. Si tratta di un piccolo contenitore in silicone con beccucci intercambiabili, decisamente più comodo della tasca da pasticcere per piccole quantità (avete mai provato a mettere tipo due cucchiai di crema in un sac à poche?), e più pratico del famigerato conetto di carta forno per chi, come me, ha scarsa manualità. In questo caso, l’ho utilizzata per riempire di crema i biscottini senza sbavature. Ma non vedo l’ora di provarla per vere e proprie decorazioni. Credo sia ufficialmente divenuto il mio attrezzo preferito!

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domenica 10 ottobre 2010

Muffin al limone e semi di papavero

Quando ho preso in mano la macchina per fotografare questi muffin a stento ricordavo come si facesse. Molti mesi sono passati dall’ultima volta che ho fotografato del cibo. Ma è bastato poco per riprendere confidenza con gli sfondi, le tovagliette, il set e tutti gli altri dettagli che occorrno a noi food bloggers per immortalare le nostre ricette.E confesso di essermi proprio divertita.

In molti siete passati da qui sperando di trovare una nuova ricetta, chiedendo a gran voce il mio ritorno. Vi ringrazio per l’affetto. E ringrazio anche coloro che, passando da qui per la prima volta, hanno espresso apprezzamento per il mio blog, promettendo di diventarne sostenitori. Mi dispiace aver deluso le vostre aspettative e non aver ricambiato le vostre gentili visite.

La verità è che mi manca l’ispirazione. La gravità della crisi l’ho compresa solo recentemente quando, dovendo preparare una torta di compleanno, ho scoperto di non avere NESSUNA IDEA. Io che, di solito, avevo liste infinite di dolci da provare! Non solo non ne trovavo nessuna degna di essere fotografata, addirittura non me ne veniva in mente nessuna che mi venisse voglia di preparare!

Mi sembra che sia tutto già visto, già cucinato, già fotografato, meglio di quanto potrei fare io. Insomma, c’è davvero bisogno di un ennesimo sito che riproponga, con maggiori o minori personalizzazioni, ricette che comunque si trovano in altri blog, o libri o ricettari vari? Eppure…già, eppure. Eppure quelle pubblicate qui sono, in qualche modo, anche le mie ricette. Io le ho scelte, preparate con amore, fotografate, commentate. Questo non le rende un po’ mie? E questo sito cos’è se non il mio personale ricettario virtuale? Le nostre madri e le nostre nonne avevano i loro quaderni. Io ho il mio blog. E quando lo “sfoglio” mi meraviglio sempre pensando a cosa sono stata capace di fare, a quanti progressi abbia fatto. Queste mi sembrano ottime ragioni per andare avanti, perciò cercherò di essere più diligente d’ora in avanti.

Che ne dite se iniziamo con una ricetta al mese? Vorrei fare alla settimana, ma non credo di farcela. Devo rimettermi in pari perchè, vedete, sono caduta in una sorta di circolo vizioso. Meno tempo dedicato alla cucina ed al blog equivale a meno tempo speso nella consultazione di blog (i vostri ovviamente, oltre a quelli più blasonati), libri o riviste di cucina da cui trarre nuove idee, il che equivale a minore ispirazione, che riduce ulteriormente la qualità e quantità del tempo dedicato alla cucina. Insomma, una ricetta al mese mi pare un programma fattibile per il momento. Spero di incrementare il ritmo presto.

Intanto, cominciamo con quella di oggi. Ancora muffin, tratti dallo stesso libro dell’ultima volta, “Muffin”, per l’appunto. Questi sono molto molto limonosi. Perfetti per me. E i pezzetti di pera che ci sono dentro, con la loro dolcezza, creano un inatteso contrasto. Sono deliziosi. Vorrei solo poterli fare più spesso, ma mio marito non apprezza i dolci al limone ed io fatico a consumarli prima che diventino cattivi. Dovrei trovare volontari disposti ad aiutarmi a finirli!

Muffin_limone_s

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