domenica 25 gennaio 2009

Treccine con lo zucchero

Forse avrete notato che ultimamente ho pubblicato un bel po' di ricette siciliane, sicchè mi sembra un buon momento per postare questa ricetta, di un dolce da forno (inteso come panificio..) tipico nella mia città, la treccina con lo zucchero. Si tratta di una sorta di incrocio tra un panino morbido ed una briochina, coperta di zucchero semolato (che si sparge per ogni dove mentre si mangia), a volte arricchita con uvetta, che si trova in tutti i panifici delle mie parti e che mia madre mi comprava come merenda per la scuola o come spuntino pomeridiano. E' uno dei pochi dolci che mi fossero permessi con una certa frequenza da piccola, proprio per la sua semplicità e dopo tanti anni non mi ha ancora stancata. Perciò, appena la solita, straordinaria, Paoletta, di Anice e Cannella, ne ha pubblicato la ricetta, ho subito deciso di provarla. Ed è stato un tuffo nel passato...forse non sono proprio identiche alle originali, ma molto molto simili.

Le ho rifatte due o tre volte, a distanza di pochissimo tempo, ma ogni volta le foto subivano incidenti (smarrite, dimenticate, buie...)! Così mi è rimasta solo questa, del primo tentativo, in realtà non perfettamente riuscito, perchè avevo conservato le treccine nel sacchetto di plastica quando erano ancora troppo calde e parte dello zucchero si è sciolta creando quella superficie un po' ruvida....Devo quindi avvertirvi che l'aspetto dovrebbe essere diverso (potete vedere quelle di Paoletta qui), una superficie bella liscia e lucida, cosparsa di zucchero semolato.

La treccina che vedete in secondo piano, con le macchioline scure, è stata ricoperta di scagliette di cioccolata fondente prima di essere infornata. E' una variante suggeritami da mio marito, di solito, come vi dicevo sopra, le treccine sono con il semplice zucchero o con l'uva passa, ma il cioccolato è un'originale e piacevole alternativa.

Treccine_s

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sabato 17 gennaio 2009

PanBrioche al cioccolato

Dopo l'overdose di dolci calorici ed elaborati che ho preparato durante le feste, avevo voglia di qualcosa di semplice e buono per la colazione. Infatti, per quanto adori dolci e biscotti, a colazione prediligo cose molto semplici, e più di tutto qualche bella fetta di morbido pancarrè o panbrioche spalmato di marmellata di mirtilli neri. Mentre guardavo tra le ricette salvate sul mio pc, mi sono capitate sotto mano quelle di Paoletta (ormai mio punto di riferimento imprescindibile quando si parla di lievitati) del panbrioche all'olio e del pancarrè allo yogurt. Mentre cercavo di sceglierne una, controllavo la dispensa per assicurarmi di avere tutto il necessario. Ad un tratto, prendendo la farina manitoba, ho notato, in un angolino della confezione, proprio una ricetta di panbrioche. L'ho letta attentamente ed ho subito deciso che faceva proprio al caso mio, perchè -a differenza di quelle pubblicate da Paoletta- prevedeva un impasto "diretto" (ossia non preceduto dalla preparazione di lievitini, poolish o "bighe").
Ora non fate quelle facce, lo so bene che gli impasti in due fasi hanno una resa migliore e si mantengono fragranti per diversi giorni, ma io non ho quasi mai la pazienza o il tempo necessari per prepararli...che ci posso fare? Preferisco vedere il risultato della mia fatica nella stessa giornata e senza dovermi alzare all'alba! E dunque la scelta è caduta sulla ricetta trovata sulla farina, integrata, però, con alcuni piccoli trucchi ed accorgimenti che ho imparato proprio grazie a Paoletta. Anche la forma, quella bella treccia che vedete in foto, l'ho appresa sul suo blog. Ho ottenuto un pan brioche favoloso, morbidissimo, che, grazie ad un piccolo trucco che vi dirò nella spiegazione, si è conservato così per 2 giorni (non so se avrebbe resistito di più...al terzo giorno era stato spazzolato via tutto!).

panbrioche_s

Con queste dosi io ho ottenuto due trecce, cotte in stampi da plum cake (ne ho due diversi, uno stretto e lungo circa 30 cm ed uno più corto e leggermente più largo, ma credo che come capienza si equivalgano..).

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sabato 10 gennaio 2009

Torta Savoia

Proseguo con la carrellata dei dolci che ho preparato durante queste feste; questa torta l'ho portata alla cena della vigilia insieme alle sfince del post precedente. Così ho accontentato sia gli amanti della ricotta (R. ed io), sia gli amanti del cioccolato (S. -il cui dolce preferito è proprio la torta savoia- ed ancora.....io!).

Qui a Palermo la torta Savoia si trova in tutte le pasticcerie ed è molto diffusa; credo faccia parte della tradizione siciliana, ma devo dire che non lo so con certezza. Ho anche provato a cercare con google la storia della torta Savoia, ma non è venuto fuori nulla di interessante. Comunque, anche Wikipedia la include tra i dolci tipici di Palermo. Sono certa che tra voi ci sarà chi conosce questa storia, quindi vi invito a raccontarmi ciò che sapete su questa torta; io sono una curiosa e mi piace scoprire aneddoti sull'origine delle ricette più famose!

Savoia_s

La ricetta l'ho trovata sul forum di Gennarino, corredata da immagini delle varie fasi dell'esecuzione. La trovate qui
Realizzarla richiede un lungo lungo lavoro, ma ne vale la pena! Come sempre mi accade con le glasse, ho avuto problemi nel ricoprire la torta; non sono particolarmente brava a far colare le glasse sulle torte. Peraltro, la ricetta suggeriva di rifilare i bordi prima di rivestirla; io non l'ho fatto perchè i miei dischi di pan di spagna sembravano abbastanza regolari, ma è stato uno sbaglio. Ritagliare i bordi serve a renderli perfettamente lisci e omogenei, facilitando il compito di rendere uniforme la copertura. Benché, in definitiva, non fosse esteticamente ineccepibile, ha ricosso un grandissimo ed inatteso successo. Mi è stato persino chiesto di rifarla....ed intendo farlo (per te S. questo ed altro!), appena se ne presenterà l'occasione.

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giovedì 1 gennaio 2009

Sfinci (o sfince, spinci, sfingi...) di San Giuseppe

Ok, ok, sono parecchio in anticipo se consideriamo che la festa di S. Giuseppe cade il 19 marzo, ma qui da noi ormai questi dolci si mangiano tutto l'anno, specie nella versione "mignon". Io le ho preparate la sera della vigilia di Natale, con somma gioia di tutti i parenti!

Sfince1_s

Le sfince o sfinci sono i dolci caratteristici che si mangiano a Palermo per la festa di San Giuseppe. Le diverse etimologie proposte per il loro nome indicano la somiglianza con una spugna, dal latino "spongia", che a sua volta deriva dal greco “sfoggia”. Molti però fanno derivare il vocabolo dall'arabo "sfang" col quale viene indicata una frittella di pasta addolcita con il miele.

Ed in effetti, si tratta di un particolare tipo di frittella, ossia un dolce fatto a base di pastella fritta in abbondante olio o strutto caldo. L’estro dei nostri pasticcieri ha nei secoli trasformato questa semplice frittella in un dolce prelibato, dedicandola al Santo protettore degli umili: come umili sono i suoi ingredienti.

La particolare lavorazione dell'impasto, analoga a quella della pasta choux, consente a questo di gonfiarsi in cottura, rendendo le sfince soffici, dorate e vuote all'interno. Il segreto e la difficoltà di questi dolci risiede interamente nella frittura, che deve avvenire nello strutto e ad una temperatura non tanto alta da farle bruciare senza gonfiarsi, ma nemmeno tanto bassa da far assorbire troppo grasso alle "sfinci".

A dispetto di quanto si possa credere, la frittura nello strutto si rivela addirittura migliore di quella nell'olio, poichè lo strutto non conferisce alcun sapore al cibo, ha una buona resistenza al calore e non viene assorbito dagli impasti, che rimangono asciutti, soffici e leggeri. L'importante, è sostituirlo ad ogni frittura. Unico, ma pesante, effetto collaterale: LA PUZZA!!! L'odore (per nulla gradevole, vi assicuro) che sprigiona lo strutto friggendo ha il potere di invadere tutta la casa (anche se chiudete le porte) e di impregnarla per giorni! A me è toccato pulire la cucina da cima a fondo (piastrelle comprese) per rimuovere ogni più piccola traccia di unto maleodorante e poi accendere per ore la mia nuova lampada berger per depurare l'aria di casa! Ma ne è valsa la pena.....io sono una inguaribile golosa, ma credo che questi siano tra i miei dolci preferiti in assoluto.

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