giovedì 31 gennaio 2008

Risotto pere e vodka

Questo risotto qui l'ho fatto oggi a pranzo; doveva essere per un'amica (che, per dirvela tutta, mi ha proprio suggerito l'abbinamento pere-vodka!), che poi è stata colpita all'ultimo momento dall'influenza...ma io il risotto l'ho fatto lo stesso ed è strepitoso! Ero convinta che il taleggio coprisse il sapore delle pere e della vodka, ma invece si sentiva tutto al punto giusto.
Io ho messo anche del pepe rosa in salamoia; da qualche parte avevo letto che si possono usare le bacche di ginepro, ma io non ne avevo ed in ogni caso non le amo, hanno un profumo troppo invadente per i miei gusti. Il pepe, invece, usato con moderazione (nella foto è tanto per esigenze coreografiche), mi è piaciuto molto.

risotto pere e vodka

Ingredienti:

250 g di riso arborio
1,5 l (circa) di brodo vegetale leggero
mezza cipolla dorata o un cipollotto fresco
2 pere sode (erano medio-piccole)
2 cucchiaini scarsi di pepe rosa in salamoia
mezzo bicchiere di vodka liscia (più un po' da aggiungere alla fine)
100 g di taleggio (peso netto, già privato della "buccia")
olio, una noce di burro, sale

Preparazione:

In questo risotto, secondo me, è essenziale usare un brodo molto delicato, affinchè non prevarichi gli altri sapori; anzi, sono sicura che se lo preparasse un...non so Gualtiero Marchesi, lo farebbe con della semplice acqua bollente. Io ho usato il brodo. Che il brodo debba essere leggero significa due cose, a seconda che usiare un brodo pronto (dado o granulare) o ve lo prepariate voi. Nel primo caso, usate meno dado o preparato granulare di quanto consigliato sulle confezioni (diciamo per tutto il brodo un solo dosatore); nel secondo caso, non fate cuocere troppo il vostro brodo, in modo che rimanga più chiaro e leggero. Le pere (nel link troverete delle brevi notizie interessanti sulle caratteristiche dei vari tipi di pere) devono essere sode, ma non acerbe, altrimenti avrebbero poco sapore; ideali sarebbero le Kaiser, io ho usato delle buone decane; sconsiglio le abate, perchè è difficile trovarle al giusto punto di maturazione e secondo me tendono ad essere troppo "legnose" quando non sono mature.
Preparate il brodo. Lavate le pere, lasciatene un grosso spicchio con la buccia, che userete per la decorazione, il resto sbucciatele; tagliatele a fettine sottili. Non fate questa operazione con troppo anticipo, altrimenti si anneriranno.
In una casseruola larga e bassa mettete un cucchiaio di olio, una noce di burro e la cipolla tritata; fatela soffriggere poco, finchè non diventa trasparente ed inizia a "sudare", quindi unite il riso. Fatelo tostare per un paio di minuti, poi sfumate con mezzo bicchiere scarso di vodka (non fredda, il risotto odia gli shock termici!) e lasciatela evaporare, mescolando delicatamente. A questo punto bagnate con un mestolo di brodo, unite metà delle pere, e aggiungete un altro mestolo di brodo; in questa prima fase (diciamo per i primi 5 minuti di cottura) mescolate poco. Continuate la cottura aggiungendo man mano altro brodo e mescolando continuamente con un cucchiaio di legno (ci sono diverse scuole di pensiero sul mescolare il risotto, io trovo che mescolando spesso venga assai più cremoso); dopo circa 5 minuti unite le restanti pere (così cuoceranno meno e si sentirà di più il loro sapore). Per i tempi di cottura regolatevi con quanto indicato sulla confezione del riso, ma assaggiatelo spesso alla fine e aggiungete il brodo a poco a poco e solo quando il precedente si sarà assorbito; eviterete, così, di ritrovarvi con il riso cotto e tanto brodo ancora che deve asciugarsi. Regolate di sale, unite il pepe rosa e poi spegnete il fuoco. A questo punto, unite due cucchiai di vodka e il taleggio tagliato a piccoli pezzi, e mescolate fino a che si sarà sciolto. Ci vorranno circa 2 minuti. Servite il risotto immediatamente, caldo e cremoso, in piatti piani (io preferisco così) in cui avrete disposto delle fettine di pera a ventaglio. 

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mercoledì 30 gennaio 2008

Spaghetti al ragù di capone (con una "p", che poi è un pesce...) profumato allo zafferano!

Devo premettere che questa ricetta è un po' fuori stagione! infatti, il capone, che in altre parti d'Italia ho scoperto essere noto con il nome di "lampuga" (che potete vedere qui), è un pesce azzurro, che vive in acque profonde ed il cui periodo ideale (almeno qui da noi) si aggira tra agosto e settembre-ottobre, dopo di che scompare dai banchi dei pescivendoli. So anche che è un pesce diffuso solo nelle zone tirreniche e poco conosciuto dalle altre parti. E questo anche perchè è un pesce che, più degli altri, deve essere consumato freschissimo ("vivo", come si dice qui!).
Tuttavia, il capone può essere egregiamente sostituito con altri pesci azzurri dal sapore intenso e dalle carni ricche, ad esempio degli sgombri; perciò ho pensato di potervi proporre la ricetta.
Tornando al capone (o lampuga), le sue carni sono leggermente grasse, ma saporite ed adatte ad essere preparate in molti modi: arrostite, fritte, previa marinatura con l'aceto, in umido e, come in questo caso, nei sughi. Ho scoperto che esistono diverse scuole di pensiero a proposito delle pezzature migliori. Ad esempio, nella mia famiglia, si sono sempre consumati quelli più piccoli, al principio della stagione, perchè più magri e delicati, ma inadatti a certe preparazioni. Altrove (in particolare dal mio pescivendolo, il quale è piuttosto famoso e pare che se ne intenda) si prediligono gli esemplari più grandi (attorno ad 1 kg), da fare a tranci o a filetti, a seconda degli usi previsti.
Con il filetto della coda di uno di questi grandi esemplari, io ho preparato questo ragù, nato per 2 persone ma che sarebbe stato sufficiente per almeno 3 persone, dato che ce lo siamo ritrovato anche per cena!
(scusate per la foto, erano i miei primi tentativi autonomi -vale a dire senza i suggerimenti di mio marito- di fotografia!)

spaghetti ragù di capone

Ingredienti:

per il ragù:
300 g di filetto di capone (la parte della coda)
500 g di pomodori
un cucchiaino di curry (mezzo se avete quello forte)
mezza bustina di zafferano
mezza cipolla rossa di tropea
mezzo bicchiere di vino bianco
la scorza grattugiata di un limone
prezzemolo tritato
olio, sale

per la pasta (per 3 persone):
300 g di spaghetti
mezza bustina di zafferano

Preparazione:

Riducete a cubetti il filetto di capone, dopo averlo privato di tutte le lische. Lavate anche i pomodori, privateli della pelle e dei semi interni e tagliateli a piccoli dadini. Tritate la cipolla.
In una padella scaldate 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, soffriggete la cipolla per un paio di minuti, poi unite il capone; fatelo soffriggere bene, poi sfumate con il vino, lasciatelo evaporare ed unite i pomodori. Salate, aggiungete il curry e cuocete a fuoco moderato per circa 8-10 minuti. A metà cottura unite lo zafferano.
Nel frattempo cuocete la pasta in abbondante acqua salata in cui avrete disciolto la restante mezza bustina di zafferano. Se il ragù durante la cottura dovesse asciugarsi troppo allungatelo con poca acqua di cottura della pasta. Scolate gli spachetti al dente e fateli saltare nel sugo. Terminate con una manciata di prezzemolo tritato.

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martedì 29 gennaio 2008

Mondo Cibo: perchè no?

Molti di voi già sapranno di MONDO CIBO.

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E' un network che raduna tutti i blog che parlano di cibo e cucina, pubblicando una sintesi dei post più recenti di ciascuno.

E' una bella idea, che può ancora crescere e migliorare, perciò ho deciso di aderire anche io. Adesso vediamo se riesco a mettere il bannerino qui a fianco! ;-)
Aderire è facilissimo, basta mandare una mail a vgiulio@gmail.com con i dati del vostro blog richiesti sulla home page di mondo cibo (sono proprio pochi, giuro!). Se mandate anche un’immagine 60×60px sarà il vostro avatar.

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lunedì 28 gennaio 2008

You make my day award pure io!!!

Incredibile ma vero, Claudia mi ha voluto conferire questo premio; come ormai molti di voi sapranno, è un premio che si assegna a quelli tra i blog che seguiamo, di cui proprio non riusciamo a fare a meno, quelli che leggiamo ogni giorno e che sono sempre in grado di regalarci qualcosa, un'emozione, un sorriso, un'ispirazione, una marcia in più per cominciare/concludere la giornata.

Le regole del premio sono queste:

“Dai il premio a 10 persone che hanno un blog capace di trasmetterti gioia ed ispirazione, un blog che ti faccia sentire bene quando lo visiti. Fai sapere a queste persone di averlo vinto lasciando un commento sul loro blog. Attenzione: puoi vincerlo piu’ volte!”.

Giuro, non parlo per falsa modestia, ma davvero non mi sarei aspettata di essere nominata. Basta dare uno sguardo agli altri blog per capire che io non sono poi così brava in cucina; certo, ho fatto qualche cosa di particolarmente buono e magari (grazie al mio maritino-fotografo!) anche bello, ma ho fatto anche un sacco di mezzi disastri, e non sempre le cose mi riescono come vorrei e soprattutto, rispetto ad altri food-bloggers che amo, a me manca un po' la fantasia. Sono più che altro una buona esecutrice di ricette a cui mi piace aggiungere qualche cosa di mio se posso. Ma nonostante questo, so di essere cresciuta tantissimo nello spazio di pochi mesi grazie al blog (guardate le prime ricette che pubblicavo...e le prime foto...brrrrr) e vedo tante persone, ogni giorno di più, che mi seguono con assiduità e affetto. Questo vuol dire che il mio blog dà loro qualcosa... Magari è venuto fuori diverso da come me lo immaginavo eppure è una mia creatura, che "parla" un po' di "me" e che tanti hanno deciso di seguire.

Infine il premio di Claudia; che vuol dire che, tra tutti i blog che ci sono, il mio le dà quel qualcosa in più; ha scelto proprio il mio, ha scelto proprio...me!!

Adesso, la dura scelta tocca a me; ci ho pensato a lungo. Ci sono tantissimi blog che seguo quotidianamente, e tanti altri che vorrei aver il tempo di seguire; ce ne sono tantissimi in cui scambio chiacchiere ed opinioni con i padroni di casa; insomma, è difficile sceglierne dieci, perciò, proprio nello spirito dell'iniziativa, premettendo che ce ne sono molti di più che adoro, sceglierò proprio quelli che per me sono davvero "speciali". Per tutti vale una caratteristica in comune: le foto; si vedono tante belle foto nei nostri blog, ma le loro, secondo me, sono più che belle foto, sono foto che "parlano", che trasmettono qualcosa; sono uno step più in alto.

1) Bian, L'osso e la lisca: perchè è stata la mia Musa, perchè sta diventando un'amica, perchè il suo blog ha tutte le caratteristiche essenziali per attrarre, ma senza clamore, sottovoce e con inconfondibile gusto: semplicità, eleganza, creatività.

2) Cavoletto: lo so che glielo avranno già conferito mille volte, e so che lei un po' "bara", perchè la cucina e la gastronomia sono anche il suo lavoro, ma è indubbiamente brava, i suoi post mi fanno sempre sorridere e non posso smettere di ammirarla e di sperare di diventare un giorno brava come lei.

3) Loste, Una colica d'acqua: perchè prima di essere un bravo cuoco e food-blogger è uno scrittore, uno vero, di quelli che ti toccano il cuore anche con poche semplici parole; perchè adoro i suoi racconti di vita familiare (adesso voglio un po' bene anche io al suo "Spaccaball"...) e quel tocco di poesia che accompagna la creazione e la spiegazione di ogni ricetta.

4) Fior di Sale: perchè è stata tra i primi a darmi il benvenuto dopo il "trasloco" del blog, perchè i suoi posts (o lei??) sono un fiume in piena, perchè racconta sempre tante cose, perchè SA sempre tante cose, perchè studia e si documenta e condivide con noi non solo le sue ricette ma anche tutto il suo sapere; di cucina, di tradizioni gastronomiche, di forni (eh eh eh) di emozioni...

5) Comida de mama: perchè, anche se l'ho scoperta da poco, sento che è nato un affiatamento speciale; perchè è una di quelle persone che anche a distanza sanno trasmetterti qualcosa, perchè mi piace il suo modo di scrivere, perchè adoro la sua vita "avventurosa" in giro per il mondo, perchè ammiro la sua forza di donna e di madre; perchè si è tanto prodigata prima della mia partenza per New York per indicarmi dove andare, cosa vedere....;perchè il suo blog non è mai scontato, non è mai solo cucina, è qualcosa in più, anche lei è attenta, informata, curiosa, ricca.

6) Tuki, La ciliegina sulla torta: qui mi ripeterò, a proposito delle foto, ma le sue per me sono fonte di ammirazione continua; semplicemente perfette. non sembra quasi cibo vero; perchè ha diviso con me il segreto dei suoi sfondi, cambiando radicalmente la qualità delle mie foto; perchè le sue ricette sono sorprendenti, sofisticate e...non so, sublimi; perchè realizza ricette di grandi maestri e le riescono ancor più belle; perchè visitare il suo blog è come entrare in una gioielleria, o in una galleria d'arte: ogni cosa è un piccolo capolavoro di gusto e raffinatezza. Magari non posta spesso, ma io controllo tutti i giorni sperando di vedere qualcosa di nuovo.

7) Tulip, Conservare in frigo: perchè anche lei è uno dei primi blog che ho ammirato e seguito; mi piace tutto, le ricette che sceglie e come le spiega (con dovizia di particolari, perchè tutti possano realizzarle bene); perchè (come me) ha una passione per gli accessori da cucina e ce li mostra suscitando un po' di invidia e poi ci indica dove trovarli!; perchè è piena di iniziative, pensate ai suoi club, ai forum che legge e in cui scrive... e costituisce un punto di riferimento e di contatto per tanti bloggers sparsi per la rete.

8) Adina, e la sua cucina: perchè cucina meravigliosamente, fotografa benissimo (ma perchè tutti hanno una luce fantasitca a casa??? io cucino sempre la sera!!!), conosce talmente tante cose che....immaginavo avesse almeno il doppio degli anni che ha! e adesso che ho scoperto quanto è giovane so che...devo farne ancora tanta di strada! ma lei non si atteggia mai, parla di tutto e spiega tutto con grande modestia e semplicità.

9) Cocò, Sale e Pepe quanto basta: perchè anche lei è stata una delle mie prime scoperte, perchè condividiamo la professione e la passione, perchè mi piace il suo stile, riservata e un pochino seria forse, ma affettuosa e gentile dopo che si rompe il ghiaccio; perchè ha un sacco di fantasia; perchè sperimenta con i sapori; perchè ricerca i prodotti tipici e li utilizza in cucina e poi ce ne parla, per farceli conoscere; perchè ha sempre mille iniziative per riunire virtualmente i bloggers (la cena delle streghe, il pranzo delle feste...).

10) Nightfairy, La collina delle fate: perchè è davvero una fata, la fatina dei dolci, per me la regina incontrastata della decorazione; perchè le sue torte sono sempre sorprendenti, e bellissime, e fantasiose; perchè ci spiega tutto passo passo e divide i suoi segreti con noi; perchè se le chiedi un consiglio lei te ne da dieci; perchè da ogni animaletto di zucchero, da ogni biscotto, da ogni decorazione, traspare l'amore che lei mette nel prepararli.

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venerdì 25 gennaio 2008

Brioche dell'angelo

"Babbo Natale" mi ha potato la tanto desiderata planetaria, e mica una qualsiasi, il Kenwood Chef Titanium, perciò mi sa che tra un po' sentirete spesso parlare di brioches ed impasti lievitati....
Questo è stato il mio primo esperimento con la pasta da brioche e, in generale, con l'impastatrice nuova (ma adesso ci faccio proprio tutto, anche quello che prima facevo a mano...sto diventando pigra!!) ed è andato tutto come doveva! La brioche è venuta soffice ed è rimasta tale per un'intera settimana (chiusa in un sacchetto di plastica, di quelli per surgelare); forse me la sarei aspettata più profumata, ma l'essenza di mandorla non si sentiva più tanto a fine cottura. E' deliziosa da inzuppare nel cappuccino/tè/caffè/caffe e latte, o spalmata con la marmellata. Ho apprezzato questa ricetta anche perchè è molto leggera, infatti contiene poco burro rispetto alla media delle brioches (specie quelle francesi).

La ricetta è tratta dal Dizionario Enciclopedico de La Cucina Italiana che sta uscendo in questo periodo in edicola; in particolare, si trova alla lettera "B", nel secondo volume.

brioche dell'angelo

La ricetta prevedeva l'uso di mandorle a lamelle, ma io non avendole le ho sostituite con delle mandorle triturate grossolanamente.

Ingredienti: 

250 g di farina (io ho usato la manitoba) 
50 g di zucchero 
50 g di mandorle a lamelle
40 g di burro
30 g di lievito di birra
3 tuorli
una bustina di vanillina
una fialetta di essenza di mandorle
85 g di latte
sale 

burro fuso per spennellare
zucchero a velo per spolverizzare

Preparazione:

Sciogliete il lievito con 85 g di latte tiepido. Nella ciotola dell'impastatrice (o in una ciotola capiente) raccogliete la farina, lo zucchero, i tuorli, il burro fuso tiepido, un pizzico di sale, la vanillina e la fialetta di essenza di mandorle. Aggiungete il lievito sciolto nel latte e lavorate a lungo con la frusta a gancio (o a mano...) fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Copritelo con un canovaccio inumidito e lasciatelo lievitare al caldo per 1 ora e 30 minuti.
Preparate lo stampo imburrandolo con abbondante burro fuso e rivestendolo con circa 2/3 delle mandorle.
Trasferite l'impasto lievitato sulla spianatoia, lavoratelo brevemente e ricavatene 3 pezzi cui darete la forma di filoncini lunghi poco più dello stampo; uniteli ad un'estremità e procedete a realizzare una treccia. Adagiatela nello stampo, pennellatela con poco burro fuso, spolverizzatela di zucchero a velo e distribuitevi sopra le restanti mandorle. Coprite la brioche e lasciatela lievitare al caldo finchè gonfiandosi riempirà lo stampo (circa un'ora).
Preriscaldate il forno a 190°. Cuocete la brioche per circa 30 minuti (fate la prova dello stecchino). Lasciate raffreddare. Spolverizzate con zucchero a velo prima di servire.

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sabato 19 gennaio 2008

Soup a l'Oignon

Ovvero tutto quel che è sopravvissuto di una cena francese....o meglio delle foto di una cena francese! Tempo fa abbiamo organizzato una cena con un menù interamente ispirato alla Francia, che prevedeva: soup a l'oignon, fondue bourguignonne con varie salsine e crepes suzettes. Abbiamo anche scattato delle foto, ma a causa della luce davvero scarsa, quasi un lume di candela, sono riuscite malissimo e le uniche che siano venute (e anche piuttosto male...) sono quelle della zuppa che tra poco vedrete.
Riguardo al resto della cena, devo ammettere che fare la fonduta con gli amici è insolito e divertente; il fatto di essere attivamente coinvolti nella preparazione del proprio pasto, mettendo a cuocere i pezzetti di carne, scegliendo le salsette, e i vari "passami le patate", "ma vuoi solo quelle bollite?", "togli la tua forchettina dal mio pezzo di carne!", e "ma no! la numero due era la miaaa!", conferiscono un'atmosfera particolare alla cena, molto....non so come dire, conviviale credo sia la parola esatta!

soup a l'oignon

La ricetta per la zuppa l'ho trovata su Giallozafferano, dove ho scoperto che, a quanto pare, la famosa zuppa sia nata come piatto tradizionale toscano del '500, e che fu Caterina De' Medici a portarla in Francia, dove fu trasformata nella celeberrima "soup a l'oignon".

AGGIORNAMENTO: non l'avevo scritto perchè questo post era pronto da tempo in attesa di pubblicazione, ma mi sembra doveroso scrivere che...venerdì ho conosciuto Bian!!!! E' stato proprio piacevole, lei poi è un tesoro, forse un pochino diversa da come l'immaginavo ma è stata una sorpresa piacevole! E' stato bello incontrare un'altra spentolatrice, e dare un volto ad un personaggio virtuale per me così importante (il primo food-blog che ho scoperto e al quale mi sono ispirata...mica roba da poco! immaginate che onore??? :-D)! Chissà, magari ci ritroveremo a far la spesa insieme, ad andare a caccia di ingredienti strani... :-D

Ingredienti per 4 persone:

500 g di cipolle dorate (peso netto, di cipolle già pulite)
1,5 l di brodo di manzo (o di dado)
30 g di farina
1 cucchiaino di zucchero
30 g di burro
4 cucchiai di olio
sale, pepe nero di mulinello
12 fette di pane (baguette naturalmente!)

Per la gratinatura:

100 g di burro fuso
50 g di parmigiano reggiano grattugiato
50 g di gruyère grattugiato

Preparazione:

Tagliate le cipolle (dopo averle mondate) ad anelli sottilissimi. Ponetele in un tegame con il fondo spesso, insieme a 50 g di burro, 4 cucchiai di olio ed un cucchiaino di zucchero e fatele "sudare" a fiamma bassa, senza che prendano colore. Quando diventeranno appena bionde, spolveratele con la farina setacciata, mescolando con cura per qualche minuto (attenti a non far attaccare tutto, in questa fase è facile). Aggiungete il brodo bollente e fate cuocere circa 30 minuti sempre a fuoco moderato.
Nel frattempo, fate tostare il pane (ma non troppo, altrimenti resterà troppo croccante e non si legherà bene alla zuppa) e preriscaldate il forno a 250°.
QUando la zuppa sarà cotta, aggiustate di sale e pepe e versatela in zuppiere monoporzione che possano andare in forno; adagiate sulla superficie tre fette di pane per ciascun commensale e ricoprite con abbondante parmigiano e gruyère grattugiati; completate irrorando con il burro fuso. Ponete le zuppiere nel forno a 250° per circa 10 minuti, il tempo necessario affinché si formi una spessa crosticina dorata sulla superficie della zuppa. Servitela caldissima.

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lunedì 14 gennaio 2008

Pasticcio di paccheri...e pasticci natalizi

E ultimi, tardivi, strascichi di Natale...ovvero, la mia tavola delle feste, che avrei voluto mostrarvi per tempo e che invece vi faccio vedere solo adesso.
Lo sformato di paccheri fa parte del menù di una cena (rivelatasi purtroppo, fatta eccezione per questo sformato, del tutto disastrosa!!!) che abbiamo dato per un'amica torinese in prossimità del Natale. Il menù era ispirato quasi interamente dal numero di dicembre de "la Cucina Italiana". Come vi ho scritto poc'anzi, non vedrete altro di questa cena, perchè purtroppo è stata una di quelle serate dominate dalla legge di Murphy, secondo cui se qualcosa può andare storto, lo farà. E infatti, l'antipasto, un soufflè di zucca, si è sgonfiato nel tentativo di uscirlo dagli stampini usa e getta (e lo so che i soufflè non si sformano, ma io non avevo stampi in ceramica e dopo tanta fatica per adornare la tavola non volevo servirli negli stampini domo-pack!); il primo era questo qui, che era buono, ma non abbastanza caldo; ho calcolato male i tempi e per il secondo gli ospiti hanno aspettato un'eternità (perdonami Ale!!!); alla fine mi sono dovuta arrendere e l'ho servito prima che fosse gratinato a dovere -trattavasi di un filetto di maiale lardellato con pancetta e filetti di mandorla, che andava cotto in una sorta di cartoccio di carta forno, dal quale è uscito praticamente bollito, non certo croccante come appariva nella foto della rivista, per cui poi l'ho passato al grill...non abbastanza a lungo però! Sul dolce stendiamo un velo pietoso, doveva essere una mousse al cioccolato bianco e frutti di bosco, su una base di frolla al cioccolato e mandorle, frolla che è venuta pietrificata, dopo aver minacciato di sciogliersi nel forno..........
Beh, insomma, spero che a volte capiti anche a voi di combinare disastri, a me quella sera ne son capitate di tutti i colori e alla fine non sapete come mi sentivo depressa....ma alla fine ho deciso di raccontarvelo, per farci quattro risate! :-P

Adesso torniamo ai paccheri...

pasticcio di paccheri

Ingredienti (per 4 persone):

500 g di paccheri (meno di così il pasticcio veniva troppo piccolo)
una bustina di zafferano
600 g di polpa mista di maiale e manzo
100 g di salsiccia
2 carote
un gambo di sedano
una cipolla bianca
vino rosso
olio,sale,pepe
parmigiano reggiano
salsa di pomodoro (circa 66 cl)

Preparazione:

Se avete letto la rivista, avrete notato che le mie dosi sono diverse e che non ho aggiunto le verdure ulteriori (peperone, zucchina...) che comparivano nell'originale e che andavano unite dopo la cottura del ragù. Io ho fatto un ragù classico, del quale vi avverto le dosi sono approssimative, perchè se ne occupa mio marito e io non so mai cosa ci mette di preciso! VI dico però che la carne l'avevo comprata io ed è l'unica quantità di cui sono sicura, e devo anche dirvi che parte del ragù è avanzato.
Preparate un trito con sedano, carota e cipolla, scaldare l'olio in una casserula dal fondo spesso e soffriggete le verdure, poi rosolate anche la carne e la salsiccia privata del budello finchè non prendono colore; sfumate con il vino (anche bianco se preferite), aggiungete la passata di pomodoro, coprite e fate cuocere a fiamma bassa per circa un'ora e mezza. Verso la fine regolate di sale e di pepe. Trascorso il tempo di cottura, scolate la carne dal sugo, tenendolo da parte, e passate la carne con il frullatore ad immersione.
Cuocete i paccheri in abbondante acqua bollente salata e in cui avrete sciolto una bustina di zafferano (meglio se quello a fili, non la polvere!); lessateli poco per volta e scolateli al dente. Preparate l'anello di uno stampo a cerniera del diametro di 20 cm imburrandolo abbondantemente e disponetelo su una piastra coperta di carta forno. Con una tasca da pasticciere (o un cucchiaino) farcite i paccheri con la carne e disponeteli in piedi nello stampo. Spolverizzateli con il parmigiano ed infornate il pasticcio in forno caldo a 180° per 20 minuti. Fatelo raffreddare leggermente, poi fatelo scivolare su un piatto da portata e togliete delicatamente l'anello. Servite con il sugo (che avevate conservato) ben caldo, servito a parte.
Ecco, adesso vi faccio fare altre quattro risate: io che non ho avuto l'inventiva che ha avuto Fiordisale nel preparare il suo di pasticcio(e che non ho una pentola speciale per la pasta, di quelle con il cestello), ho patito non poco per non rompere i paccheri scolandoli, e per non scottarmi le dita mentre li riempivo. Altro probema: la mia tasca da pasticcere è esplosa, letteralmente, nello sforzo di far uscire la farcia....morale della favola, mentre la mia cucina pareva un campo di battaglia, alla fine i paccheri li abbiamo riempiti con il cucchiaino, mio marito li teneva dritti e io li farcivo, cercando di non far crollare tutto il precario equilibrio...già perchè non vi ho detto che il mio stampo era da 24 cm, ovvero enorme!
Infine, dopo il racconto delle mie disavventure, vi mostro la mia tavola:

tavola_festa

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venerdì 11 gennaio 2008

Spiedini rustici con salsiccia

Se adesso vedeste casa mia pensereste che ci siano entrati i ladri, o che abbia subito una perquisizione della polizia! Ovunque regna il caos e io e mio marito cominciamo a pensare di voler spazzare via tutto invece di mettere in ordine! Ci sono i bucati da lavare, quelli da stirare, i regali da distribuire, i regali di Natale più ingombranti da collocare (siamo partiti la notte del 24 e quindi sono rimasti lì), vestiti smessi da portare negli appositi contenitori, l'albero di Natale che oscura la luce del soggiorno, occupando metà del piccolissimo balcone, il nuovo set fotografico (acquistato per le foto del blog!) montato a metà in attesa del suo destino, lo scatolone della planetaria nuova che attende di essere buttato/conservato......e su tutto questo è depositato uno spesso e vergognoso strato di polvere! Ma il lavoro per ora incombe ed il tempo (ma anche e soprattutto la voglia) di mettere ordine manca....
Tutto questo per dirvi che il racconto della vacanza e le foto si faranno attendere ancora un po'; nel frattempo godetevi questa ricettina.

Come dite?? Che le feste sono finite e dovremmo mangiare un po' leggeri? Lo so, Avete ragione, ma questi li ho cucinati durante le feste ma non ho avuto modo di postarli prima. Al massimo ve li segnate per le prossime occasioni mangerecce! Realizzati in porzione ridotta possono servire come antipasto sfizioso o come finger-food per cene in piedi. Insomma, leggeri leggeri non sono, ma sono talmente buoni che non potevo mostrarveli! dovrebbe essere una specie di antipasto/secondo ma per noi è stato un piatto unico!
La ricetta è tratta dal numero di dicembre de "La cucina italiana", io ho aggiunto i peperoni ed ho utilizzato una polenta di quelle rapide, mentre la ricetta consigliava di usare una di quelle dalla cottura lenta. Inoltre, ho cotto la salsiccia in forno, anzichè in padella.

spiedini polenta e salsiccia

Ingredienti per 2 persone:

200 g di salsiccia
120 g di polenta rapida
salvia fresca
4 fette di lardo di colonnata (anche senza è buona...)
1 peperone verde
olio, sale

Preparazione:

Preparate la polenta seguendo le istruzioni riportate sulla confezione; versatela nella prescritta quantità di acqua bollente salata e poi mescolate per circa 10 minuti. Versate la polenta in uno stampo quadrato unto d'olio, oppure su un piatto da portata, cercando di livellare la superficie. Fatela raffreddare a lungo, finché non sarà diventata ben soda.
Preriscaldate il forno a 180. Tagliate la salsiccia a tocchetti lunghi un paio di cm; lavate il peperone e tagliate anch'esso a cubetti. Cuocete il tutto sulla placca ricoperta di carta forno per circa 15 minuti.
Nel frattempo, tagliate la polenta a cubetti di circa 2 cm e preparate gli spiedini (io ne ho ricavati 4), iniziando con una foglia di salvia e poi alternando polenta, salsiccia e peperone; chiudete gli spiedini con un'altra foglia di salvia. Disponeteli sulla placca foderata di carta forno, ponete su ciascuno (se lo desiderate) una fettina di lardo di Colonnata ed infornateli a 200° per 5 minuti circa. Sfornateli, eliminate il lardo e servite subito 2 spiedini a testa (giuro, la ricetta dice così, ma direi che uno spiedino è più che sufficiente, due sono un pasto completo!). Devo ammettere che io il lardo se dovessi rifarli non lo metterei, se ne può fare tranquillamente a meno e risparmiare un po' di grassi.

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martedì 8 gennaio 2008

Vanillakipferl e Cantucci al cioccolato e nocciole

Premessa:
Lo so che aspettate i racconti del mio viaggio e magari qualche foto (sono stata in un paio di ristorantini deliziosi, niente male per essere in America...), ma ci vorrà un po' per raccogliere le idee e il materiale, perciò intanto posto qualcuna delle ricette che avevo arretrate, tra cui le ultime in tema più o meno natalizio, benchè sia già troppo tardi!

Comincio con questi biscotti, che hanno concluso la prima fase della mia "biscottite" (ma aspettatevene una seconda assai presto....adesso sfodero le mie nuove armi pesanti: "Il libro d'oro dei biscotti" e...udite udite LA MIA NUOVA PLANETARIA!!!) e che ho preparato in occasione del brindisi annuale presso il mio studio, con i colleghi (i quali parrebbero aver parecchio gradito...).

vanilla_e_cantucci

I primi, i Vanillakipferl, li conoscerete già, li ha pubblicati Cavoletto e poi anche Elisabetta...lo so che avevo deciso di non pubblicare biscotti altrui ma questi mi hanno tentata troppo ed erano deliziosi! La ricetta la trovate qui, io ho solo diviso tutte le dosi a metà ed ho usato i semi di mezza stecca di vaniglia fresca al posto dell'estratto e devo dire che sono venuti profumatissimi.

Gli altri li ho trovati sul mitico "Libro d'oro del cioccolato" (vi ho già suggerito di comprarlo vero???), ma se ne erano già visti di simili in giro (sigh! seconda semi-infrazione alla mia regola...ma io li avevo adocchiati da prima,solo che non mi decidevo a provarli!)!!!!

La ricetta prevedeva dosi doppie, ma io ho diviso tutto a metà (con qualche difficoltà per le uova, che erano 3 grosse) e ho ottenuto circa 25 biscotti, tenendo conto che ho tagliato ciascuna "fetta" a metà (passaggio che vi risulterà più chiaro leggendo la preparazione...).

Ingredienti:

100 g di farina
65 g di nocciole (sgusciate e spellate)
1 cucchiaino di caffè liofilizzato (io non l'ho usato)
37 g di cacao amaro
mezzo cucchiaino di bicarbonato
2 uova piccole
100 g di zucchero
mezza stecca di vaniglia
30 g di gocce di cioccolato fondente
un pizzico di sale

Preparazione:

Preriscaldate il forno a 180°. Setacciate farina, cacao, bicarbonato e sale in una ciotola. In un'altra ciotola, lavorate le uova, lo zucchero ed i semini del baccello di vaniglia (che preleverete con la punta di un coltellino, dopo aver inciso il baccello a metà nel senso della lunghezza) con un frullatore elettrico ad alta velocità fino ad ottenere una crema chiara e densa. Incorporate gli ingredienti secchi, il caffè, le nocciole e le gocce di cioccolato e mescolate fino ad ottenere una pasta dura. La mia appariva troppo fluida, probabilmente a causa delle 2 uova, per quanto piccole, così ho aggiunto un cucchiaio di farina; la consistenza è comunque rimasta più vicina a quella dei cookies e biscotti analoghi, che a quella di una frolla. Ma i biscotti, al termine della cottura erano molto croccanti, come avrebbero dovuto essere, quindi andava bene anche così...
Formate con la pasta un rotolo lungo circa 30 cm (qui ho avuto dei problemi, la mia non restava tanto in forma..era un rotolo piuttosto piatto e largo) e deponetelo sulla placca del forno rivestita di carta forno appiattendolo leggermente (il mio lo era già di suo, appiattito intendo!). Fate cuocere 25-30 minuti o finchè sarà consistente al tatto, tanto da poter essere sollevato dalla piastra e trasferito su un tagliere. Lasciatelo raffreddare 15 minuti, nel frattempo abbassate la temperatura del forno a 170°. Tagliate il rotolo a fette diagonali spesse circa 2 cm; dato che le mie fette erano davvero troppo lunghe per costituire un solo biscotti, le ho tagliate poi tutte a metà. Deponete i biscotti sulla piastra del forno senza che si tocchino fra loro, e fateli cuocere ancora per 15-20 minuti, o finchè saranno divenuti ben croccanti. Fateli raffreddare su una griglia.

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